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Il Supremo Consiglio per le Antichità egiziano accusa Netflix di falsificazione storica per Regina Cleopatra

La docuserie Regina Cleopatra ancora non è arrivata su Netflix – arriverà il 10 maggio – ma ha già attirato parecchie polemiche. In particolare le critiche riguardano la scelta di scritturare l’attrice britannica di colore Adele James per interpretare la sovrana egiziana, scelta che la regista Tina Gharavi ha difeso.

Le critiche non arrivano solo dal pubblico. A tal proposito si è espresso anche il Supremo Consiglio per le Antichità, un’organizzazione statale egiziana che esiste da 160 anni, responsabile del patrimonio culturale del Paese e di tutti i suoi siti archeologici.

Il Supremo Consiglio per le Antichità ritiene che la protagonista di Regina Cleopatra non rispecchi la vera etnia della sovrana

Le critiche alla docuserie Regina Cleopatra affermano che con la scelta dell’attrice Adele James si porti sullo schermo una rappresentazione sbagliata dell’aspetto e delle origini etniche della sovrana.

Il Supremo Consiglio per le Antichità (SCA) egiziano si è unito alle critiche rivolte alla docuserie, ribadendo tuttavia che alla base della polemica non c’è il razzismo. Le origini etniche della sovrana sono da anni molto discusse tra gli studiosi.

Come riporta Deadline, in una nota diffusa attraverso il sito web del Ministero della Cultura e delle Antichità dell’Egitto, il Supremo Consiglio per le Antichità esprime la sua contrarietà alla rappresentazione di Cleopatra con “lineamenti africani e pelle scura”. Nel comunicato si legge:

“Il Segretario Generale del Supremo Consiglio per le Antichità conferma che la regina Cleopatra aveva la pelle chiara e lineamenti ellenici (greci)”. 

Il segretario Mostafa Waziri sposa le accuse di “falsificazione storica” aggiungendo:

“La rappresentazione dell’eroina è una falsificazione della storia egizia e un palese errore storico, soprattutto perché la serie è classificata come documentario e non come opera drammatica, il che si chiede ai responsabili della sua produzione di indagare sull’accuratezza storica e fare affidamento su dati storici e fatti scientifici per garantire che la storia e le civiltà non vengano falsificate”.

Waziri nega inoltre che la polemica nata in Egitto contro la scelta di Adele James per il ruolo di Cleopatra abbia una matrice razzista nei confronti delle persone di origine africana. Continua:

“L’atteggiamento di rifiuto che precede l’uscita nasce dalla volontà di difendere la storia della regina Cleopatra VII, la quale è una parte importante e autentica della storia antica dell’Egitto, e lontana da ogni razzismo etnico, nel pieno rispetto per le civiltà africane e per i nostri fratelli nel continente africano che ci riunisce tutti”.

La docuserie è prodotta e narrata da Jada Pinkett Smith e debutterà in streaming il 10 maggio. Questa la sinossi data da Netflix: “Come ultima regina d’Egitto, Cleopatra lotta per proteggere il trono, la famiglia e l’eredità in questo docudrama che include ricostruzioni e interviste con esperti“. La docuserie è composta da 4 episodi.