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Knokke Off – La recensione del nuovo teen drama belga di Netflix

Attenzione: prima di proseguire la lettura, vi avvisiamo che, dopo una prima sezione senza troppe anticipazioni, seguirà una parte contenente spoiler di Knokke Off. Siete avvisati!

Creata da Ruben Vandenborre, Knokke Off è un teen drama belga approdato negli scorsi giorni su Netflix e che ha tutte le caratteristiche utili a spopolare sulla piattaforma per i fan dei genere: dei giovani protagonisti ricchi e avvenenti, intrighi soap-operistici, ambientazioni suggestive e una forte componente erotico-romantica. Insomma, caratteristiche che lo accomunano ad altri prodotti che a livello americano ed europeo, nel corso degli ultimi anni, hanno riscontrato grandissimo successo, come la longevissima serie spagnola Élite. Ma di che cosa parla, più nello specifico, questa nuova produzione belga? Knokke Off è una buona serie oppure un teen drama come tanti altri? Per scoprirlo vi lasciamo alla nostra recensione.

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La Knokke che dà il titolo alla serie è una rinomata cittadina sulla costa belga: una meta turistica per gente ricca, che ama il lusso. Insomma, una località traboccante di tentazioni dove non mancano mai intrighi, segreti e tradimenti. È proprio qui che si ambientano le vicende dei nostri protagonisti: Louise (Pommelien Thijs) e Alexander, “Alex” (Willem de Schryver), due ventenni decisi a passare un’estate indimenticabile insieme ai propri amici, ma che si ritroveranno a fare i conti con i lati più oscuri delle loro esistenze. Belli, giovani e, in apparenza, con il mondo spianato davanti a loro, eppure ciascuno con i propri demoni con cui confrontarsi e con famiglie a dir poco complicate. Ragazzi annoiati della vita, volubili e capricciosi, a cui tutto è dovuto a causa del loro status da privilegiati, ma che, d’altra parte, nutrono anche grandi ambizioni e tengono nascosti preziosi segreti. Louise soffre infatti di un disturbo bipolare della personalità che deve tenere sotto controllo con dei farmaci di cui lei si vorrebbe liberare. Alex, che sogna di aprire un prestigioso locale, ha invece un rapporto fortemente conflittuale con il suo fedifrago e disturbato padre, un uomo di successo che nasconde la sua natura dietro a una maschera.

Ma non tutti a Knokke possono vantare un così alto tenore di vita come Louise e Alex: il terzo grande protagonista della serie è infatti il giovane Daan (Eliyha Altena), per metà surinamese, un ragazzo di condizione modesta che viene assunto come tuttofare presso uno dei ristoranti sulla spiaggia della cittadina e che si ritroverà sempre più coinvolto nella vita di Louise e Alex, venendo a contatto con un mondo a lui estraneo e attraente. D’altra parte, la madre di Daan, Melissa, una donna enigmatica e con parecchi segreti, non lo ha portato a Knokke senza un motivo: la donna, insinuandosi nella vita della ricca famiglia van Daal, ha infatti un personale obiettivo da raggiungere.

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Louise (640×360)

Date queste intriganti premesse, gli autori della serie sono quindi riusciti nel loro intento di creare un prodotto appassionante sotto tutti i punti di vista? La nostra risposta è quella di una moderata approvazione, un tiepido consenso per una serie che presenta parecchi aspetti positivi, ma che non è immune da criticità e che, al termine della visione, non ci ha lasciato particolarmente colpiti.

Ma cerchiamo di analizzare la situazione più nel dettaglio.

Incominciamo da questa constatazione: Knokke Off non brilla particolarmente per la sua grande creatività e originalità: la serie segue infatti un canovaccio che riprende i principali stilemi di moltissimi teen drama degli ultimi anni, in cui si calca molto la componente “trasgressiva“. I cliché, d’altra parte, si sprecano e riprendono pari passo dinamiche tipiche della categoria di appartenenza, senza apportare particolari innovazioni e variazioni sul tema. I vari colpi di scena che si susseguono sono quasi tutti facilmente prevedibili, tranne sul finale (uno degli aspetti migliori della serie): colpa di una scrittura non particolarmente ispirata che cerca di seguire il “manuale di istruzioni” del teen drama e che molto spesso si perde in scene trasgressive che si ripetono di episodio in episodio, ma che poco aggiungono alla narrazione, se non quel gusto per il proibito e per l’eccesso che oggigiorno costituisce una quota quasi obbligata per un prodotto per adolescenti e giovani adulti. Ma se questa scelta sarà sicuramente apprezzata dal target di riferimento di cui abbiamo appena parlato, tra triangoli (se non quadrilateri) amorosi ed eccessi, come l’esibizione di alcol, droghe e insistite scene di sesso, molto probabilmente potrebbe lasciare deluso chi cerca nella visione più sostanza a livello di contenuto e di approfondimento della caratterizzazione dei personaggi.

