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Killing Eve 3×07 – Un bellissimo mostro

C’è un mostro in ognuno di noi. Qualcuno lo nasconde nel profondo, cercando in tutti i modi di non farlo uscire perché le conseguenze sarebbero devastanti. Carolyn ne è un esempio. Ha l’emotività di un iceberg, le dice la figlia. Non piange per la morte di Kenny, anche se il suo cuore si è frantumato in mille pezzi ed è stata portata nelle profondità della disperazione. E si capisce, anche senza che versi una lacrima. Rimane impassibile alla morte di Mo in Killing Eve. Ormai ne ha viste tante, troppe per poterle contare o dispiacersi ogni volta. Deve mantenere la calma in questo momento perché le mura attorno a lei si stanno piano piano stringendo. E non può chiedere aiuto: sa che i capi dell’MI6 sono vicini ai Dodici.

Mentre la risoluzione dell’omicidio del figlio si avvicina, le forze alleate contro di lei sono sempre più potenti, anche se non sembra così preoccupata per le conseguenze.

E Geraldine che fa? Scatena il mostro.

Una furia che non avrebbe mai voluto vedere. Tutte quelle emozioni compresse dentro Carolyn escono come la lava da un vulcano e distruggono tutto quello che toccano. Se voleva una qualche reazione, Geraldine l’ha avuta. Anche se non era quella che si aspettava.

Killing Eve

L’altra persona in Killing Eve a nascondere il mostro è proprio la protagonista.

Eve non sembra completamente sopraffatta da ciò che sta accadendo. Mentre il mondo crolla intorno ai suoi colleghi e nemesi, lei continua imperterrita nella sua missione: trovare l’assassino di Kenny e distruggere i Dodici. Senza farsi scrupoli sull’usare metodi legali o meno. Senza chiedersi se uccidere è giusto o sbagliato. Perché stava per farlo: togliere la vita a Dasha. E ne era perfettamente consapevole. Non ci si può avvicinare troppo al sole senza scottarsi. Eve ha flirtato talmente tanto con l’oscurità che ora si sta impossessando di lei (qui 10 personaggi che hanno ceduto al lato oscuro).

E allora il suo mostro esce. Ma è davvero così? Sta davvero diventando come Villanelle?

Perché le spiegazioni al suo comportamento possono essere altre. Vuole vendicare Niko nonostante lui l’abbia trattata male? Ci tiene ancora al marito tanto da uccidere il suo assalitore? O più semplicemente vuole togliere dal mondo un assassino? Ancora, stava uccidendo Dasha per salvare Villanelle? Probabile.

Eve ha perso tutto a causa della ricerca di Villanelle. Vuole essere sicura che le sue azioni ne valessero la pena. È l’unico modo in cui sarà in grado di affrontarne le conseguenze.

C’è un mostro in ognuno di noi. Qualcuno però non lo cela nelle profondità della sua anima. Lo esibisce e lo esalta. Lo rende la parte più bella e identificativa di sé. Come fa Villanelle.

L’abbiamo conosciuta in Killing Eve come una spietata assassina che amava il suo lavoro. Era il suo talento, la sua arte, la sua vita. Ma si è stancata e ora vuole di più. Peccato che i Dodici non la pensino come lei. Il tesissimo faccia a faccia tra l’assassina russa ed Helen ristabilisce i ruoli, quelli che Villanelle vorrebbe sovvertire. Lei è solo una bambina che genera caos, amante del caos, rinchiusa in un’organizzazione troppo grande e dalla quale è impossibile uscire se non in un modo: con la morte. Quello che vogliono da lei è il suo bellissimo mostro. O altrimenti perderà il suo posto. Helen riuscirà a controllarla? In questa puntata di Killing Eve non molto.

Villanelle non riesce più a uccidere, anche se di fronte ha un bersaglio odioso come un sessista golfista americano. Ora più che mai è evidente la sua evoluzione. Sta diventando Eve. Ha bisogno di Eve.

Con Konstantin fuori gioco è rimasta sola. Perché non chiamare la sua amica-nemica? Quella telefonata equivale a un “mi dispiace”, un “ti perdono”, un “ti cerco perché credo in te”. Sono state così arrabbiate l’una con l’altra, eppure l’assenza reciproca le fa sentire perse. Killing Eve ha provato a separarle in questa stagione. Ma Eve e Villanelle trovano sempre il modo di ricongiungersi. Di tornare a casa, tra le braccia dell’altra.

Anche Konstantin non ha mai avuto problemi a far uscire il mostro.

L’uomo, come succede a Carolyn, sente le pareti dei Dodici che lentamente lo stritolano. Tutto quello che ha costruito per lui e Irina sta svanendo. Non solo a causa del suo lavoro o della sociopatia della figlia. Ci si mettono anche i problemi di salute. Rischia di morire sulla piattaforma, mentre Villanelle si precipita verso la vita che Konstantin brama. Morire per lei, così, sarebbe stato poetico. Anche se la sua fedeltà è legata alla figlia sanguinaria, una parte di lui avrà sempre un debole per Villanelle.

Il loro legame è sempre stato una delle parti più belle di Killing Eve, anche se hanno cercato di uccidersi più di una volta.

Eppure questo vecchio volpone è riuscito ancora una volta a ingannare la morte. Le sue risate, continue e impossibili da fermare, hanno quel preciso significato. “Non questa volta” sembra dire alla falce mietitrice. Ma l’amara sorpresa è dietro l’angolo. Dasha, il suo nemico giurato, è nel letto accanto a lui. Che ne sarà di questi vecchi assassini? Troveranno il riscatto o la morte? Saranno determinanti nel finale di Killing Eve?  

Killing Eve

Era impensabile che nel settimo episodio della terza stagione di Killing Eve Dasha e Konstantin se ne andassero. Tuttavia la serie tv non lascia nemmeno il dubbio che i due potessero morire, svelando immediatamente e con troppa rapidità il loro destino. Ciò significa che il loro lavoro ancora non è finito. Di conseguenza i due momenti più scioccanti della puntata si ridimensionano, a differenza di come è stata impostata fino ad adesso la stagione corrente di Killing Eve.

Una morte c’è: quella di Mo. Ciò sottolinea l’eccentricità della narrazione. Quando un personaggio se ne va non viene mai rappresentato in maniera moderata. Muore in situazioni ridicole o in maniera indifferente. Mo non viene ucciso spettacolarmente e, per questo, si contrappone perfettamente a una messa in scena contrassegnata da grandi eccessi, in ogni senso, soprattutto dal lato ironico, presente anche in questa puntata grazie soprattutto a Villanelle e Dasha (qui i rapporti mentore-studente più emozionanti).

Siamo di fronte a un episodio di transizione che non aggiunge niente alla trama. Si prepara solo al gran finale. Cosa hanno preparato i Dodici per le due protagoniste? Eve e Villanelle si alleeranno finalmente? Eve riuscirà a raggiungere l’assassina russa? Perché, come ha detto Carolyn:

“Solo gli eroi portano la ragazza a Hollywood”. Ed Eve non è di certo un eroe.

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