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Killing Eve 3×06 – Punto di rottura

Affrontare il passato non è semplice. Villanelle l’ha scoperto nella scorsa puntata di Killing Eve e ora si scontra con le conseguenze. Vedere la sua famiglia l’ha turbata, uccidere la madre l’ha colpita nel profondo. Non si aspettava una reazione del genere. Ammazzare la gente è il suo lavoro, avrebbe dovuto mantenere il sangue freddo di fronte all’ennesimo omicidio. Ma stavolta era diverso. Finora aveva ucciso solo persone che non conosceva. Abbiamo scoperto che sua madre è la causa di tutte le sue insicurezze e il tentativo di abbandonarla nuovamente ha spinto Villanelle oltre il limite.

Restava solo una cosa per darle uno scopo, ma anche quell’ultimo briciolo di speranza era svanito.

Certo, Villanelle diventa una Custode e ha tutti i vantaggi economici della promozione appena ottenuta. Ma continua a fare sempre il solito lavoro. E lei vuole di più: potere, comando, controllo. Ma i Dodici non si fidano. Felix non è stato una bella pubblicità. Inoltre apprezzano molto di più le sue qualità come assassina che come manager. E quindi perché promuoverla? Forse solo per tenerla buona.

Villanelle vuole solo cambiare vita. Essere al comando, essere libera.

È una giovane donna stanca del mondo che la sta schiacciando, stanca di uccidere. Perché quella è la sua unica prospettiva e lei non lo accetta. Non più almeno. Non vuole finire come Dasha. E proprio a casa della sua mentore crolla definitivamente, cade il suo velo. Si è nascosta per anni dietro un muro costituito da abiti eleganti e uccisioni elaborate. Lo ha amato per molto tempo. Ma non è quello che desidera. L’amore, l’accettazione: ecco che cosa vuole davvero.

E per la prima volta in Killing Eve vediamo la vera Villanelle.

Una ragazza che merita di sperimentare più di quello che la vita le ha imposto. In fondo anche lei è una persona, colpita da innumerevoli sofferenze che l’hanno resa quella che è oggi. Lo scudo che l’ha protetta fino ad adesso e che ora si è frantumato. Sta cambiando tutto per lei. E pensa che l’unico modo per ottenere quello che desidera sia scappare con Konstantin. Ma in realtà è Eve ciò di cui ha bisogno Villanelle.

È vero, il loro ultimo incontro in Killing Eve non è stato dei migliori (qui la recensione della 3×03). Ma lei è l’unica persona che crede in Villanelle. L’unica che può cambiarla in meglio, donarle quella possibilità di potere e libertà che tanto brama.

Non è stata l’assassina russa ad attaccare Niko. Eve sa che è un confine che non supererebbe mai, sa che non è il modus operandi tipico di Villanelle. Non ha semplicemente senso per lei. E allora punta tutto su Dasha. È l’unica che ha un motivo per separarle. E nel loro scontro, Eve dimostra la sua scaltrezza. È la ragione per cui Dasha è scossa, mette via le sue cose e lascia la pista da bowling. Sa che il suo piano è andato a monte. Peggio ancora, Eve ne è al corrente.

Il personaggio interpretato da Sandra Oh è pieno di dubbi, incertezze e perdite. Niko è vivo ma taglia definitivamente i ponti con lei. Chi le rimane adesso? Paradossalmente la sua sola certezza è la donna che, all’inizio di Killing Eve, era la sua nemica. E infatti non dubita mai di Villanelle, nemmeno per un istante.

Le due sono destinate a incontrarsi ancora e, chissà, magari questa volta saranno dalla stessa parte.

Killing Eve

Quindi perché Villanelle sceglie Konstantin per cercare di cambiare vita?

Quell’uomo è la cosa più vicina a un amico che ha. La figura paterna che le è sempre mancata. Se lui scappa, lei vuole esserci. Peccato che il sentimento non sia reciproco. Portarsi dietro Villanelle potrebbe compromettere il suo intero piano di fuga. Vuole solo salvare la figlia e portare con sé un’assassina addestrata non è il modo migliore per farlo. Soprattutto quando è una risorsa così preziosa per i Dodici. Non se la lasceranno scappare senza combattere. Probabilmente nemmeno lo stesso Konstantin potrà farlo. Partire adesso, dopo il confronto con Paul, vuol dire ammettere la sua colpa e confermare ogni sospetto su di lui.

E, cosa ancora più grave per Konstantin, Villanelle ha una grossa influenza su Irina. Konstantin non la può perdonare per questo. Ma non è l’unica colpevole delle azioni di Irina. Lui l’ha messa costantemente in pericolo lavorando per i Dodici. Crescere vicino a tutta quella violenza non può non avere un impatto significativo nella vita di qualcuno. Perché dovrebbe sentirsi in colpa per un omicidio quando suo padre lavora per un’organizzazione di assassini?

Finalmente Konstantin apre gli occhi sulla realtà di ciò che fa e di come ha influenzato sua figlia nel corso degli anni.

Adesso è un’assassina, proprio come lui. Pensa di poterlo fare, pensa che suo padre sarebbe orgoglioso, perché è qualcosa in cui Konstantin è maestro. È il suo lavoro. E se c’è qualcuno a cui Irina vuole assomigliare, il suo modello di vita, nonostante le proteste quando lo vede, è suo padre Konstantin.

Killing Eve si sta avviando alla fine e solo in questa puntata finalmente ci mostra il suo intento: ogni personaggio viene condotto al limite, alla disperazione, al suo punto di rottura. Questo è ben evidente soprattutto con Villanelle (qui un approfondimento su di lei). Abbiamo conosciuto molti lati di lei. Partita come un mostro senza emozioni, nel corso degli episodi sono emersi tantissimi aspetti della sua personalità che l’hanno resa un personaggio complesso. Ora è una donna fragile, in crisi ma, proprio perché è disperata, letale. Desidera una vita semplice ma è difficile immaginare per lei un lieto fine.

Ne sarebbe soddisfatta? O vuole solo la pace perché è così irraggiungibile? Vuole davvero una famiglia? È capace di vero amore? O i suoi desideri riflettono solo ciò che vede negli altri?

Tutti quesiti a cui Killing Eve dovrà dare una risposta. Prima o poi.

Jodie Comer, insieme a tutto il cast, continua a brillare e sono pochi gli show in onda a potersi permettere un cast di qualità così alta in ogni occasione possibile, anche le più estreme. E Killing Eve continua a dimostrare la sua solidità in un episodio che, pur essendo di transizione, è fondamentale nello sviluppo della trama.

È la fine dei giochi, recita il titolo. Ma forse è solo l’inizio di qualcosa di diverso. E non vediamo l’ora che Killing Eve ce lo mostri.

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