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Perché porto nel cuore ancora oggi Lizzie McGuire

Disney Channel è stata parte dell’infanzia e della crescita non solo mia, ma di ognuno di noi. Ricordo ancora i pomeriggi passati a vedere Miley Stewart trasformarsi in Hannah Montana, a scoprire se le visioni di Raven si sarebbero realizzate, a correre figurativamente nei corridoi del Tipton con Zack e Cody, a schierarsi con le Divine o le Popolari e a ridere all’ennesimo disastro magico di Alex Russo. Tuttavia, riflettendoci attentamente, c’è una serie tv della stessa emittente che ha avuto un grande impatto su di me – e scommetto anche su di voi – senza che all’epoca ne fossi pienamente consapevole. Del resto, ero solo una bambina quando Lizzie McGuire arrivò in Italia. Eppure, è impossibile dimenticarla, dato che è stata per anni la nostra migliore amica, anche se non era una persona fisica.

E Lizzie McGuire lo era non perché aveva poteri o doppie vite da nascondere, si comportava da adulta o era immischiata in inutili drammi, ma perché era esattamente come me, come te, come tutti noi.

Insomma, mentirei se dicessi che non mi sono mai rivista in lei nemmeno una volta. In fondo, Lizzie è una ragazzina comune, semplice, timida, un po’ impacciata e goffa, che cerca di sopravvivere alle scuole medie e di capirci qualcosa in questo infausto passaggio all’adolescenza. Che, tra l’altro, viene raccontata in modo originale, onesto e sincero, riuscendo a rendere riconoscibili e divertenti alcuni dei momenti più imbarazzanti della pubertà. Basti pensare a quelle tre oggi scontante, ma al tempo rivoluzionarie parole che Lizzie urla a sua madre e che sono diventate la frase più iconica dell’intero spettacolo:

“Voglio un reggiseno!”

Lizzie McGuire

Lizzie vive una quotidianità in cui l’immedesimazione è automatica. Ad esempio certe volte non abbiamo voglia di crescere e ci rifugiamo nella nostra infanzia. Sensazione perfettamente condivisibile: se personalmente ogni tanto mi capita di rivedere una puntata di una serie Disney Channel o di un cartone animato, Lizzie e i suoi amici assistono alla registrazione di un programma che vedevano da bambini. E, anche se le nostre Kate ci prendono in giro, c’è sempre un Gordo che ci ricorda che non dobbiamo vergognarci di ciò che amiamo, che non si cresce tutti allo stesso modo e che solo perché un prodotto è per bambini non significa che non abbia valore. E che dire, poi, dei litigi con i genitori? Scommetto che tutti hanno discusso con la propria madre perché costretti a indossare un orrido vestito, come la Lizzie di Hilary Duff durante la foto dell’annuario. E scommetto anche che, purtroppo, moltissimi di voi – come me e i personaggi di Lizzie McGuire – abbiano subito qualche sorta di bullismo, siano stati insicuri con il proprio corpo o siano stati colpiti da una fase di ribellione alla Avril Lavigne – no, non l’ho nominata invano.

Ok, per me è stata davvero brevissima e riguardava più che altro l’abbigliamento, ma è bastata per comprendere che essere una brava persona mi fa star bene. Il mondo è un posto crudele, non rendiamolo più brutto di quel che già è.

Perché, ripetiamolo sempre, le parole contano. Infatti, è bellissimo come Lizzie e Gordo siano stati al fianco di Miranda quando ha smesso di mangiare, facendola sentire a suo agio con sé stessa, incoraggiandola a non farsi distruggere da abitudini pericolose nel tentativo di raggiungere ideali fisici inarrivabili. Fortunatamente non sono mai arrivata a quel punto, nonostante guardandomi allo specchio c’era sempre quel difetto che mi faceva storcere il naso, ma veder rappresentato un tema così delicato in una serie Disney Channel è stato davvero importante. Per non parlare di quando Lizzie credeva che il suo ex-ragazzo l’avesse mollata per una più bella, con un tenerissimo Gordo che l’ha rassicurata dicendole che non c’è niente di sbagliato in lei.

