In Misfits, una serie come nessun’altra, ogni ragazzo colpito dal fulmine ottiene un potere basato sui suoi desideri più profondi. Simon Bellamy ha la capacità di rendersi invisibile perché ciò che desidera davvero è sparire. Nessuno lo ha mai guardato, nessuno riesce a scorgere il ragazzo timido e introverso che vuole solo nascondersi dal mondo. Non vuole soffrire a causa degli altri, non vuole che lo vediamo perché significherebbe sentirsi inadeguato. Molti, come lui, si sentono spesso così a causa degli altri e di loro stessi. Chiusi in una scatola in cui a variare non sono le situazioni, ma il tempo.
Il trascorrere del tempo può portarci via molte cose, anche la nostra stessa inadeguatezza, senza sapere come o quando sia accaduto. Il tempo, infatti, è una presenza costante e invisibile nelle nostre vite, contro il quale è difficile combattere. Dovremmo quindi arrenderci all’inevitabilità degli eventi? Simon Bellamy, durante il suo arco narrativo in Misfits, ci ha mostrato come il tempo vada affrontato per avere accesso ai momenti migliori della nostra esistenza.
Per arrivare a quei momenti belli, tuttavia, dobbiamo accettare anche l’altra faccia della medaglia. La storia di Simon è intrisa di tristezza, costantemente immerso in un limbo di insicurezze, guarderà sempre gli altri fare la vita che lui stesso vorrebbe ma che non riesce a ottenere. Perché, come per tutti i ragazzi di Misfits, a fermarlo sono le sue stesse paure e gli eventi che si intrecciano in un caos folle. L’unica cosa che può fare è rimanere a osservare in silenzio.
Così, Simon, svanisce nel nulla anche se la sua presenza rimane costante. Un occhio invisibile che guarda inesorabile accadere tutto, senza mai agire e senza mai poter davvero intervenire. Questo prima di capire l’amore che prova per Alisha, prima che abbia sufficiente stima in sè stesso da poter capire cosa fare. Mentre nessuno dà peso alla sua presenza, finalmente qualcuno lo nota, qualcuno vede oltre quel ragazzo disadattato.
Con la morte di Alisha capiamo davvero quanto il tempo ci porti via ciò che amiamo e quanto lui stesso non possa far altro che rimanere impotente. Per una volta non è Simon a uscire di scena ma ne rimane vittima, incapace di nascondersi dal dolore. Cosa fare di fronte a una tragedia così insensata? Combattere contro il tempo sembra l’unica cosa giusta da fare per poter abbracciare la donna che ama. Diventare davvero un osservatore, anche se stavolta come parte attiva nella salvezza dei suoi amici e del suo amore.
Sceglie di sacrificare i suoi poteri e la sua vita per avere del tempo in più con lei. Sa già che non sarà poi molto, conosce tutto degli eventi che devono accadere e una parte del suo futuro, ma deve farlo. Così si chiude in un loop temporale che permetterà a lui e a tutte le sue versioni passate e future di vivere l’amore che ha sempre cercato. Simon Bellamy diventa il tempo stesso, invisibile e intrappolato in un ciclo di eventi che si ripete costantemente e indipendentemente dalle sue azioni.
Sicuramente è ciò che vuole. Perché il suo desiderio più profondo è ormai diventato l’amore di Alisha, è diventato strappare al tempo degli attimi con lei. I due finiscono per essere gli eterni amanti di una storia tanto tragica quanto romantica. Non potrebbe essere altrimenti perché Misfits ci ha preparato ad accettare questo tipo di situazioni: crude, senza via d’uscita e che spezzano il cuore.
Capiamo che Simon Bellamy esiste e non è più invisibile agli occhi degli altri quando Alisha scopre l’identità dell’uomo che l’ha salvata. Finalmente può rivelarsi, ma con lui viene fuori anche la difficile verità che sta per accadere. Ma chi dice che non sia proprio la sua presenza a farla accadere? Noi, come lui, possiamo osservare tutto senza poter fare nulla. Siamo inermi di fronte al tempo delle scene che si consumano.
Nascosto tra le pieghe di questo racconto, c’è un ragazzo che vuole semplicemente qualcuno che veda nel suo cuore, non importa quando.