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Russian Doll è tornata, ed è più folle di prima – La Recensione della seconda stagione

Se c’è una cosa che durante questi anni abbiamo compreso è che Netflix trova un certo divertimento nello sganciare grandi bombe seriali, per poi vederci soffrire durante i momenti di pausa tra una stagione e l’altra. Lo abbiamo visto con Stranger Things, con Bridgerton, You, Sex Education, e con Russian Doll, la Serie Tv statunitense ideata da Natasha Lyonne, Leslye Headland e Amy Poehler. La prima stagione della serie, infatti, è andata in onda nel 2019, ben tre anni fa. Se si considera tutto quello che è successo a livello mondiale tra la prima e la seconda stagione della serie, si riesce a comprendere quanto abbiamo faticato in termini di tempo per riottenere i nuovi sette episodi, ma oramai non importa più. Finalmente Russian Doll è tornata da noi, e lo ha fatto nel modo più folle possibile. La follia di cui si riveste la serie è sempre stata un ottimo motivo per cui definire questo tipo di prodotto certamente divisivo: perché se da una parte il suo essere fuori di testa può far innamorare molti spettatori, dall’altro potrebbe anche allontanarli. In questo senso, durante la seconda stagione, abbiamo potuto constatare quanto Russian Doll sia per questo motivo una serie coraggiosa, pronta a spremere ogni grumo di follia, infischiandosene di quello che potrebbe rischiare agendo in questa maniera. Ma, una volta tessute le sue lodi, siamo costretti a chiederci: la seconda stagione può considerarsi, per questo motivo, forse un po’ forzata?

Russian Doll

Andiamo con ordine, un elemento che è certamente mancato durante questa seconda stagione. Perché sì: è inutile negare che siamo di fronte a un prodotto che, a causa della sua estrema follia, spesso è risultato molto confusionario. Una delle caratteristiche principali di Russian Doll, ma anche e soprattutto della protagonista, è l’adrenalina. Sia lei che la serie corrono allo stesso modo, senza mai fermarsi. Non prendono pause, o momenti in cui smettono di urlare. Per questo motivo perfino noi, durante la visione della serie, cominciamo a sembrare stanchi come se avessimo fatto gli stessi viaggi nel tempo compiuti da Nadia. Per le stesse ragioni, dunque, a volte tendiamo a non seguire bene il processo narrativo della storia, venendo inevitabilmente confusi da quel troppo che ci sta via via inondando con il passare dei minuti.

E’ però doveroso constatare che, nonostante questa inevitabile conseguenza, Russian Doll abbia dimostrato di aver una personalità ben definita, sveglia, sempre sul pezzo. Siamo di fronte a una Serie Tv che sa benissimo chi è, e questa è una caratteristica che non si può attribuire a molti altri prodotti, purtroppo.

La tematica del tempo, in questa seconda stagione, torna in modo diverso portando Nadia indietro di qualche anno. Grazie a questo viaggio, forse soprattutto interiore, la protagonista riesce a gettare le basi per percorrere un cammino che la porterà, finalmente, ad accettarsi nonostante tutte le complicazioni, il passato e ciò che è diventata. Riuscirà a comprendersi in modo più intimo, accettando che – anche se si ha la possibilità di cambiare le cose – non si può cambiare sempre ciò che siamo, non in modo totalizzante almeno.

Russian Doll

Durante le sette puntate della seconda stagione di Russian Doll assistiamo a una storia che possiamo dunque definire estremamente intima, anche se il modo in cui viene raccontata fa presagire l’esatto contrario. Perché ogni evento viene narrato in modo ironico e sarcastico, e nulla sembra mai davvero turbare la protagonista che – ai nostri occhi – dà sempre l’impressione di essere distaccata e lontana da ogni tipo di dramma. Invece no. Nadia avverte e sente ogni malessere, ma la sua forte personalità le concede la possibilità di giocare con ogni sua insoddisfazione, permettendole di nasconderla con una risata. In questo senso, come anticipato prima, ora più che mai ci ritroviamo di fronte a una protagonista che presenta gli stessi tratti caratteristici della Serie Tv a cui prende parte. Entrambe sono adrenaliniche, forti, piene di sorprese, pungenti, e non si prendono mai sul serio. E’ lei il centro della storia, e non solo perché è la protagonista. Lo è perché, in modo quasi raro, assistiamo a un vero e proprio rapporto tra madre – la serie – e figlia, Nadia. Sembrano camminare di pari passo, sembrano avere gli stessi occhi, lo stesso naso.

Questo è ciò che accade quando la scrittura di una Serie Tv dimostra di avere una forte personalità, che successivamente trasferisce a ciò a cui dà vita, i personaggi ad esempio.

Per questo motivo, nonostante la tirata d’orecchie di prima, la seconda stagione di Russian Doll supera a pieni voti l’esame dimostrando che sì, la prima stagione avrebbe anche potuto essere l’ultima in termini di narrazione, ma che per fortuna questo non è avvenuto. Grazie a questa nuova opportunità la serie ha avuto modo di mostrare un’altra parte di sé, facendo notare la sottile intelligenza dietro le risate e lo scherzo di una vita che non sembra volersi mai prendere sul serio, ma che stavolta ha trovato il coraggio di farlo.

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