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Vostro Onore – La Recensione della terza e quarta puntata di un remake che sta funzionando

Il 2022 è iniziato alla grande per il palinsesto seriale Rai. Un’offerta equilibrata, plasmata sul gusto dei palati più tradizionalisti, ma che non perde occasione di infilare tra una prima serata e l’altra qualche scommessa, come i chiacchieratissimi remake: Noi (qui la recensione dell’esordio) e appunto Vostro Onore. I numeri lo confermano. Le prime due puntate del thriller con Stefano Accorsi andate in onda lo scorso 28 febbraio hanno conquistato ben 4.170.000 telespettatori e uno share del 18,87%, vincendo di nuovo nel prime time. Infatti da Màkari a Lea – Un nuovo giorno, febbraio è stato un susseguirsi di vittorie per gli appuntamenti seriali, che hanno radunato dai 4 ai 6 milioni di spettatori ad appuntamento. Numeri importanti, capitanati da L’Amica Geniale e Doc che hanno viaggiato su medie di share superiori al 20%. E in questo caleidoscopio che accarezza tutte le sfumature che vanno dai toni smarmellati in stile Gli Occhi del Cuore a quelli più internazionali dei prodotti eccellenti – troppo spesso abbandonati nel vasto catalogo di RaiPlay – troviamo due remake illustri. Il paragone con quelli dei cugini d’Amarica, inutile dirlo, non regge. Ma per valutare sia Noi che Vostro Onore serve un’enorme dose di obbiettività, soprattutto se siamo abituati alle produzioni HBO, NBC & Co. Comunque la pensiate, Noi e Vostro Onore sono degli azzardi seriali riusciti, delle micce capaci di rivoltare sottosopra sia il web, sia i sofà dei fedelissimi Rai. A giudicare dall’esordio, la fiction con Accorsi ha accontentato diverse tipologie di pubblico, a dimostrazione del fatto che in prima serata c’è posto per altro oltre ai preti e alle suore che indagano. Un azzardo sì, ma piuttosto furbo. Chissà, forse l’indignazione dei fan di Bryan Cranston e di Milo Ventimiglia che urlano allo scandalo è stata una reazione calcolata per attrarre anche i curiosi? Non lo sapremo mai. Ciò che sappiamo è che l’ingresso di prodotti dal carattere più innovativo e sperimentale, seppure riadattati usando nuance edulcorate, fa sperare nell’apertura di nuovi orizzonti narrativi nella tv generalista, da anni creativamente stagnanti.

Vostro Onore sta in piedi

Your Honor

Chi ha assaporato Your Honor con Bryan Cranston avrà notato delle differenze caratteriali con la fiction Rai, meno cruda e sanguinosa dell’americana; così come dell’originale israeliana. La violenza, infatti, ha lasciato il posto a dinamiche più familiari e riflessive. Una scelta coerente che si rivolge a un pubblico più tradizionalista. Arrivati alla terza e quarta puntata di Vostro Onore è piuttosto chiaro che il remake sia stato pensato per un pubblico specifico, e non certo per accontentare i seguaci seriali di altre piattaforme di streaming. In questa prospettiva, il crime all’italiana con Accorsi sta in piedi, mantenendosi in equilibrio tra fiction all’italiana e dramma sperimentale. Una storia più spigolosa e irrequieta del solito, che non spaventa lo spettatore abituale e che riesce ad attrarre perfino un pubblico nuovo, quello stanco della solita programmazione generalista.

Stefano Accorsi, un attore che riesce a saltare con disinvoltura da progetti più sperimentali a quelli più tradizionali, si è dimostrato all’altezza del ruolo. La sua interpretazione è inqueta e convincente. Il suo personaggio, Vittorio Pagani, è un giudice milanese integerrimo, in corsa per la carica di presidente del Tribunale di Milano. Un uomo retto in una relazione talmente onesta con la Legge che non ci pensa due volte a consegnarle suo figlio. Una mattina, per un errore di Matteo (Matteo Oscar Giuggioli) – che ha investito un motociclista nonché figlio di un boss malavitoso – Vittorio si ritroverà a sporcarsi le mani dall’altra parte della staccionata. Suo figlio ha commesso un reato, ma consegnandosi alla giustizia potrebbe finire dritto nel mirino del clan. Le prime due puntate del riadattamento a cura di Donatella Diamanti, Laura Grimaldi, Paolo Piccirillo, Gianluca Gloria e Mario Cristiani ci introducono così all’interno di una vicenda familiare dalle derive crime, a metà strada tra il dramma poliziesco e il dramma psicologico. Il terreno di scontro, infatti, non è l’aula di tribunale bensì la coscienza dei protagonisti, tormentati dalle implicazioni etiche e morali derivanti dell’accaduto.

