ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler su Pesci Piccoli 2

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I The Jackal sono tornati, e lo hanno fatto alla grande. Su Prime Video è uscita Pesci Piccoli 2, secondo atto della workplace comedy del fortunato gruppo napoletano. Una stagione più lunga di due puntate rispetto alla precedente. E anche più matura. La produzione italiana dimostra di aver assimilato la lezione dell’esordio (qui potete recuperare la recensione), riproponendo i punti di forza del primo capitolo e lavorando anche su aspetti che avevano funzionato meno. In questo senso arrivano in soccorso proprio quelle due puntate in più, che allungando la narrazione permettono di lavorare più a fondo sui personaggi.
Insomma, Pesci Piccoli 2 ci sembra un buon proseguimento di una buonissima prima stagione. Non manca sicuramente l’ambizione a un prodotto che continua a rappresentare un unicum nel panorama italiano. E non manca l’energia, quella inconfondibile dei The Jackal, accompagnati ancora una volta da Martina Tinnirello e affiancati in questo loro ritorno da una serie incredibile di guest star. Una buona stagione quindi. Che ci ha convinto, ci ha fatto ridere e ha anche saputo emozionarci. E che soprattutto spalanca le porte a un futuro che ha ancora molto da dire.

Più spazio e più intensità
Partiamo proprio dal maggiore elemento di novità di Pesci Piccoli 2 in questa nostra recensione. Questo capitolo conta otto episodi. Come detto due in più rispetto alla prima stagione. Ne consegue uno spazio maggiore per lavorare sullo sviluppo di qualche trama orizzontale e sulla caratterizzazione dei personaggi. Niente di troppo articolato, sia chiaro. La serie di Prime Video mantiene il proprio sviluppo principalmente lungo l’asse verticale. Puntata per puntata. Però alcuni accenni di una costruzione narrativa più approfondita ci sono.
Le dinamiche amorose sono il carburante principale per lo sviluppo della trama orizzontale. Specialmente quella tra Fabio e Greta. Se nella prima stagione era stata l’infatuazione di Aurora a muovere questa costruzione narrativa, qui tocca ai due protagonisti, la cui intesa è molto appassionante. Sul versante dello sviluppo dei personaggi invece il lavoro si concentra su Ciro, anche lui al centro di una trama orizzontale interessante (quella con Giulia e sua figlia), la quale si realizza soprattutto attraverso la presa di coscienza del protagonista.
Tutto ciò rende il racconto molto più organico. Le trame verticali rimangono comunque in primo piano. Ogni episodio ha un suo focus e un proprio sviluppo. Tuttavia questi elementi che trascendono la divisione in puntate creano una certa armonia che spinge sicuramente lo spettatore ad andare avanti. Oltre alle risate ci sono le emozioni. Elementi visibili anche nella prima stagione – il grande cuore dei The Jackal è stato da subito uno dei segreti del successo di Pesci Piccoli – ma qui sicuramente trattati in maniera più approfondita.
Pesci Piccoli 2 tra citazionismo e guest star
Come si vede il cuore del gruppo campano, in Pesci Piccoli 2 affiora prepotentemente anche l’anima dei The Jackal. Un sentimento citazionista, intriso ci riferimenti pop. Da Titanic a Fight Club, passando per la strampalata e meravigliosa puntata-omaggio al Fantabosco. I The Jackal si divertono un mondo a infarcire la propria serie tv di citazioni, le quali creano una sorta di immaginario collettivo del gruppo. Grazie allo stile semplice del racconto e a questa familiarità, ci sembra davvero di poter entrare nel loro mondo. E questo meccanismo aiuta moltissimo lo spettatore a sentirsi parte della realtà che sta vedendo.
Funziona tantissimo, in questo senso, la workplace comedy dei The Jackal. L’agenzia che prende vita in Pesci Piccoli è davvero un luogo familiare per lo spettatore. Si crea quell’identificazione fondamentale per il successo di un racconto di questo genere, perché il posto di lavoro sfoggia una propria anima. Mostra fiera la propria essenza. Non è mero sfondo, ma è protagonista accanto ai protagonisti. E tutto ciò è reso possibile dall’abbondanza di connotati (molti anche personali) che i The Jackal riversano nella loro agenzia fittizia. Lo spettatore si sente così a casa. Parte della famiglia.
Ad arricchire il tutto ci sono poi un’infinità di guest star. Spiccano senza dubbio le prove di Beppe Vessicchio – in un’inedita modalità Santone – nella primissima puntata e quella di Tonio Cartonio in quella piccola gemma che è la fanta-agenzia concepita nella mente di Fru. A impreziosire la serie ci sono però tanti altri protagonisti. Da Alessandro Borghese a Paolo Calabresi, l’indimenticabile Biascica di Boris. Da Stefano Nazzi a Tinti e Rapone. Insomma, Pesci Piccoli 2 si presenta pure come una carrellata di ospiti che arricchiscono il mondo dei The Jackal.

Pesci Piccoli 2: il debito con The Office e il futuro
Un’ultima cosa da sottolineare nel parlare di Pesci Piccoli 2 è l’incredibile ed evidente debito che mostra nei confronti di The Office. La workplace comedy per eccellenza. La produzione NBC è un modello a cui è impossibile non guardare. E ovviamente i The Jackal lo fanno, riuscendo a cogliere un elemento fondamentale della serie tv con Steve Carell (sapevate che esiste anche un remake australiano della serie? Qui trovate la nostra recensione). Pesci Piccoli riproduce quella surrealtà che è stata la cifra stilistica del successo di The Office. Non intendiamo ovviamente fare paragoni, sia chiaro. Sarebbe inutile e ingiusto. Ci interessa sottolineare però come la serie di Prime Video riesca ad attingere da un modello così prestigioso un elemento tanto fondamentale, quanto complesso da riprodurre. Davvero un ottimo lavoro.
Insomma, è evidente che Pesci Piccoli 2 ci sia piaciuta. I The Jackal confermano la loro forza con una serie tv davvero unica nel panorama nazionale. Come al termine della prima stagione, anche questa seconda finisce con un augurio di Fru. Un riferimento meta-narrativo che auspica il rinnovo per un altro capitolo. D’altronde il finale si presta benissimo a un prosieguo, tra il nuovo flirt all’orizzonte per Aurora, la situazione tra Ciro e Giulia e quella esplosiva tra Fabio e Greta in ufficio, la cui privacy è affidata alle quantomai inaffidabili mani di Fru.
Il materiale per proseguire non manca. Con Pesci Piccoli siamo di fronte davvero a un prodotto che potenzialmente potrebbe andare avanti a lungo. Come le migliori comedy, d’altronde. Le puntate sono divertenti. Quel po’ di trama orizzontale è appassionante. I personaggi ovviamente funzionano. Tutto porta a pensare che la serie tv dei The Jackal possa avere un avvenire limpido davanti. Non ci resta che attendere.