Eccolo uno dei fondamenti di Lizzie McGuire: l’amicizia. E quale adolescente non dedica tutto il suo tempo agli amici?

Certo, il personaggio di Hilary Duff ci insegna che può non essere per sempre, come con Kate, perché gli amici vanno e vengono nella nostra vita senza sapere chi rimarrà. Non è una cosa così scontata da dire a dei ragazzini, però allo stesso tempo rivela che, se troviamo le nostre persone, allora sapremo di avere dei compagni per la vita. Quelli con cui fare delle lunghissime telefonate a tre, alle quali morivamo dalla voglia di partecipare. Ovviamente non mancano incomprensioni e differenze tra i tre, eppure tra loro sono sempre sé stessi. E così riescono a esserlo anche con gli altri, o almeno ci provano. È vero che a quell’età ciò che pensano i coetanei è di vitale importanza; l’abbiamo provata tutti quella situazione, specie alle medie. Però a tredici anni non sappiamo davvero chi siamo; insomma, io non lo sapevo. Non lo so pienamente nemmeno adesso che di anni ne ho un po’ (parecchi) di più. Sperimentare alla maniera di Lizzie, però, mi ha aiutato a comprendere qualcosa su di me, senza diventare la copia carbone di nessuno. Perché cambiare sé stessi per gli altri – e Lizzie lo fa per Ethan – non vale il gioco.

Infatti, succede un bel giorno di trovare qualcuno che ci accetta esattamente per quelli che siamo. Sia esteriormente che, soprattutto, interiormente. Lizzie, infatti, espande i suoi interessi al di là di quelli inerenti prettamente alla sfera femminile, come quando gioca a flag football con i suoi compagni. È una piccola rivoluzione, soprattutto per quelle ragazzine che amano giocare con gli amichetti a cose ritenute maschili. Me compresa. Perché Lizzie McGuire è sì ordinaria, ma non si accontenta di esserlo. Tuttavia, dopo la breve parentesi nella ginnastica ritmica in cui eccelleva, trova gioia nella vita normale. Facendola scoprire anche a noi, facendoci crescere assieme a lei. Con Lizzie e Hilary Duff , anche noi diventavamo più sicuri, riuscivamo a resistere alle nostre Kate o a parlare con i nostri Ethan, a lasciar da parte l’idea che la popolarità è tutto.

Lizzie McGuire

Infatti, il mondo di Lizzie McGuire rispecchiava il nostro, anche grazie a quell’universo costruito non solo attorno alla protagonista interpretata da Hilary Duff, ma anche al ruolo primario dei genitori, al fratellino, agli amici e ai nemici. Ma soprattutto, chi non avrebbe voluto avere quella parte animata senza peli sulla lingua che diceva ciò che avevamo paura di dire? Che parlasse per noi e rivelasse esattamente quello che pensavamo in quel momento? Così, se da un lato avremmo vissuto umanamente un dato evento, dall’altra il nostro alter-ego animato avrebbe messo tutti al proprio posto. Se solo gli altri personaggi avessero potuto sentirla… avremmo pagato oro per questo.

Forse, però, e pure alla luce di ciò che ho scritto, la cosa fondamentale che Lizzie McGuire mi ha insegnato è che va bene sbagliare, va bene se non siamo perfette e se ancora non abbiamo trovato il nostro talento. Semplicemente arriverà e noi lo coltiveremo con onestà. Lei, pioniera delle ragazzette imbranate, ci ha mostrato di cosa sono fatti i sogni, che le persone giuste possono farci superare l’adolescenza facilmente, che non dobbiamo temere di dire la cosa giusta specie ai nostri cari, che la persona che siamo cercando è proprio di fronte a noi e che le ragazze possono fare la prima mossa; messaggi che a quell’età hanno un’importanza capitale.

È stata, semplicemente, la serie tv Disney Channel di cui abbiamo avuto sempre bisogno. Ed ecco perché non è uscita dal mio cuore. E mai lo farà.