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Noi – La Recensione delle prime due puntate del remake di This Is Us

Altro giro di remake illustri per la Rai: dopo Vostro onore, ieri sera è stato il turno di Noi, la discussa versione italiana di This Is Us. Le prime due puntate del rifacimento della fortunatissima serie statunitense con Mandy Moore e Milo Ventimiglia sono state rilasciate in anteprima su RaiPlay qualche giorno fa e hanno già destabilizzato i fan. Tra lo sdegno degli appassionati del drama originale però, il pubblico Rai sembra avere accolto con grande entusiasmo l’arrivo della famiglia Peirò. Una storia che è stata appena trasmessa in prima serata su Rai 1 e che ci accompagnerà ogni domenica fino al 10 aprile con un doppio appuntamento per un totale di sei prime serate. Tra chi grida allo scandalo e chi al capolavoro, proviamo a fare un po’ di chiarezza. I dubbi di chi non capisce il motivo di rifare una serie già cult sono leciti, ma non manca il pregiudizio di coloro che hanno espresso la propria sentenza negativa ancora prima di aver visto il risultato. È normale che i fan dell’originale si sentano a disagio. In fondo è come se i propri genitori (i Perarson) venissero sostituiti all’improvviso da una nuova mamma e da un nuovo papà (Pietro e Rebecca Peirò). Tuttavia bisogna essere oggettivi, per quanto possibile. Chi ha adorato la serie distribuita da Amazon Prime Video dovrebbe cercare di valutare un punto di vista differente, cioè quello di chi non ha familiarità con lo streaming e che preferisce guardare un prodotto che sente più suo, “più italiano”. Magari in prima serata e in chiaro, con volti familiari, nomi e dinamiche più vicine al contesto culturale del proprio Paese. Quindi dopo aver assaggiato le prime due puntate, intitolate Il gioco della vita e I fantastici 3, proviamo a rispondere a qualche perplessità e a formulare un giudizio oggettivo sul remake italiano del celebre dramma familiare della NBC.

Che senso aveva fare un remake di This Is Us? Abbiamo finito le idee?

Noi

Sono queste le domande più frequenti dei fan italiani di This Is Us dopo l’esordio di Noi. Perplessità lecite, ma che non tengono conto che il rifacimento di serie tv già prodotte da altri Paesi è una prassi tanto frequente quanto consolidata sia in Italia che all’estero. Film, programmi televisivi, serie tv e programmi radiofonici: si riadatta di tutto, da sempre. L’abitudine di prendere un format di successo per riproporlo nel proprio Paese è più frequente di quanto pensiamo e il primato lo detengono soprattutto gli USA. Le case di produzione americane, infatti, ogni anno ripropongono delle serie tv straniere, adattandole al loro gusto e alla loro sensibilità. Your Honor con Bryan Cranston, per restare in tema, è a sua volta il rifacimento di una serie tv israeliana. In Italia Vostro onore e Noi però sono solo gli esempi più recenti di remake. In questo articolo, dove cercavamo di ipotizzare gli scenari possibili per quello di This Is Us, avevamo già accennato che due serie tv molto amate, Un medico in famiglia e I Cesaroni, sono a loro volta dei rifacimenti di serie tv spagnole molto popolari, come Los Serrano.

Questa volta però Cattleya in collaborazione con Rai Fiction e 20th Television non hanno pescato dal cesto delle storie poco conosciute in Italia. Questa volta hanno attinto a un serbatoio sotto gli occhi di tutti, pescando un prodotto recente, già diventato un fenomeno anche in Italia e che è ancora disponibile su Amazon Prime Video. È forse questa l’origine da cui nasce lo sdegno? L’operazione però non dovrebbe essere letta come una banale scopiazzatura per mancanza d’idee. Anzi, questa potrebbe essere una grande occasione. Riadattare un prodotto originale e di qualità, diverso da quelli che troviamo spesso nella tv generalista, è un incoraggiante segnale di apertura della Rai. Un altro passo avanti verso una serialità sempre più matura. Nello stesso articolo citato, ci auguravamo con tutto il cuore che il This Is Us italiano riuscisse appunto a parlare di noi. Riuscisse a rappresentare il mondo in cui viviamo e quell’ingarbugliato gomitolo di emozioni che proviamo quotidianamente nella vita vera. Insomma ci auguravamo che Noi riuscisse a farci provare quelle stesse emozioni che abbiamo provato con This Is Us. E a giudicare dalle prime due puntate andate in onda questa sera 6 marzo, l’operazione sembra essere già riuscita.

