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Paso Adelante è ancora oggi un guilty pleasure di cui non riusciamo a fare a meno

Avete presente quando c’è qualcosa che vi fa impazzire davvero tanto, ma che se solo dirlo ad alta voce ve ne farebbe vergognare da morire? Ecco cos’è un guilty pleasure. Glee a questo tema ha dedicato un intero episodio, il diciassettesimo della quarta stagione, già nel 2013. Faccio coming out subito: per un periodo ho avuto una celebrity crush per David Schwimmer e Teo Mammucari, perciò qui nessuno vi giudicherà per i vostri. Soprattutto, nessuno vi giudicherà se ammetterete che Paso Adelante, ancora oggi, è un guilty pleasure di cui non riusciamo a fare a meno.

Qualche tempo fa, a distanza di qualche settimana dal suo caricamento su Netflix, sono ricaduta nella trappola di questa serie tv. Ero riuscita a resistere per quasi tre settimane, ma poi ho ceduto. Sono una persona debole io, se c’è un po’ di trash, se c’è un ricordo degli spensierati pomeriggi di quand’ero bambina, state pur certi che cederò alla nostalgia e guarderò quel programma, quella serie, quel cartone animato o quel film e nessuno potrà fermarmi. Un altro guilty pleasure, potreste pensare, e pensate bene. Ma diciamoci la verità: chi non avrebbe ceduto alla possibilità di tuffarsi con salto mortale con triplo avvitamento carpiato incrociato doppio direttamente nelle fauci di Paso Adelante? Non io chiaramente e se siete qui spero nemmeno voi.

Paso Adelante
Paso Adelante (640×360)

Perciò mi sono messa comoda sul divano e ho schiacciato play, la cosa peggiore che potessi mai fare. La mia vita sociale e i miei studi ne hanno risentito molto, ma in compenso sono riuscita a terminare numerosi lavori all’uncinetto e a sguazzare allegramente nei drama della scuola di arti sceniche di Carmen Arranz. E fin dal primo istante è stato come tornare a casa. I corridoi familiari, le scale incredibilmente familiari e poi le aule, gli alloggi, ma soprattutto i volti, quei volti che grazie al potere mummificatorio del cinema (della serialità e comunque del mondo dell’audiovisivo) sono rimasti congelati nel tempo, fermi immobili, immutabili, per niente soggetti al cambiamento e allo scorrere del tempo. I nostri amati personaggi ci hanno attesi per chissà quanto tempo conservandosi nello stesso stato perché questo è il potere del video. E lo so, mi è partita la vena romantica, ma Silvia, Lola, Ingrid, Rober, purtroppo anche Pedro, e ancora gli stupendi Adela, Cristobal, Jojo, Horatio e tutti quanti gli altri sono rimasti sempre loro, pronti a raccontarci ancora una volta la storia di come hanno provato a raggiungere il successo.

E vi dirò che la prima stagione l’ho divorata. Mi sono abbuffata delle storie di quei ragazzi, mi sono ri-innamorata di Benny, sapendo che me lo avrebbero portato via alla fine, ma non mi importava. Ho provato estremo fastidio per l’ingenuità di Lola e osservato impotente l’inizio del declino della meravigliosa Ingrid; ho amato di nuovo Silvia, anche se ammetto che la ricordavo molto più s****za; ho detestato ogni singolo movimento, ogni singola parola e ogni singolo respiro di Pedro proprio come a quei tempi e mi sono ri-innamorata – o forse è meglio dirlo italianizzando l’espressione inglese – sono “ri-caduta in amore” per Rober. Ho ricordato quanto fosse fastidiosa Diana e che Claudia sia mai esistita; ho sorriso per Antonio, presenza insostituibile e necessaria nella scuola; ho tifato per Carmen e compreso meglio Gaspar. Ho scosso la testa contrariata per le idiozie di Juan e ho sognato il lieto fine per Cristobal e Adela, i miei professori preferiti. E bisogna dirlo la prima stagione di Paso Adelante, nonostante determinate cose nel 2023 suonino indicibili, è fatta davvero bene.

Natalia Millán e Víctor Mosqueira (640×360)

Certo, ci sono degli argomenti che ai giorni d’oggi risultano inappropriati, obsoleti, alcuni superati, c’erano dei tabù che oggi non lo sono più (per fortuna) e sicuramente il modo di approcciarsi, di scrivere e di mettere in scena soprattutto i personaggi femminili è cambiato, si è evoluto, è migliorato. Ma questo non toglie che ai tempi Paso Adelante fosse un ottimo prodotto e che se lo contestualizziamo temporalmente, lo è ancora.

