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Killing Eve 4×06 – Eve e Villanelle, spie e assassini: due facce della stessa medaglia

Il nuovo episodio di Killing Eve riprende esattamente dal punto in cui si era interrotto il precedente e, sorpresa delle sorprese, Villanelle è ancora viva. Eve la porta nella stanza d’hotel di Konstantin e Pam, dove quest’ultima la cura con ciò che trova. Il nostro duo preferito, dunque, condivide un momento molto intimo nel quale emerge la Eve di un tempo. Come abbiamo ribadito nelle recensioni passate, la transizione dalla terza alla quarta stagione di Killing Eve era stata uno shock per il totale cambiamento di Eve: infatti, non è la stessa che danzò dolcemente con Villanelle in quella sala da ballo o che disse che quando immaginava il proprio futuro vedeva il suo volto.

Non che Killing Eve 4×06 ci dia effettivamente delle risposte a riguardo, ma almeno ci regala un glorioso ritorno al finale della terza stagione.

Eve sembra più in sintonia con sé stessa e i suoi sentimenti, è disposta ad ammettere i suoi errori e soprattutto non fa finta di non preoccuparsi di Villanelle, prendendosi cura di lei ed essendo onesta riguardo alle sue azioni passate. Ci sono tocchi delicati, confessioni emotive sottilmente velate, una grande tenerezza e una tensione romantica difficile da contenere.

Certo, Villanelle è ancora profondamente arrabbiata con Eve per averla fatta incarcerare, cosa che quest’ultima giustifica con il fatto che, secondo lei, l’assenza di Oksana le avrebbe reso la vita più facile. Non sappiamo se sia vero, perché Eve non risponde alla domanda dell’assassina, e non possiamo biasimare Villanelle per la sua rabbia. Essere tradita da chi ama fa male da morire ed essere arrestata non è di certo piacevole. Quindi, nonostante i ripetuti sforzi di Eve per aiutarla, Villanelle alla fine la caccia.

Killing Eve

E non si limita a questo: afferma che con lei ha definitivamente chiuso.

Ha senso che Villanelle la respinga, perché le cose non si risolvono magicamente da sole, soprattutto dopo che Eve l’ha messa da parte per la sua personale vendetta. E forse non è la sola, dato che pure noi abbiamo chiuso con Eve diverse volte. Solo se Killing Eve le permette di tornare a essere la donna che conosciamo, potremmo dimenticare e accoglierla nuovamente. Però, mettendoci un attimo dalla parte di Eve, dobbiamo considerare che lei vede il suo precedente io come qualcuno troppo debole per combattere. Così ha creato quest’armatura, ma è andata troppo oltre, perdendo sé stessa. Alcune caratteristiche della nuova Eve dovrebbe comunque conservarle, come la sicurezza, il coraggio e l’arguzia; altre, invece, può buttarle via, come usare le persone senza remore.

Eve non si merita questo e neanche Villanelle. Nonostante tutto. E l’unico modo in cui potranno godersi una vita assieme è se la prima dimostra di tenere davvero a Oksana e non solo alla sua parte oscura, accettando tutto di lei, anche e soprattutto il bene.

Il modo in cui, però, uccide Lars la fa rientrare in quello stato maniacale dal quale sembrava essere uscita, almeno per qualche minuto.

Killing Eve

Eve non è nuova agli omicidi: nel finale della seconda stagione uccise Raymond per salvare Villanelle. Qui però è diverso perché, seppur Lars non sia un santo, è intenzionale: spara due volte a un uomo disarmato e, dunque, non vale l’autodifesa. Pur non essendo stata pagata, dato che Hélène le ha ordinato di farlo, si potrebbe pensare che la trasformazione di Eve in assassina sia compiuta. Riecheggiano quelle parole di Konstantin a Pam: una volta che si ammazza per loro, non si torna indietro. Anche se vuol dire uccidere per i Dodici e non freddarli, bisogna ricordare che Killing Eve più volte ha presentato spie e assassini come due facce della stessa medaglia: basti vedere Eve e Villanelle, Carolyn e Konstantin.

Eve è scioccata per l’uccisione di Hélène sia perché le è piaciuto più del previsto (gli occhi non mentono, soprattutto se paragonati alla stessa scena della seconda stagione), sia perché Villanelle torna in controllo. E allora Eve cerca di riottenerlo uccidendo Lars, invece di scegliere la vita rappresentata da Yusuf. Carolyn tenta di convincerla a darle tempo, vedendo fallire i suoi propositi deludentemente e con un profetico:

“Molto bene. Ne hai ucciso uno. E lo sostituiranno… ancora e ancora”.

Vuole solo conoscere chi ha ordinato l’assassinio di Kenny e credeva che Lars, nonostante la loro storia, potesse darle quel nome. Pure a noi interessa, ma non a discapito della vita di Carolyn. Perché, con soli due episodi rimasti e gran parte dei Dodici uccisi, ci chiediamo chi altro morirà. Yusuf sembra il predestinato, ma potrebbe essere anche una delle protagoniste, dato che la serie si chiama Killing Eve. O qualcun altro, come Konstantin.

Parlando di persone che muoiono, Pam esegue il suo primo omicidio per i Dodici in Killing Eve.

Purtroppo, è l’amichevole Fernanda il suo obiettivo. Anche se va fino in fondo perché per la prima volta qualcuno crede in lei, l’esitazione di Pam è da un lato pronosticabile proprio per la gentilezza che Fernanda le mostra, dall’altro sorprendente: infatti, non abbiamo incontrato assassini con dei rimpianti. Sarebbe interessante capire se la coscienza di Pam sparirà poiché qualsiasi segno di debolezza potrebbe farla ammazzare. E Konstantin capisce la situazione, cerca di aiutarla perché piano piano si sta affezionando a lei.

In sostanza, Killing Eve 4×06 ritorna ai fasti della prima/seconda stagione, con il suo tipico umorismo, diverse sequenze caotiche e scene meravigliosamente assurde. Piccoli momenti, come Villanelle che ride di Eve che spara a Konstantin, Eve che si rifiuta di scusarsi e Oksana che dice a Pam di essere colpita o la sua espressione gelosa quando sa del bacio tra Eve ed Hélène, ci ricordano che Killing Eve dà il meglio di sé quando queste persone sono nella stessa stanza. Come Carolyn ed Hélène, in un confronto dove si scopre che i loro padri erano amanti. Non sappiamo se ne verrà fuori qualcosa o se è pensato esclusivamente per far capire quanto sia piccolo il mondo.

A stonare, però sono i Dodici. Lo spettacolo non si è mai preoccupato di dirci qualcosa di più dell’organizzazione fino a ora, concentrandosi invece sui singoli assassini di cui in genere fa a meno entro la fine dell’episodio. Solo nelle ultime puntate ne abbiamo saputo di più, dalla sua fondazione al fatto che Hélène stesse cercando il superiore di Lars, pur essendo lui il numero 1. Ma adesso, con il finale imminente, è troppo tardi per un nostro interessamento, dato che le nostre energie sono rivolte altrove. E allora, non ci resta che vedere la fine e sperare che tutto si concluda come vogliamo.

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