Louise e Daan (640×360)

Da questo punto di vista, nonostante i personaggi partano da degli stereotipi, fin dal primo momento è risultato estremamente chiaro come vi sia stato un effettivo tentativo di caratterizzazione dei protagonisti. Pur risultando poco simpatici e dalle scelte di vita poco condivisibili, vi è da dire che ognuno dei personaggi ha avuto il suo arco evolutivo/ involutivo. Certo, in alcuni casi, è stato inevitabile sfociare in stilemi tipici della soap opera: continui giochi di tradimento a catena, personaggi davvero eccessivamente cattivi e repentini cambi di caratterizzazione.

Non che la storia tratteggiata dalla serie non abbia il suo perché: la componente più interessante della serie risiede infatti nell’atmosfera a tratti thriller che la serie ci riserva con il procedere della narrazione, nelle dispute tra i membri delle famiglie al centro della storia e trame sempre più intrecciate tra loro che non possono fare altro che darci vibrazioni in stile soap-opera che, però, fortunatamente non cadono mai nel ridicolo, nonostante l’alto rischio costituito da alcuni momenti. Certo: non mancano dei momenti completamente assurdi, come l’apertura di un locale da zero nel giro di pochissimi giorni, ma soprattutto per la mancanza di reazioni adeguate da parte dei personaggi. Questo è per esempio ravvisabile quando Daan scopre di aver perso tutti i suoi possedimenti di una vita o quando Patrick scopre di essere stato derubato.

Nonostante una trama che non stupisce mai se non in un paio di occasioni, la serie ha dalla sua alcune frecce al suo arco: da un lato un buon comparto tecnico e delle suggestive location, che ben riflettono il contrasto tra la patina perbenista della classe più agiata, la quale in realtà nasconde sotto il tappeto i propri mostri interiori in un imbellettato marciume, dall’altro le performance attoriali. La maggior parte delle prestazioni del cast della serie si assestano infatti su buoni livelli. In particolare, i due principali interpreti, Pommelien Thijs e Willem de Schryver, che vestono rispettivamente i panni di Louise e Alex, sono riusciti a fornire una buonissima prova recitativa, aspetto che rende molto più accettabili e digeribili scene che, se girate e recitate in maniera meno convincente, sarebbero potenzialmente risultate trash ed eccessive.

Considerazioni finali e spoiler

Che giudizio dare, nel complesso a Knokke Off? La serie belga di Netflix è uno show che, seppur a suo modo abbastanza gradevole da vedere, alla lunga finisce per risultare abbastanza ripetitiva, soprattutto agli occhi di chi cerca più sostanza, e a cui mancano particolari guizzi di originalità. Un prodotto che, seppur senza eccessive storture, non riesce mai a spiccare il volo così da sviluppare una propria personalità definita che la faccia risaltare rispetto ad altre serie colleghe di Netflix. Eppure, nonostante i suoi limiti, mentiremmo se dicessimo di non esserci pian piano interessati alle vicende di Alex, con il suo fantomatico Crazy Lulu e ai suoi ricordi traumatici che in passato hanno portato alla morte della sorella di Melissa, agli sbalzi d’umore di un’indecisa Louise e alla sottotrama mistery che collega tutti gli elementi in gioco.

Il finale di stagione, che vede il terribile patriarca Patrick essere colpito da un proiettile scagliato dalla piccola Olivia, lo svelamento del segreto della morte di Claudia e il ritorno alla realtà di Louise, costituiscono sicuramente un finale interessante che potrebbe chiudere definitivamente la serie, ma anche dare spunti per procedere con una seconda stagione. Staremo a vedere!

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