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Andor 1×10 – Esiste una via d’uscita?

ATTENZIONE: l’articolo contiene SPOILER su Andor 1×10 e sulle precedenti puntate della serie di Star Wars

Si avvicina alla sua conclusione la prima stagione di Andor, serie di Disney Plus che racconta le vicende che fanno da prequel allo spin-off Rogue One. La scorsa settimana abbiamo assistito a una puntata globalmente fiacca, che metteva in mostra alcune debolezze della serie, soprattutto sul piano dell’azione e della costruzione narrativa. Questo decimo episodio, invece, rimette Andor sui binari giusti, regalando agli spettatori una delle migliori puntate della stagione.

Ci aspettavamo di assistere finalmente alla fuga di Cassian dalla prigione e veniamo accontentati, con un carico di azione e tensione che finalmente arrivano a popolare la serie di Star Wars. A ciò si accompagna anche una profonda riflessione sulla natura della ribellione, ragionamento che va a impreziosire l’enorme apparato ideologico che soggiace la realizzazione della serie. Restano zoppicanti alcune trame, e in tal senso ci aspettiamo delle risposte nelle ultime due puntate, ma globalmente la puntata è di ottimo livello.

Andor 1×10: il ritorno dell’azione

Finalmente! L’elemento che più era mancato sinora alla serie di Disney Plus si prende la scena in questa decima puntata. Come facilmente immaginabile, il fulcro dell’episodio è la fuga dalla prigione di Narkina 5 di Cassian e compagni e l’attuazione del piano dei fuggitivi viene narrata con sapiente maestria, gestendo al meglio i momenti di tensione e non cadendo in facili esagerazioni. Tempi azzeccati e dinamiche fluide, la fuga dalla prigione è sicuramente uno dei passaggi più riusciti dell’intera prima stagione di Andor, e si conclude anche con un’immagine molto suggestiva.

Il piano dei fuggitivi procede per gradi. Prima la manomissione dell’impianto, poi l’attacco alle guardie, fino al controllo della struttura, alla liberazione degli altri prigionieri e al tuffo in mare che acquisisce anche un profondo significato simbolico. La marea bianca di fuggitivi è un’immagine molto potente, un inno alla libertà e quella predominanza di bianco, colore delle divise dei prigionieri, è una sorta di richiamo alla purezza, al candore ideologico della ribellione, che poco c’entra con la manovra in generale, ma molto con Cassian perché in futuro ne vivrà parecchie di situazioni del genere. Un duro colpo inflitto all’impero, grande assente di questa puntata di cui si evincono i difetti strutturali e organizzativi.

La fuga è accompagnata da toni sensazionalistici, che tradiscono anche un senso di propaganda generale, connotando in maniera ancora più negativa le forze imperiali, che in realtà, lì nella prigione, sono delle semplici pedine e infatti oppongono pochissima resistenza. Ad ogni modo, la fuga da Narkina 5, pur non essendo un atto ribelle, è un trionfo per ogni forza che si oppone all’impero, anche in maniera collaterale. Lo sguardo viene restituito, quindi, con un’accezione ideologica che innesca, come tutto in Andor, riflessioni più profonde.

Andor 1×10 (640×340)

Luci e ombre della ribellione

Al grido “una via d’uscita” i prigionieri scappano da Narkina 5, mostrando che è possibile fuggire dalle grinfie dell’impero, sottrarsi alla sua morsa crudele e spietata. Questa fuga è un enorme grido di speranza e di fiducia e infatti è accompagnata da riflessioni su temi positivi come la resistenza, la forza del popolo, l’unità d’intenti. L’impero ha le armi e il potere, ma il popolo ha i numeri. Questo è un tema fondante di ogni principio rivoluzionario, basti pensare che è la condizione che ha innescato la Rivoluzione Francese, la presa di coscienza del Terzo Stato che contava tutti i poveri e gli umili, che duplicavano il numero di quei ricchi e aristocratici che fino ad allora li avevano oppressi.

Insomma, Andor 1×10 ci mostra come la ribellione possa anche nascere per caso, senza un’organizzazione o un’ideologia. Può essere resistenza e può sovvertire le dinamiche di potere se consapevole. Tuttavia, come spesso accade nella serie di Disney Plus, quest’esaltazione dei principi rivoluzionari viene accompagnata anche da una riflessione sulle sue ombre, condensate ancora una volta dalla controversa figura di Luther Rael.

Nel finale di puntata assistiamo a uno degli snodi riflessivi più potenti dell’intera produzione tratta dal franchise di Star Wars. Luther riceve una sua spia, Lonnie, che muovendosi nella struttura imperiale passa informazioni all’esterno. Quest’ultimo, molto prezioso in passato, riferisce al leader ribelle i progressi di Dedra nell’avvicinarsi a lui e il piano dell’impero di attaccare Anton Krieger e i suoi uomini. In cambio vuole solo uscire da questo gioco di spie, ma trova la ferma opposizione di Luther.

Qui, uno strepitoso Stellan Skarsgard si prodiga in una disamina di tutti gli effetti collaterali di una rivoluzione. Luther rifiuta d’intervenire sull’avvertimento di Lonnie per non bruciare il suo riferimento. È pronto a sacrificare Anton e i suoi uomini per il vantaggio tattico e non ha alcuna intenzione di “liberare” Lonnie dal suo impegno, per la stessa ragione. Cinico e spietato, Luther svela l’amara verità: per combattere l’impero è costretto a usare le armi del nemico e a sacrificare la sua integrità. Rael incarna tutte le ombre della ribellione, mette in mostra quei lati oscuri che si celano dietro gli inni alla libertà e alla resistenza. Con questo passaggio Andor sfoggia tutta la sua potenza concettuale, mostrando in pieno l’ambivalenza della ribellione, che altro non è che poi l’ambivalenza di qualsiasi movimento rivoluzionario della storia.

Tante risposte da dare

Per il resto, in Andor 1×10 vediamo poco. C’è solo un passaggio dedicato a Mon, che si confronta con Davo, ma alla fine rifiuta il suo aiuto per non “sacrificare” sua figlia. La senatrice rimane, ancora una volta, impantanata nelle sue stesse trame. In dieci episodi, sostanzialmente, non ha compiuto nemmeno un passa avanti: è ancora alla ricerca di fondi per la ribellione ed è lontana dal trovarli tanto quanto lo era nella prima puntata. La sua trama piatta ci restituisce un senso di potenzialità sprecata perché Mon Mothma era un personaggio da sfruttare decisamente di più.

Così, con la fuga di Cassian arriviamo a scorgere all’orizzonte le ultime due puntate di questa stagione di Andor. Sono molte, ancora, le risposte che la serie deve dare prima del finale di stagione, ma la sensazione è che ne vedremo poche. La serie è già stata rinnovata e probabilmente avremo diverse risposte solo nel secondo atto della produzione di Disney Plus. Dopo essere scappato di prigione, il futuro di Cassian è appeso a un filo, ma su di lui aleggiano sempre le ricerche dell’impero e della ribellione. Molta curiosità per capire le prossime mosse di Dedra, la cui linea è forse la più convincente finora, mentre ci aspettiamo qualche segnale da Mon e Syril, completamente eclissati con l’incedere degli eventi.