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La seconda stagione di Mr. Robot è finita. Inizia un anno di teorie incredibili

Attenzione: evitate la lettura se non volete imbattervi in spoiler sulla 2×12 di Mr. Robot.

Qualcuno ha vinto, qualcun altro ha perso. Qualcuno ha sorriso, qualcun altro ha pianto. Qualcuno ha visto la seconda stagione di Mr. Robot e pensa sia una genialata incredibile, qualcun altro non ha capito niente e non l’ha apprezzata. Oppure sì, anche se è confuso. C’è poi chi, come noi, andrà a caccia di un dettaglio inizialmente sfuggito ed elaborerà per un anno le teorie più incredibili.

Una stagione è finita ed un anno è iniziato. Un anno che finirà con un nuovo inizio, l’ennesimo. Perché Mr. Robot ci ha sorpreso e ci sorprenderà ancora. Faremo di tutto per capire, e non servirà a niente. Le prospettive sono troppo soggettive e nessuno di noi è Sam Esmail. Ma sarà divertente provarci. Sarà autolesionistico illudersi, un po’ come avevamo fatto una settimana fa. Sarà pazzesco attendere un anno, di nuovo. Ci rimane un season finale incredibile da analizzare e una nuova storia da vivere.

Tyrell Wellick esiste. Alla faccia nostra 

Mr. Robot - Season 2

Un terribile dubbio avanza nelle nostre menti disorientate: Sam Esmail potrebbe essere in realtà Mr. Robot. E noi potremmo essere Elliot Alderson.

Il problema è solo uno: quel genio visionario anticipa sempre le nostre mosse. Sempre. Elaboriamo una teoria? Lui lo capisce prima di farlo, ci prende in giro per un po’ e poi si dirige verso un’altra direzione. Pensiamo a Tyrell Wellick, per esempio. Immaginare che potesse essere l’ennesima proiezione della mente di Elliot era l’ultima opzione a nostra disposizione. Ma l’abbiamo tenuta in considerazione, fino a crederci. Solo in un contesto come quello di Mr. Robot si poteva tenere in considerazione, ma ci abbiamo creduto. La svolta narrativa avrebbe dato vita a clamorosi buchi di trama, ma ci abbiamo creduto lo stesso. Almeno un po’, per un paio di settimane. Esmail lo sapeva fin dal momento in cui ha creato il soggetto della seconda stagione. E ci ha preso per i fondelli attraverso la prospettiva di Elliot.

Nel momento in cui Tyrell ha premuto il grilletto, ha ferito tutti noi. Ci ha detto di non provarci, con le teorie. Tyrell esiste, eccome se esiste. Non abbiamo la più pallida idea di chi diavolo sia e che collegamento abbia realmente con Elliot (lo scopriremo tra un anno, forse), ma esiste. Ed è il fulcro di tutto, più di tutto. Più dell’unico leader, paradossalmente. E non solo per l‘FBI. Abbiamo perso il controllo perché il controllo non è altro che un’illusione. Noi siamo Elliot Alderson, e Sam Esmail è Mr. Robot, capace di concederci una mossa buona per poi mettere in scacco il nostro re. Ancora una volta.

Mr. Robot è ingestibile. Alla faccia nostra 

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Già, Mr. Robot. Quello che davamo per morto una settimana fa. Ha fregato Elliot ancora una volta, e facendolo ha fregato anche noi. Il nostro eroe ha fatto di tutto per sbarazzarsene, conviverci ed infine controllarlo, ma ogni tentativo è stato vano. Lui è più forte. Lui è Elliot Alderson, nella sua essenza più deviante. Una scheggia impazzita, il migliore amico di Tyrell Wellick, la stella del firmamento rivoluzionario del terzo millennio seriale.

La conclusione, per una volta, è definitiva: Mr. Robot è ingestibile, si può solo assecondare. Se non si fa, si rischia di morire. Se si fa, si rischia di morire lo stesso. Ma Elliot vuole continuare a vivere, e deve rischiare. Capire Mr. Robot è impossibile, non gli resta altro che diventare Mr. Robot. Punto. La battaglia è finita ed una nuova guerra è alle porte. La seconda fase è già iniziata, d’altronde. E l’Esercito Oscuro non si può fronteggiare. E Tyrell è un amante ferito che si rende protagonista di un delitto passionale. Elliot Alderson è simbolicamente morto perché Mr. Robot deve vivere. Non ci sono altre vie d’uscita. Quel colpo di pistola è lo spartiacque decisivo che scinde due ere di Mr. Robot. Non abbiamo ancora visto niente.

Bye bye, Darlene. Hello, Angela 

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Qualcuno ha vinto e qualcuno ha perso, quindi. Come Mr. Robot, come Elliot. Come Angela, come Darlene. Bye bye, Darlene. Lei è la sconfitta principale della seconda stagione, per distacco. Messa in scacco dall’FBI, impersonata da una donna geniale messa in scacco dalla vita, ha perso tutto. L’unico amore della vita, a detta sua. La guida dell’FSociety, distrutta dalla sua incapacità di essere un riferimento credibile. Il confronto con un fratello ingombrante, messo in scacco a sua volta dalla sua anima rivoluzionaria.

Lo schema dettagliato che si è trovata di fronte è il manifesto della sua ingenuità. Darlene ha perso il controllo perché non è mai stata capace di controllare se stessa, ed è uscita sconfitta. Ha peccato di superbia, a differenza di Angela. L’anello debole, all’apparenza. Una donna capace di affrontare con determinazione ogni difficoltà, in realtà. Lei sa tanto, ora. Più di quanto sappiamo noi, sicuramente. E ha vinto la sfida narrativa con Darlene. Sarà lei il fulcro di ogni snodo, d’ora in poi. Al pari di Tyrell. Sarà lei la protagonista più imprevedibile della terza stagione di Mr. Robot. Una stagione imprevedibile, alla faccia delle teorie. Ma ci proveremo lo stesso, nonostante tutto. Perché Mr. Robot è un’opera illeggibile, però viaggiare all’interno di ogni riga è un’esperienza di vita straordinaria. Come questa stagione. Come Mr. Robot. Come noi, che usciamo più forti da ogni episodio. Grazie, Sam Esmail. Anche se continuerai a fregarci.

Antonio Casu