La famiglia Peirò non è la famiglia Pearson, ed è un bene

Noi la serie

Il remake non è stato ideato per piacere a chi ha già seguito, e adorato, This Is Us. Il rifacimento della celebre serie creata da Dan Fogelman è nato per sfruttare una bella storia di successo che parla di famiglia: l’argomento più amato dal pubblico Rai. Un argomento che arriva sui nostri schermi con un cast di qualità e una tecnica narrativa moderna, anche se presa in prestito dai cugini americani con un piglio più leggero. This Is Us ha fatto del montaggio la sua forza più grande, ma in Noi l’effetto viene ridimensionato, forse per facilitare la comprensione. La commedia drammatica diretta da Luca Ribuoli e sceneggiata da Sandro Petraglia, Flaminia Gressi e Michela Straniero ha deciso di riproporre la stessa trama, riadattandola con accuratezza alla sensibilità italiana. Cioè quello che dovrebbe fare ogni buon remake che si rispetti. Perché Noi è un buon remake, coraggioso e sperimentale, che non eccelle ma nemmeno delude. È comprensibile che i fan della serie originale percepiscano la vicenda come uno “scimmiottamento”, ma in fondo non è a loro che Noi si rivolge. Sebbene la versione con Lino Guanciale e Aurora Ruffino possa essere goduta anche da chi ha apprezzato l’originale. Magari per scovare le differenze.

Contro ogni aspettativa, le prime due puntate funzionano ed emozionano

remake This is Us

È presto per formulare un giudizio finale, per quello dovremo aspettare il 10 aprile. Ma la partenza è incoraggiante e ci sorprende. Un dubbio però potrebbe nascere dalla scelta di concentrare la storia dei Peirò in 12 puntate rispetto alle 18 puntate delle sei stagioni dell’originale. Ma a giudicare da quanto abbiamo visto finora, sebbene la versione nostrana aderisca molto alla serie madre, sono state compiute delle scelte narrative diverse che potrebbero giustificare la riduzione. Il cast ha fatto un ottimo lavoro. Lino Guanciale nei panni di Pietro e Aurora Ruffino in quelli di Rebecca sono una coppia tenera e affiatata. Dario Aita, Claudia Marsicano e Livio Kone, che interpretano rispettivamente Claudio, Caterina, detta “Cate”, e Daniele, sono altrettanto piacevoli e hanno portato in scena una loro personalissima versione. Le interpretazioni dunque sono credibili e per il momento tutto pare stare in piedi. Funzionano perfino le componenti della storia più difficili. Come la storyline di Daniele, che deve il suo nome a Pino Daniele e Teo (Leonardo Lidi), un personaggio altrettanto credibile le cui azioni sono state contestualizzate a dovere all’interno della storia. L’accenno al mancante “tappeto rosso” davanti all’ospizio è una chicca gustosa che omaggia l’originale, strappando perfino una risata a chi conosce bene Toby Damon.

Noi racconta una storia universale, adattata al gusto e alla sensibilità del pubblico Rai

Noi Rai1

La storia che viene raccontata compie continui salti temporali, meno frequenti dell’originale, e parla di una famiglia affiatata, ma conflittuale, molto particolare, ma con problemi universali. Molti dei temi affrontati in This Is Us, dal razzismo all’obesità, nella versione italiana perdono un po’ d’intensità e potrebbero avere un impatto meno coinvolgente sullo spettatore italiano. Ma a eccezione di qualche elemento zoppicante, troppo difficile da trasporre, lo spirito della storia originale è rimasto intatto: le emozioni non sembrano aver risentito della trasposizione. Lo sforzo compiuto dal team di sceneggiatori di Noi è notevole e ha rappresentato una delle sfide maggiori. Il cambiamento di alcuni archi narrativi era necessario e inevitabile, ma da quanto abbiamo visto finora, tutto funziona. Mimmo, il padre di Daniele, ha avuto uno sviluppo credibile: è nato a Napoli, ma ha vissuto negli USA. Anche la sua dipendenza da eroina è una tematica che ci riguarda. Il consumo di eroina, purtroppo, è stato un flagello che ha interessato anche l’Italia tra gli anni ’70 e ’80. Il matrimonio misto tra Daniele e Betta (Angela Ciaburri), molto contestato dai fedelissimi di This Is Us, ha altrettanto senso e s’inserisce con coerenza nel contesto italiano, dove il fenomeno è in aumento.

L’idea di rifare in versione italiana una serie tv attuale, celebrata in tutto il globo e già entrata nella Hall of Fame della serialità, è stato sicuramente un azzardo.

Noi è un tentativo sperimentale e coraggioso che ha acceso un dibattito positivo, portando una ventata di innovazione nel palinsesto Rai, in continua espansione. Contro ogni aspettativa, il remake italiano di This Is US funziona e dimostra che il pubblico della tv generalista è in grado di apprezzare una storia moderna, narrata con un taglio moderno. Il confronto con l’originale è quindi inutile, sterile e accessorio. La versione diretta da Luca Ribuoli, infatti, non è una copia, ma un remake ben adattato, recitato e diretto altrettanto bene, con una colonna sonora originale, Mille Stelle di Nada, evocativa e suggestiva. A partire dalle due prime puntate, Noi si dimostra capace di emozionare, mantenendo intatto il messaggio carico d’umanità, d’inclusività e di dolcezza che portava con sé la versione originale.

Domenica 13 marzo ci aspetta quindi un nuovo appuntamento in diretta su Rai 1 e in streaming su RaiPlay con due nuove puntate di Noi con Lino Guanciale e Aurora Ruffino.

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