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High Desert e l’arte dell’arrangiarsi – La Recensione della serie di Apple Tv+

ATTENZIONE: l’articolo potrebbe contenere spoiler su High Desert, la black comedy che ha esordito a maggio su Apple Tv+!!

L’umorismo è uno strumento che consente di infilarsi nella psicologia dei personaggi non attraverso grandi varchi, ma buttando l’occhio in uno spioncino stretto, intagliato nelle forme più strampalate e agghindato con bizzarri rivestimenti, che abbagliano lo sguardo e, al primo impatto, non gli consentono di andare oltre. È all’umorismo che attinge a piene mani High Desert, una comedy in cui contaminazioni e mix di generi trovano un’armonia nell’interpretazione di Patricia Arquette, Premio Oscar nel 2015 per Boyhood e al ritorno sulla piattaforma Apple TV+ dopo il successo di Scissione (la fantascienza per l’anima) , di cui è stata anche produttrice. L’umorismo è la veste con cui High Desert nasconde le fragilità di una donna – la protagonista Peggy (Patricia Arquette, per l’appunto) – in lotta per la sopravvivenza in un oceano di squali. Il tono della comedy è leggero, le scenografie e la fotografia rilassanti, il ritmo concitato, la trama non eccessivamente pretenziosa, un po’ scolastica ma comunque digeribile, i personaggi totalmente fuori di testa, un codazzo di caratteri eccentrici che accompagna le disavventure della protagonista, il vero fulcro della serie tv.

High Desert

High Desert è apparsa sulla piattaforma Apple TV+ il 17 maggio ed è andata in onda con episodi a rilascio settimanale.

Lo show, che forse si presta più al binge watching che alla visione spezzettata, è stato prodotto da Ben Stiller, che ha acquisito una certa dimestichezza con il mondo della serielità dopo Escape at Dannemora e la già citata Scissione. In entrambi i prodotti, compare il Premio Oscar Arquette, con cui Ben Stiller sembra essere piuttosto in sintonia. La regia è però di Jay Roach, altra vecchia conoscenza di Stiller, con cui ha lavorato in Ti presento i miei e che qui si mette dietro la macchina da presa per dirigere gli otto episodi della serie, il cui soggetto è di Nancy Fichman, Katie Ford e Jennifer Hoppe. Ci sono anche Christine Taylor e Keir O’Donnell nei panni degli strambi fratelli di Peggy, Matt Dillon che interpreta l’ex marito, Rupert Friend che presta il volto a una specie di guru hippie e contrabbandiere, Brad Garrett nelle vesti dell’ingenuo detective Bruce e Susan Park in quelle di una ladra scaltra e ambiziosa. High Desert è la storia di una donna eccentrica e al limite, che è costretta a reinventarsi costantemente per sbarcare il lunario. Lavora come comparsa in un villaggio del Far West, ma cerca di arrotondare mettendo il suo fiuto investigativo al servizio di un’agenzia di detective privati. Pur non avendo esperienza in quel campo, Peggy si butta a capofitto nella nuova avventura, anche se la sua condotta non è esattamente ispirata ad etica e deontologia professionale. La donna, in aperta crisi familiare – separata da suo marito, con una madre scomparsa e due fratelli che si sono stancati di lei -, pesca dove può, sempre al limite tra legalità e criminalità.

In uno scenario che ricorda le trame di Breaking Bad o dei crime-action on the road, la storia di Peggy esalta l’arte dell’arrangiarsi.

High Desert

High Desert è una serie che parla di una criminalità fatta di bianchi che vivono nell’America del deserto e dei Canyon. Nessuna situazione borderline, niente latino americani che trafficano ai confini: l’intenzione degli showrunner era quella di mostrare una storia popolata da quei figli dell’America abbandonati a se stessi. Gli ultimi, quelli che non sono riusciti ad afferrare il grande sogno a stelle e strisce, quelle vite dimenticate su cui non ci si sofferma per pigrizia, per mancanza di interesse, perché prive di guizzi. Ma è proprio lì, nel cuore di quell’America che viaggia veloce, che si cristallizzano le storie delle donne come Peggy e dei suoi comprimari. Là dove è tutto fermo, nei colori accesi del deserto – esaltazione naturale della staticità -, i ritmi concitati di High Desert portano un po’ di brio e spezzano la monotonia. Il contrasto tra la scenografia piatta e distesa e il carisma vulcanico della protagonista – sempre al centro di vicende concitate e rumorose – riesce a conferire a questo show un certo equilibrio. La trama non ha particolari lampi di genio, anzi spesso risulta confusionaria e dispersiva, ma è la presenza scenica di Arquette che riesce a tenere tutto insieme.

I personaggi, più che le storie, sono la vera forza di High Desert, che poi si dilegua nei mille rivoli in cui è spezzettata la trama. Apple TV+ ha scelto l’opzione degli episodi a rilascio settimanale per questa serie, disperdendo un po’ il suo potenziale nell’attesa della puntata successiva. Chi la recupererà in modalità maratona potrà addentrarsi con più disinvoltura nei ritmi accelerati dell’intreccio principale. High Desert è principalmente Patricia Arquette: disinibita, spregiudicata, anticonformista. Il suo black humor è graffiante, per niente delicato. Affonda il colpo quando può, manipola gli interlocutori e conferisce quel tocco di eccentricità in più al personaggio. Ma l’ironia, come dicevamo all’inizio del pezzo, maschera spesso qualcosa di più profondo. Come un buco, una voragine, un disagio che richiede fantasia e sregolatezza per essere tollerato. Ogni personaggio nasconde le proprie fragilità dietro una veste esagerata, sfolgorante. Ma Peggy lo fa in modo ancora più riconoscibile. Il suo malessere è attutito costantemente dal metadone, che le impedisce di fermarsi a riflettere sulla propria vita e i propri fallimenti. C’è una ragione per cui High Desert corre veloce: perché fermarsi costringe a fare i conti con tutto ciò che, nella propria vita, non funziona. Per cui, questa serie allucinogena e accelerata, per quanto sia una comedy pensata a scopo d’intrattenimento, cela dei messaggi molto più profondi e precisi. Non è una serie tv indimenticabile, una di quelle che quando giungono all’epilogo ci lasciano una sensazione di nostalgia addosso. Ma per il vostro weekend potrebbe essere una buona scelta. A maggior ragione perché il personaggio principale è interpretato da Patricia Arquette.