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Martin Scorsese, il finale di Killers of the Flower Moon e il cameo “improvvisato”: «Dovevo provarci»

Attenzione: l’articolo potrebbe contenere degli spoiler sul finale del film Killers of the Flower Moon.

Martin Scorsese ha riunito il dream team di Hollywood per la sua nuova pellicola che è attualmente nelle sale cinematografiche: tra i protagonisti del thriller figurano infatti Leonardo DiCaprio e Robert De Niro. Ispirato al romanzo bestseller scritto da David Grann, racconta un capitolo terribile della storia della nazione degli Osage attraverso l’amore impossibile tra Ernest Burkhart e la Nativa Americana Mollie Kyle. Killers of the Flower Moon, nonostante la sua lunga durata (che è pari a 204 minuti), ha ottenuto dei numeri egregi al box office riuscendo a guadagnare 137 milioni di dollari in tutto il mondo.

Un aspetto che ha particolarmente sorpreso il pubblico è stato il cameo che Martin Scorsese ha fatto nel finale di Killers of the Flower Moon.

È stata una trovata geniale quella con cui il regista ha deciso di concludere la sua nuova pellicola. Mentre sullo schermo si estende la veduta dall’alto di un powwow, un annunciatore radiofonico legge cosa è accaduto dopo l’omicidio degli Osage e svela qual è stato il destino dei protagonisti del film. In una speciale proiezione di Killers of the Flower Moon che ha avuto luogo davanti ai giudici degli AMPAS Martin Scorsese ha spiegato i motivi dietro la sua particolare scelta. Secondo quanto ha riportato The Playlist, il regista ha rivelato in questa occasione che con l’epilogo voleva mostrare come anche gli omicidi brutali possano diventare una forma di intrattenimento:

Beh, il fatto è che nel libro si parla della nascita dell’FBI. Giusto? E quindi l’FBI aveva bisogno di propaganda. E così andarono alla radio e io sono cresciuto ascoltando la radio prima che esistesse la TV. Quindi ho ascoltato Gang Busters e spettacoli del genere. E ho pensato, beh, non sarebbe fantastico se questa cosa, tutto questo accadesse, delle persone morissero, ci fossero tragedie, sofferenze, angoscia e tutto il resto. E tutto questo è diventato uno show radiofonico… e in un certo senso è diventato intrattenimento. E noi, ancora una volta- è una cosa mia, non sto accusando nessuno- ma il punto è che è mia convinzione di esserne diventato complice, godendomi l’intrattenimento. E anche questo film è intrattenimento in questo senso. Sai cosa voglio dire? Cerco di renderlo il più veritiero possibile, il più onesto possibile, dovrei dire. E quindi ho detto che dovevamo finirla con uno di quei programmi radiofonici in cui dopo tutto questo che hai visto, questo è tutto ciò che il pubblico americano è stato portato a pensare o credere della situazione. E nel bel mezzo dello spettacolo diventa improvvisamente un epilogo perché se è davvero il 1936 in uno studio radiofonico, cosa ti sta dicendo? Come poteva l’annunciatore sapere che Bill Hale è morto all’età di 87 anni?

Quando ha avuto l’intuizione, era già partito lo sciopero della SAG-AFTRA che gli impediva di chiamare un attore perché leggesse quelle battute. Ha pensato allora di prestare lui stesso la voce alla sequenza di chiusura del film e ha chiesto al sindacato degli attori, se gli potesse essere concessa la libertà di fare questa operazione. Dopo aver ottenuto l’assenso, ha registrato la scena finale di Killers of the Flower Moon:

“E poi abbiamo avuto il necrologio e non sapevo se potevo dirigere un attore affinché lo facesse. E avendo vissuto con gli Osage e tutti gli altri in Oklahoma per così tanto tempo, ho sentito che dovevo provarci io stesso. Siamo fortunati che SAG abbia detto [‘OK’] altrimenti non avremmo potuto parlare [Ride]. Ho avuto una piccola deroga, ma solo di 36 secondi. Ma io ho detto: ‘Ascolta, lasciatemi fare questo. Se non funziona, conosco l’angolazione. Posso convincere un altro attore a farlo.’ Ma mentre lo facevo, in un certo senso lo sentivo. E ho avvertito anche in un certo senso, come ho detto, la mia complicità con la vita e il mondo così com’è, cercando di averne compassione. Una connessione con coloro che soffrono nel mondo, tutto qui”.