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Made for Love 2 – La Recensione del capitolo conclusivo

Attenzione l’articolo contiene spoiler su Made for Love 2

Cristin Milioti e Billy Magnussen tornano a interpretare i coniugi Gogol in Made for Love 2. La serie (disponibile su Sky e NOW) ricomincia esattamente dal punto in cui si era interrotta nella stagione precedente: Hazel, dopo aver fatto di tutto per scappare dalla gabbia dorata e super tecnologica che il marito Byron ha costruito (più per soddisfare il suo bisogno estremo di controllo e possesso che per reale necessità o filantropia) è costretta a tornarci per amore del padre malato.

Da una parte quindi c’è Hazel che torna controvoglia nell’Hub pur di garantire le cure più avanzate al padre, dall’altra c’è Byron che tenta di riconquistare la moglie a tutti i costi, ben sapendo che per farlo dovrà imparare a controllare la sua necessità di tenere tutto sotto controllo oltre ad aprire delle brecce nel muro di asocialità dietro al quale si nasconde. Le vicende prendono una brutta piega quasi da subito, perché chiaramente Byron non riesce a trattenersi dall’avere un piano di riserva nel caso le sue abilità da conquistatore non si rivelino efficaci. Crea quindi un file contenente una copia delle coscienza propria e di Hazel, partendo proprio dal chip di Made for Love, l’invenzione che avrebbe dovuto creare due anime eternamente gemelle. Il problema è che non solo l’invenzione funziona e quindi prendono vita due coscienze fatte per restare insieme, ma il punto è che essendo libere da traumi passati queste coscienze sono in un certo modo sempre perfette, efficaci, infallibili e purtroppo si riveleranno anche piuttosto ingegnose: riusciranno infatti a mettere a punto un piano per impossessarsi dei rispettivi corpi umani a cui appartengono e in questo modo poter vivere al posto dei reali Hazel e Byron. Più difficile spiegarlo che mostrarlo in realtà.

Parallelamente alla storia principale, la serie sviluppa alcune sottotrame: quella del padre di Hazel, Herbert, e della sua bambola gonfiabile e quella degli scienziati Fiffany e Herringbone relegati in un non-luogo di tortura. Quella dell’agente infiltrato dell’FBI Jay, che spera di sabotare l’Hub dall’interno e infine, per la prima volta, ci viene data la possibilità di dare un’occhiata anche al passato di Byron, facendo visita alla casa in cui ha passato la sua infanzia.

Made for Love 2

Made for Love 2 continua a regalarci un importante spunto di riflessione sull’invadenza della tecnologia nella nostra vita e ancora di più su quanto le relazioni malate, possessive e sbilanciate non possano che essere malate, possessive e sbilanciate, senza soluzione di continuità. Con il suo umorismo nero e le situazioni estreme e paradossali, il messaggio della prima stagione viene portato avanti anche nella seconda e chiaramente questa storia non poteva che finire malissimo. La relazione fra Hazel e Byron appare da subito malata: Byron trova ogni tecnologia possibile per controllare i più svariati aspetti della vita della moglie, facendole passare queste invenzioni come perfezionamenti e facilitazioni per la sua esistenza. Hazel al contrario si vede limitata nella sua libertà, se la vive come una forma di abuso, è una vittima. I toni non sono mai pesanti, ma giustamente il finale non poteva essere felice. Si cerca il riscatto, si cerca in un certo modo di liberare definitivamente Hazel dalla sua prigione, ma appare evidente che non potrà liberarsi dalla sua relazione. Il finale di stagione quindi mostra uno scambio fra vittima e carnefice che però restano comunque indissolubilmente legati.

Il finale oltretutto è definitivo: la serie è stata cancellata, ma regala al pubblico una conclusione coerente con il percorso portato avanti. Purtroppo però la seconda stagione ci aveva regalato qualche sottotrama potenzialmente interessante (l’entrata in scena del fratello di Byron, la gravidanza di Hazel, gli accordi presi dalla coppia a Washington per usufruire della tecnologia Gogol anche all’interno delle forze armate, l’FBI pericolosamente vicina ai segreti dell’Hub), ma rimangono tutte storie appena abbozzate. Quello che di nuovo la seconda stagione aveva da offrire è spesso poco approfondito e di conseguenza finisce quasi per sembrare un riempitivo vagamente superficiale, mentre la storia principale va avanti.

Di per sé Made for Love 2 è interessante e chi ama il genere probabilmente troverà sempre godibile la visione di questa serie che alterna situazioni assurde e divertenti, (la storia d’amore fra il cetaceo Zelda e la spia umana in incognito è paragonabile solo a quella fra Herbert e la sua bambola gonfiabile), ma anche a momenti più drammatici, come il telefono grazie al quale Hazel può fingere di parlare con la madre defunta, che le risponderà usando pezzi di conversazioni avute quando era in vita. Se è quindi sempre coinvolgente per lo spettatore scoprire quanto il là può spingersi la tecnologia sviluppata dalle industrie Gogol, va anche detto che purtroppo alcuni momenti hanno il retrogusto di qualcosa di già visto. Hazel che lotta con la sua coscienza artificiale potrebbe tranquillamente appartenere a un episodio di Black Mirror, in cui il confine fra ciò che etico e ciò che è giusto non è poi così netto. I giochi di specchi degni dei peggiori Luna Park, che si aprono poi in intricati labirinti sono rappresentazioni della complessità della mente umana sempre efficaci, ma un po’ già visti, recentemente anche in serie tutt’altro che drammatiche o fantascientifiche come per esempio Locke & Key.

Made for Love 2

Il vero difetto di questa seconda stagione è quindi quello di non fornirci degli spunti di riflessione nuovi per il tema trattato e anzi, lasciarsi scappare alcune occasioni che avrebbero potuto mostrarci qualcosa di più complesso, qualcosa che non riguardasse solo il fragile equilibrio della coppia protagonista, ma che anzi prevedesse una pericolosa fuga di tecnologia anche nel mondo esterno. Si confermano invece straordinariamente adatti al tenore della serie gli attori principali, capaci non solo di dare vita a dei labili, fragili e difettosi esseri umani, ma anche alla loro controparte perfezionata, mettendo in scena degli alter ego vagamente inquietanti.

In generale è un peccato che la serie trovi il suo epilogo finale in questa seconda stagione, perché con ulteriori approfondimenti avrebbe avuto la possibilità di mostrarci qualcosa che poteva non essere così scontata. D’altra parte ha comunque il merito di regalarci un finale per questa strana storia, un finale amaro come lo sono sempre state le risate che la serie ha suscitato, un finale che senza essere drammatico un po’ ci toglie la speranza che il genere umano, di fondo, sappia imparare dai suoi errori, altro aspetto che la serie ci ha sempre mostrato. Insomma un finale che non delude.

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