Mi è capitato di leggere “è invecchiata male“, no, non è invecchiata male la serie, è che ci siamo evoluti bene noi… o quasi, ok diciamo che siamo sulla buona strada per arrivare al terzo livello di evoluzione della nostra specie che – spero e mi auguro – sia quello finale e anche quello più giusto. Ma ad ogni modo, Paso Adelante non aveva la responsabilità di invecchiare bene, quanto piuttosto aveva la responsabilità di raccontare un determinato momento storico, della gioventù che popolava quel momento storico e dello stile di vita di quest’ultimo, ecco. Almeno, così la penso io.

Paso Adelante
Paso Adelante (640×360)

E sì, certo, è un agglomerato di trash e di follia esagerato, un calderone di cose tanto improbabili per essere vere da diventare plausibili in quel contesto. Le storie dei personaggi sono totalmente fuori dalle righe e dagli schemi: una ricca che lascia l’America e una prestigiosissima scuola di danza per tornarsene a Madrid e fare la Elena D’Amario che torna ad Amici nonostante il successo internazionale (cosa che comprendiamo perché Maria è il posto fisso dei lavoratori dello spettacolo, che sia sempre benedetta); un ragazzo di provincia con poche possibilità economiche e chiari problemi di rabbia; un figlio di papà bello e dannato, ma soprattutto str***o, uno di quelli che ai tempi ci facevano impazzire, ma da cui adesso fuggiremmo a gambe levate perché urlano red flag (non tanto quanto Pedro, ma comunque…); una ragazza esuberante, apparentemente incontenibile, ma con i daddy issues che la porteranno a cominciare una relazione con un professore; una ragazza con tanti sogni e aspirazioni, innocua e innocente, ma un po’ fastidiosa e petulante che fa da mamma a suo fratello e da moglie a suo padre da quando è venuta a mancare sua madre.

E non abbiamo ancora menzionato i professori, perché ricordiamo c’è: un professore che si presenta nudo alla prima lezione con gli studenti; uno che è ossessionato dalla sua ex che si dà il caso sia anche una sua collega e poi intrattiene una relazione con una studentessa; un uomo severo e rigido che proietta i suoi problemi personali sui suoi colleghi e alunni; un’insegnante che piuttosto che volere che i suoi alunni realizzino i propri sogni, prova rancore nei loro confronti perché frustrata di non avere realizzato i suoi e cerca di mettergli i bastoni tra le ruote; un’ex ballerina di lap dance con problemi di alcolismo che vuole redimersi e una direttrice che deve barcamenarsi tra tutte queste personalità, portare aventi una scuola e subire il peso e l’influenza di un consiglio che di arte ne capisce relativamente poco, ma guidato da una che purtroppo non solo è competente, ma è anche famosa.

Paso Adelante
Paso Adelante (640×360)

E queste sono solo le premesse, perché come sapete e come ricorderete bene, le storie si complicano e cambiano fino all’inverosimile. Arriviamo a un punto in cui – per citare Annalise Keating – “Non deve avere senso, deve solo sembrare un casino“, a partire dalla quarta stagione in poi e in questo i nostri cugini spagnoli sono bravissimi. Per questo, mentre riguardavo Paso Adelante, ho twittato quanto segue e penso e spero possiate essere d’accordo con me.

Ma nonostante questo, nonostante Paso Adelante sia effettivamente un prodotto così imbarazzante (per qualcuno), ha un potere di attirarci e tenerci incollati allo schermo che è ammirabile. Posso assicurarvi che sull’ormai defunto Twitter, ora X, eravamo tantissimi a commentarlo e sì per la maggior parte di noi era la componente nostalgica, ma tanti altri lo hanno scoperto adesso e – se dobbiamo essere onesti – all’inizio erano un po’ imbarazzati dal contenuto della serie, ma piano piano se ne sono innamorati anche loro. Perché Paso Adelante è questo, Paso Adelante è un guilty pleasure di cui non possiamo fare a meno, non ieri, non adesso, non domani.

Oh, prima di salutarvi un piccolo consiglio per chi cerca qualcosa di nuovo da guardare: dopo il rewatch di Paso Adelante, ero così triste per averlo terminato e non avendo un lettore per DVD nella mia casa da fuorisede non potevo fare il rewatch di Saranno Famosi per restare in tema, e così mi sono imbattuta in UPA Next e vi dirò, vale la pena dargli un’occhiata, sperando che la serie non perda spessore nelle stagioni successive o che non diventi un infinito calderone di nonsense come – ad esempio, ne dico una a caso – Élite.