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Tyrell Wellick, l’incauta perversione del successo

La stranezza che ci riporta immediatamente a Tyrell Wellick è di certo il fascino che lo contraddistingue nonostante tutte le pieghe della sua personalità. Le sue trasformazioni sono immediate, non prevedono escalation progressiva, ma solo pochi istanti di perdita di consapevolezza che lo rendono d’immediato temibile e folle. Ma d’altronde è uno dei personaggi più poliedrici di Mr Robot ed è questa la definizione che più fa pretendere dalla sua manifestazione attoriale e scenica.

A portarlo al limite è sempre la volontà di andare oltre, al di là di tutto ciò che ha e che tutti hanno. Per essere il primo, il migliore e l’unico. Tutto questo porta all’immagine che mostra e che vorrebbe anche avere, sempre. Ma questo non è possibile, rimanere quello che non si è quando si è da soli e non più in pubblico è difficile e addirittura impossibile per Tyrell.

Il successo lo porta a osare sempre di più, a uccidere addirittura. Accecato dal nulla che ormai pervade il concetto di potere si spinge verso quella fine del mondo che potrebbe far pensare, in senso lato, ad Alessandro Magno e di riflesso a un altro personaggio meraviglioso nella sua folle manifestazione, Thomas Shelby.

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Nei suoi confini, dettati dal tempo che sembra non scorrere e dalla realtà tanto distopica da avvicinarsi a tutte le nostre, rimane davvero unico nel suo genere. Ogni crisi finisce con il suo fermarsi davanti alla consapevolezza delle proprie azioni, al di là di questo, in apparenza, non c’è null’altro. Non si può andare oltre. Eppure tutto ciò diventa, la volta successiva, un nuovo obiettivo da raggiungere.

Potremmo dire che il fine giustifica i mezzi per Tyrell, ma potremmo allargare il concetto anche a tutto il mondo di Mr Robot. Anche se Tyrell sembra non accorgersene, sembra non comprendere la gravità delle sue azioni mentre le sta mettendo in atto. Solo dopo, in un secondo momento, e sono questi gli istanti di immobilità di fronte al suo passato e a tutto ciò che ha commesso fino ad allora.

Da CEO fino ad arrivare al personaggio più temuto e interessante per quanto riguarda la distruzione di quella che è stata la sua azienda.

La sua vita cambia quando incontra Elliot e cerca di portarlo dalla sua parte. In realtà, è anche e soprattutto lui a essere portato dalla parte opposta da Elliot. Le sue azioni cambiano, diventano orientate a distruggere ciò che ha costruito, questa volta con più consapevolezza e moralità.

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Sicuramente ciò che prima lo portava a essere determinato verso obiettivi meno etici era anche il conflittuale e strano rapporto con sua moglie. Per lei si sacrifica e fa tutto ciò che crede sia giusto, anche quello che evidentemente non lo è.

Una volta che si guarda da questa prospettiva veniamo a conoscenza di una persona fragile e al contempo capace di tutto. Un essere umano che non ha bisogno di nulla, ma che allo stesso tempo ha bisogno della sua famiglia per sopravvivere. Da Joanna e da suo figlio passa però a Elliot.

Dal loro rapporto nasce una collaborazione strana, alle volte controproducente, che però ci permette di vedere altri lati del suo carattere che fino ad allora naturalmente ignoravamo.

Con il passare degli episodi, Tyrell cambia e di lui muta soprattutto la determinazione che diventa condivisione. È capace, alla fine, di sacrificarsi per il bene degli altri, è capace di riflettere su quello che Elliot è stato ed è, di fare paragoni e di servirsene per cambiare anche in pochi istanti.

Alla fine tutto questo ci lascia l’amaro in bocca e ci viene impossibile non ringraziarlo per la sua straordinaria vita: è riuscito e a farcela rivalutare. Nelle nostre menti è come un’opera d’arte.

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