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L’onnipresenza dei The Jackal nelle produzioni di Prime Video è un qualcosa su cui si è scherzato molto in rete. Lo ha fatto la stessa piattaforma di Amazon, che nel presentare le proprie novità durante il Prime Video Presents ha introdotto il collettivo facendo leva proprio su questo aspetto. Dietro lo scherzo, però, c’è un dato incontrovertibile: i The Jackal sono effettivamente onnipresenti. Su Prime Video, ma non solo (saranno alla conduzione, ad esempio, del ritorno di Chi ha incastrato Peter Pan?).
Quelli di Fru, Fabio Balsamo, Ciro Prillo e Aurora Leone sono volti ormai familiari. In diversi ambienti. Tra cui naturalmente quello seriale. Se oggi i The Jackal sono diventati così onnipresenti il motivo va ricercato in una crescita organica della loro carriera. Dai primi video su YouTube fino alla consacrazione di oggi, il gruppo ha saputo sempre stare al passo coi tempi. Crescendo step by step, senza bruciare le tappe e arrivando gradualmente, ma con efficacia, al livello che adesso tutti conosciamo.
In questo articolo intendiamo ragionare su questa crescita dei The Jackal, adottando però il punto di vista da noi privilegiato. L’affermazione in campo seriale del gruppo passa per due momenti fondamentali. Due titoli che ne hanno segnato sicuramente l’ascesa. Il primo è Generazione 56k. Il secondo è naturalmente Pesci piccoli. Due progetti molto diversi, che inquadrano però alla perfezione la crescita che hanno vissuto i The Jackal negli ultimi anni e che li ha portati a questa onnipresenza su cui si scherza tanto, ma che è davvero qualcosa di incredibilmente ammirevole.

Generazione 56k: l’esordio dei The Jackal
Il primo step che ha segnato l’affermazione in campo seriale dei The Jackal è stato Generazione 56k (di cui trovate qui la nostra recensione). Distribuita da Netflix, la serie tv è caduta un po’ nel dimenticatoio, per ragioni che in realtà non comprendiamo benissimo. La prima stagione era stata davvero interessante. Poi però non se n’è saputo più nulla e oggi – a quattro anni di distanza dalla sua uscita – possiamo ragionevolmente considerare concluso il percorso di Generazione 56k. Salvo ovviamente clamorose sorprese.
A ogni modo, Generazione 56k porta la firma dei The Jackal. Solo parzialmente però la loro presenza, visto che in scena ci sono solo Fru e Fabio. L’approccio del collettivo si esplica quindi soprattutto a un livello creativo. Meno sotto il profilo espressivo e scenico. Ritroviamo però nel racconto un elemento che poi sarà importante anche in Pesci piccoli: la dolce ironia che sottende la narrazione.
Generazione 56k – come s’intuisce dal titolo – è una serie tv orgogliosamente nostalgica. Parla a tutti coloro che sono cresciuti negli anni Novanta e attinge a un immaginario collettivo ben definito, di cui gli stessi The Jackal sono rappresentanti. Non è un racconto che spicca per originalità, ma sicuramente possiede una sua anima ben definita. E in questo si percepisce il lavoro in fase di ideazione del gruppo. E si consuma anche il collegamento diretto con Pesci piccoli.
Pesci piccoli: la consacrazione dei The Jackal
Arriviamo così al secondo step dell’affermazione seriale dei The Jackal. Pesci piccoli, naturalmente (qui potete leggere la recensione della seconda stagione della serie). Qui il coinvolgimento del gruppo cambia completamente. In scena vediamo tutti i protagonisti e anche l’argomento del racconto rispecchia il percorso del collettivo. Si crea una perfetta simbiosi tra la finzione narrativa e la realtà che c’è dietro a quella finzione. I The Jackal abbattono quel muro e portano in scena una narrazione che rappresenta una sorta d’innovazione in Italia. Una workplace comedy che guarda aperta a The Office e prova a ricalcarne lo spirito surreale. Riuscendoci soprattutto nella seconda stagione.
In Pesci piccoli vediamo i The Jackal nella loro essenza. Come detto, il gruppo fa di tutto per abbattere la barriera che isola la finzione narrativa, cercando di portare gli spettatori all’interno della loro realtà. L’ambientazione nell’agenzia di comunicazione è ovviamente funzionale al raggiungimento di questo risultato. E funziona davvero bene, perché si percepisce la libertà che hanno i protagonisti nell’esprimersi e viene fuori anche tutta la diversità che intercorre tra i vari membri dei The Jackal. E che contribuisce al quadro organico della serie.
Pesci piccoli si è imposto come un prodotto di successo. Due stagioni e una terza che ha parecchie speranze di arrivare. Il futuro della serie tv di Prime Video sembra florido, a differenza di ciò che è stato quello di Generazione 56k. Torniamo però un attimo a questo passaggio tra i due step. In fondo, quali sono state le differenze tra i due progetti?

Da Generazione 56k a Pesci piccoli: l’evoluzione dei The Jackal
Nel titolo ci siamo chiesti come sia cambiata la formula dei The Jackal da Generazione 56k a Pesci piccoli. Ragioniamo quindi su questo punto, in cui poi si riflettono anche la crescita che è intercorsa dal primo al secondo step. In primo luogo cambia il coinvolgimento del gruppo. Generazione 56k si avvale della collaborazione dei The Jackal. Pesci piccoli porta la loro firma in ogni aspetto. Di conseguenza cambiano l’approccio alla narrazione e alla comicità. In Generazione 56k il tono è incentrato sulla nostalgia e l’ironia è al servizio del racconto. In Pesci piccoli entrambi gli elementi convergono sul tono surreale che caratterizza il racconto. Una mossa che riesce a sfruttare il potenziale di tutti i membri del collettivo. Su tutti Fru, molto più a suo agio nel nonsense di Pesci piccoli di quanto visto in Generazione 56k.
Questa differenza segna il sostanziale cambio di passo tra le due produzioni. Pur dotata di una sua identità ben precisa, Generazione 56k rimane un racconto più comune. Meno capace di spiccare. Pesci piccoli invece porta questa identità a un livello superiore. Possiede un’anima fortissima, esaltata proprio dal contributo di ogni singolo protagonista che s’incastra nel quadro globale della narrazione. In sostanza Generazione 56k ha assorbito solo alcuni tratti del collettivo, risultando un racconto apprezzabile, ma come ce ne sono altri e quindi incapace di distinguersi. La formula dei The Jackal si è fatta invece più pura con Pesci Piccoli, e di conseguenza si è rivelata vincente.
In questa transizione vige quindi l’affermazione in campo seriale del gruppo. Poi, ricalcando questo tormentone dell’onnipresenza, il lavoro dei The Jackal si estende ad altri campi dell’intrattenimento. Per ciò che c’interessa però qui, Pesci piccoli è un importantissimo punto di arrivo, che promette tra l’altro ulteriori sviluppi interessanti. Con la workplace comedy di Prime Video i The Jackal hanno trovato una formula che funziona. E il merito è di un lavoro lungo. Una crescita organica che si basa su una carriera dalle fondamenta solidissime. Un risultato sicuramente meritato, e se oggi i The Jackal sono ovunque non possiamo che esserne davvero felici.


