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Made for Love è una delle serie più bizzarre del 2021. Ma anche una delle più intelligenti

La prima stagione della serie Made for Love, distribuita da HBO Max, è stata resa disponibile in Italia da Sky pochi giorni fa. Accolta generalmente piuttosto bene dal pubblico e dalla critica, è stata già rinnovata per una seconda stagione: un’ottima notizia, considerando il finale-pugno nello stomaco con cui ci ha lasciato (e che tranquilli non verrà spoilerato, ma attenzione perché continuando la lettura qualche sorpresa potreste comunque rovinarvela).

Made for Love è una serie strana, un po’ comedy e un po’ distopica, e parla del matrimonio tra Hazel, ragazza intraprendente della periferia di LA, e Byron Gogol, magnate della tecnologia. I due si incontrano mentre lei cerca di truffare alcuni compagni di università per racimolare dei soldi. Lui la conquista in un attimo, offrendole una romantica cena a “Roma”. La coppia si sposa la sera stessa e da quel momento lei si trasferisce nell’Hub, la dimora di Byron, che presto si rivelerà niente di più che una splendida gabbia dorata. Entrambi possono avere tutto quello che desiderano, ma si ha comunque l’impressione che non abbiano niente, o per lo meno, niente di autentico. Byron e Hazel non usciranno dall’Hub per dieci anni, perché non ne avranno bisogno. Lui è in grado di offrire qualsiasi esperienza, qualsiasi realtà. Grazie ai suoi avanzatissimi mezzi tecnologici, nell’Hub si può riprodurre davvero ogni cosa, ma in una versione maniacalmente perfezionata. Si può fare un picnic sulla spiaggia, ma senza che qualche bambino, correndo, ci riempia la tovaglia di sabbia. Si può andare ad un concerto rock, ma senza urla e spinte. Tutto è possibile per Byron, si può nuotare in piscina in compagnia di un delfino, si può prendere il sole ogni giorno, ci sono cibo salutare e pisolini energizzanti a volontà. Hazel può addirittura dare un punteggio che va da 1 a 5 stelline al proprio orgasmo, in maniera da offrire a Byron dei dati utili al miglioramento della performance. Tutto è perfetto, coordinato, calcolato. Lui ha tutto sotto controllo, anzi lui ha il controllo di tutto.

Made for love

Ed è proprio qui che sta il punto, Hazel è ogni giorno meno libera, meno spontanea e meno umana. La serie si apre proprio con l’immagine di lei che riesce a fuggire dall’Hub per tornare alla vita precedente, quella con suo padre nei sobborghi della grande città. Scoprirà presto che non è possibile fuggire da Byron, perché l’ultimissima invenzione della Gogol è un piccolo chip chiamato appunto Made for Love. L’idea alla base dell’invenzione è quella di aiutare gli innamorati a restare per sempre in sintonia, come fossero una cosa sola. Per questo, dopo aver inserito il chip nella testa di Hazel, per Byron sarà possibile vedere con i suoi occhi e ascoltare con le sue orecchie, come fossero eternamente connessi, nella totale mancanza di privacy e individualità. Ogni tentativo di fuga appare quindi perfettamente inutile, ma Hazel è decisa a ottenere il divorzio tanto quanto Byron a riconquistarla.

Le serie tv sono spesso lo specchio di quello che avviene nella società contemporanea e negli ultimi anni si è assistito sempre di più alla denuncia della violenza psicologica come grave forma di abuso. Ma se in serie come Maid (della quale troverete la recensione qui) o anche Black Mirror (in cui l’elemento tecnologico è preponderante) se ne parla in toni decisamente drammatici e seri, Made for Love ha trovato la giusta chiave fra commedia e tragicità per parlare del problema in maniera critica, ma concedendo allo spettatore dei momenti davvero esilaranti. La chiave sta sicuramente nell’ottima scelta degli attori protagonisti. Da una parte c’è Cristin Milioti che riesce in maniera davvero velocissima a passare da un registro divertente ad uno drammatico senza mai perdere di credibilità. Dall’altra c’è Billy Magnussen al quale la natura ha donato la faccia ideale per un ruolo del genere, praticamente perfetta per la parte. Attorno ai protagonisti però girano numerose altre figure che mantengono questo gioco di contrasti. In particolare il malinconico padre di Hazel, interpretato da Ray Romano, che supera il lutto per la morte della moglie accompagnandosi a una bambola gonfiabile, ma rimane comunque un punto di riferimento fermo e dolce per la figlia. Avrà anche un ruolo fondamentale nel famoso finale a sorpresa, che lascia davvero un gusto amaro nelle bocche degli spettatori.

Made for love

È evidente fin dai primi episodi che entrambi siano, in un certo modo, delle vittime: Hazel della mania di controllo di Byron e Byron della sua stessa mania di controllo. E se c’è una cosa che risulta lampante già dopo pochi episodi è che quello debole, insicuro e fragile sia proprio colui che si trova nella posizione di forza. Lei cerca disperatamente la libertà, lui cerca disperatamente di adattarsi alla realtà ed è proprio la consapevolezza di non esserne in grado che tira fuori il peggio da questo personaggio, che sceglie di non sforzarsi di trovare un posto del mondo, ma di piegare il mondo in maniera che sia adatto a lui. Lei risulta agguerrita e combattiva, lui immaturo e quasi ingenuo, il che, abbinato alle sue infinite possibilità, lo rende ancora più pericoloso.

La narrazione rivelerà che entrambi hanno avuto un passato di solitudine e dolore che in un qualche modo vuole giustificare la loro disperata ricerca dell’anima gemella. Stare con qualcuno per non sentire la solitudine, cercare qualcuno di perfetto, capace completarci senza ferirci mai. A ben vedere nemmeno questo tema è poi così nuovo nelle serie tv, si pensi per esempio a Soulmates o The Ones, in cui la tecnologia aiuta l’uomo a trovare l’anima gemella, ma paradossalmente nell’accezione più egoista possibile. Sempre di più nelle serie viene a galla il concetto che la tecnologia solo apparentemente costituisca un valore aggiunto, ma più spesso renda più finte le nostre esistenze. Tuttavia ancora una volta l’originalità di Made for Love sta proprio nella capacità di farci ridere anche nelle situazioni più grottesche, una serie impegnata che però non si dimentica di essere anche una forma di spettacolo e intrattenimento. E questo è l’aspetto che la fa funzionare.

Bisogna essere del tutto onesti e va detto che non sempre la serie riesce a mantenere alto l’interesse e qualche puntata risulta più lenta e ripetitiva. É comunque vincente l’intenzione di trattare temi davvero difficili in maniera comprensibile e diretta, per non dire divertente, e avere la stessa efficacia di chi preme il tasto dell’emotività e del dramma. Made for Love fa ridere per davvero in certi momenti, ma lo spettatore sa che in fondo non c’è proprio niente di comico.

Made for love

Hazel e Byron tenteranno entrambi di evolversi, migliorarsi, crescere, ma l’animo umano è molto difficile da cambiare e spesso ciò non avviene solo perché ci sono delle buone intenzioni. Infatti non ci sarà nulla di diverso in Byron che sarà sempre carnefice, ma nemmeno in Hazel che si costringerà a essere sempre vittima, entrambi mossi dall’assoluta convinzione di fare la cosa giusta perché nell’interesse anche dell’altro.

Il più ambizioso progetto della Gogol, il chip per gli innamorati, forse non sarà all’altezza delle intenzioni di Byron e non porterà alla forma più profonda di amore, ma ci lascia comunque una riflessione finale importante: Made for Love, perché siamo fatti per amare, si, ma prima di tutto noi stessi.

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