Gli Episodi 3 e 4 prendono una direzione propria

Come preannunciava il secondo, l’Episodio 3 si apre con la decisione di Nino Grava (Riccardo Vicardi) di confessare quanto accaduto. Vittorio però potrebbe avere una soluzione: dissuadere il ragazzo usando Salvatore (Leonardo Capuano). Diego Silva è ancora in coma e suo fratello, Miguel Silva (Simon Rizzoni), manda avanti il clan con enormi difficoltà. L’ispettore Sara Vichi (Barbara Ronchi) continua le indagini nonostante gli indizi sembrino non avere senso. Anche l’avvocato Ludovica Renda (Camilla Semino Favro) sente che qualcosa non torna, ma ancora nessuno può sospettare del coinvolgimento di Vittorio. L’avvocato si avvicina sempre di più alla verità e scopre l’alibi che scagionerebbe Nino: al momento dell’incidente stava rubando un’auto. Così Vittorio e Salvatore decidono di far sparire le prove, incendiando proprio quella macchina. Tra la ricerca di prove e i Silva che scalpitano, s’inserisce la sottotrama amorosa adolescenziale, con l’elemento di disturbo rappresentato da Camilla Danti (Isabella Mottinelli). Mentre in Your Honor le decisioni sentimentali del figlio avevano uno scopo narrativo ben preciso, e portavano dritti a un climax sconvolgente, nel giallo di Rai Fiction la storia tra Matteo e Camilla appare più come un pretesto per alleggerire una trama troppo cupa. Anche Vittorio sembra più sereno, nonostante commetta un crimine dietro l’altro, e a riequilibrare la bilancia della giustizia ci pensa quindi un nuovo personaggio di grande moralità: il giudice Federico Masieri, interpretato da Remo Girone. Il terzo episodio, infatti, scorre più lento e pare aver dimenticato le premesse adrenaliniche dei primi due. L’attenzione si concentra più sul rapporto padre-figlio, le questioni sentimentali di Matteo e l’indagine passa quasi in secondo piano. Il distacco sia dall’originale israeliano che dal remake americano ormai appare sempre più evidente.

Stefano Accorsi

Nell’Episodio 4, finalmente, la situazione precipita di nuovo e la calma della terza puntata svanisce. Miguel, che aveva scoperto il giro di droga gestito dal fratello Diego e da uno dei suoi, Carlos (Roberto Oliveri), fa imprigionare quest’ultimo per colpire Nino, senza successo. Così Vittorio, per salvarlo, elabora un piano: far inserire il ragazzo in un programma di protezione e manipolare le prove di un altro caso per scagionarlo. Il giudice Pagani ha raggiunto ormai un punto di non ritorno: il suo coinvolgimento nel crimine del figlio ha pregiudicato sia il suo lavoro, sia la sua etica. Matteo, che dimostra un’atarassia preoccupante, nel tentativo di scappare, senza avere nemmeno un piano, ruba i soldi a sua nonna per comprare un biglietto aereo. Ma Anita Riva (Betti Pedrazzi) lo scopre, anzi Matteo si fa scoprire per colpa dell’ingenuità. La guerra tra il clan tra i Grava e i Silva, come avevamo immaginato, è iniziata. Così, nel tentativo di far uscire Nino, il giudice incastra Filippo Grava (Gabriele Falsetta) che, di conseguenza, pianifica la sua vendetta. Quando il problema pareva essersi risolto a favore dei Pagani, la quarta puntata ci lascia con il primo omicidio di cui Vittorio, seppur indirettamente, è responsabile.

Se è vero che tuo figlio è tutta la tua vita, che cosa sei disposto a fare per salvare la sua?

Vostro Onore

L’intera narrazione si articola dunque su questa domanda, che alimenta il conflitto morale di un uomo diviso tra la Legge e un sentimento atavico, cioè l’amore per un figlio. Con una spolverata di tensione poliziesca e una sottotrama criminale che avanza ma non esplode, Vostro Onore si rivela l’intrattenimento ideale per la prima serata della rete ammiraglia. Mentre la versione americana, quella più nota al nostro pubblico, poggiava sul talento di Bryan Cranston, la versione Rai punta invece sul punto nevralgico di tutte le sue produzioni: la famiglia. Il remake diretto da Alessandro Casale, infatti, sfrutta solo in parte i presupposti crime della vicenda originale e li reinterpreta offrendo una chiave di lettura familiare per una storia ingarbugliata, ma non troppo, più rassicurante e meno tormentata.

La trama è di per sé incredibile ed è necessario un patto di fedeltà per accettare un susseguirsi di coincidenze, scelte impossibili e inesattezze procedurali. La vicenda di Kvodo, la serie originale israeliana, necessitava una grande dose di sospensione di incredulità che nel remake statunitense tolleravamo grazie alla complessità di Michael Desiato. La tensione drammatica in Vostro Onore, purtroppo, non riesce a raggiungere quei livelli. Ad ogni modo ha un’impronta più sperimentale di quanto potessimo sperare per una fiction. Un guizzo di suspense, bugie, inganni e scelte tormentate che danno la scossa, non quella di Amadeus, alla programmazione Rai, fatta di santi, medici e prelati.

Vostro Onore con Stefano Accorsi torna lunedì 14 marzo con il penultimo appuntamento in prima serata su Rai 1 e in streaming su RaiPlay.

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