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Made For Love: un modo diverso di affrontare la persecuzione emotiva

Basata sull’omonimo romanzo di Alissa Nutting (che torna qui in veste di produttrice esecutiva) Made For Love è un prodotto presto dimenticato che, come tante gemme preziose, ha bisogno degli intenditori giusti per essere davvero apprezzata. La serie tv di due stagioni, distribuita da HBO nel 2021, è una commedia nera, ma è anche una rom-com e anche un dramma femminista. Insomma, avrete già capito la particolarità di Made for Love e, soprattutto, le diverse chiavi di lettura attraverso le quali può essere interpretata.

Lei incontra lui. Si conoscono, si innamorato e vissero per sempre felici e contenti. Nella gabbia dorata che lui ha costruito per lei. Queste, in poche e semplicissime frasi, è la trama della serie tv che demolisce qualsiasi cliché tipico del genere romantico. In maniera irresistibilmente intelligente e ironica. Hazel è una ragazza indipendente, egoista e molto furba che vive a LA e trova sempre nuovi stratagemmi per farla franca e fregare chi le sta attorno. Byron è un inventore brillante e un miliardario belloccio, privo, però, di qualsiasi forma di empatia. I due personaggi di Made For Love si incontrano per caso e Byron, abituato a ottenere sempre ciò che vuole, la convince a cenare con lui a Roma. Si, la nostra Roma. Quella con il Colosseo, il Pantheon e la carbonara.

Anche Byron evidentemente pensa spesso all’Impero romano. Hazel ingenuamente accetta e quella sera stessa si ritrova sposata e intrappolata all’interno dell’Hub. Come tutti i geni asociali e misantropi che si rispettino anche Byron Gogol ha creato una casa-ufficio dalla quale non esce mai, dotata di qualsiasi tipo di confort e tecnologia immaginabile. L’Hub è in grado di realizzare ogni richiesta e desiderio, di ricreare qualsivoglia ambiente o situazione.

Made for Love
Hazel e Byron

Il mondo di Made for Love è una splendida e ornata bugia ma sempre una bugia rimane.

Più le regole di Byron si fanno rigide e le giornate programmate in ogni minimo dettaglio, più Hazel diventa solo un altro accessorio, un altro trofeo da appendere alla parete. La donna si mostra al mondo con un sorriso gioioso, vestita in maniera invidiabile e con una casa da sogno in cui vivere. Eppure mentre osserviamo con maggiore attenzione i vetri, i giardini e le stanze dell’Hub più ci rendiamo conto di come assomiglino spaventosamente a quelli di una casa delle bambole in cui la nostra Hazel-Barbie non vive affatto felice e contenta. Anche la fuga, quella fisica, non riesce a portare la nostra protagonista molto lontano. Byron ha studiato nei minimi dettagli il suo progetto d’amore distorto, legando a sé Hazel attraverso un minuscolo microchip chiamato, appunto, “Made for Love”.

L’idea di Gogol è quella di creare un dispositivo che permetta ai fidanzati di rimanere sempre connessi tra loro e in sintonia, in modo da poter apprendere l’uno dall’altro e migliorare la vita di coppia. Un’idea che, anche nella più pura delle intenzioni, risulta inquietante e morbosa. Come in quel “Ricordi pericolosi” di Black Mirror, anche qui viene paventata l’immagine di una coppia che, per definirsi tale, deve perdere la propria individualità. Come se un contratto invisibile decida che qualsiasi relazione debba implicare necessariamente e inevitabilmente l’annullamento del singolo.

Una concezione che, sfortunatamente, non esiste solo nel mondo fittizio delle serie tv.

Made for Love

“Creata per amare”. Una promessa o una condanna, nella storia di Made For Love? Un microchip che promette di unire per sempre due persone in pensieri, parole, opere e omissioni. Ma a quale scopo? Perché l’amore, per dirsi tale, non dovrebbe prevedere un patto che ne stabilisca limiti e confini o che lo regoli in qualche modo. L’amore dovrebbe essere soprattutto genuino, incondizionato. La consapevolezza di stare con una persona che ha scelto di condividere la propria solitudine, tra tutti quanti, proprio con te. Lo cantavano anche i Pinguini Tattici un po’ di tempo fa.

La serie tv riesce con furbissima ironia e un tocco di sci-fi a parlare di amore tossico e a ridicolizzarlo persino.

La fuga, la lotta e il piano per l’indipendenza di Hazel in Made For Love “fanno ridere ma anche riflettere” spingendoci a pensare seriamente a che valore bisogna dare davvero alla privacy e all’individuo all’interno di un qualsiasi rapporto di coppia. E il discorso non vale solo per quelli di tipo romantico. Anche in amicizia o nel nucleo familiare ci sono e devono essere dei confini imprescindibili da rispettare e proteggere, accettando l’altro e il suo essere diverso da noi. Una persona a sé con difetti e pregi. Una persona che un domani potrebbe non far più parte della nostra vita e dobbiamo saperlo accettare.

Il tono di Made For Love, da un lato un po’ nero e dall’altro un po’ romantico, si è rivelato la strategia vincente per trattare un argomento attuale e difficile. Persino il personaggio di Byron viene, nella sua devianza, approfondito in maniera sana. Anche lui vive in una prigione, quella che si è costruito per se stesso. L’unico amore che Byron è convinto di meritare, a torto o a ragione, è un amore che deve essere imposto. Il suo affetto nei confronti di Hazel è sincero, possiamo percepire un’infantilità genuina ma non maligna in toto. Eppure, il mezzo per dimostrarlo è quanto più tossico si possa immaginare. Persino in una serie tv a tinte sci-fi come questa.

Byron non vuole rischiare, non vuole mettersi davvero in gioco come l’amore richiede.

Perciò sceglie la strada più facile, piegando il mondo alla sua volontà e tentando disperatamente di piegare anche Hazel. Ma la nostra protagonista di Made For Love (interpretata dalla Cristin Milioti di How I Met Your Mother) è un’ anima indipendente, come ci viene dimostrato più e più volte nel corso della serie. Pur provando qualcosa per Byron, almeno nella seconda stagione, le scelte di Hazel rimangono motivate da una sete di libertà e indipendenza che non può essere contenuta da nessuna catena d’oro.