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Killing Eve: quando l’assassino sociopatico è una donna

Killing Eve è una serie tv prodotta da BBC America che, in pochi anni, è riuscita ad attirare l’attenzione per la sua originalità. In realtà, la trama può sembrare abbastanza convenzionale: Eve, un’agente del controspionaggio inglese, cerca di rintracciare Villanelle, un’assassina sociopatica. In questa caccia all’assassino le due protagoniste diverrano progressivamente ossessionate l’una dall’altra, creando un crescendo di tensioni e allusioni tali da incollarci allo schermo.

Ma cosa rende Killing Eve una serie così magnetica e irresistibile? Probabilmente la sua capacità di rendere freschi e intriganti anche i meccanismi più conosciuti del thriller spionistico.

Killing Eve

La particolarità di Killing Eve è che si tratta di una serie violenta, moralmente discutibile che concentra questi temi intriganti su due personaggi femminili: la prima, Eve Polastri è un’agente frustrata dal proprio lavoro e ossessionata dalla figura del serial killer al femminile. Nonostante le sue intuizioni, Eve viene licenziata all’inizio della serie per poi essere reclutata in un reparto segreto del MI6 il cui obiettivo è prendere un’assassina internazionale dal nome Villanelle.

Villanelle, d’altro canto, è sin da subito un personaggio più ambiguo (e, per questo, più stimolante): grazie alla propria capacità di adottare identità diversissime tra loro è una delle assassine più richieste e pericolose. Estremamente distaccata e crudele, Villanelle conserva un lato più infantile che la rende più audace della sua concorrenza.

Il mondo delle serie tv è costellato da personaggi simili: incontrollabili, imprevedibili, calcolatori e spietati (da Tony Soprano a Walter White). Il twist al femminile è una variazione quasi inesplorata e per questo più coinvolgente e avvincente.

Killing Eve è una serie tv che pone al centro dei propri temi una riflessione molto importante: nell’ambito dei prodotti televisivi, non c’è niente di più piacevole della variazione originale di un tema o un genere già conosciuto. In questa serie i personaggi (e, con loro, gli spettatori) riescono a riconoscere i meccanismi psicologici in atto e, tramite queste osservazioni, riescono ad anticipare le mosse anche dei personaggi più moralmente indecifrabili.

È per queste caratteristiche che Killing Eve ha ricevuto moltissime nomination agli Emmy, oltre ad un Golden Globe vinto nel 2019 da Sandra Oh, l’attrice che interpreta Eve (e che aspettava da tempo un ruolo del genere).

Eve è così abile nel ritrovare il fil rouge che unisce gli omicidi compiuti da Villanelle da attrarre immediatamente l’attenzione dell’assassina su di sè.

Questa attenzione, però, non porta Villanelle alla decisione di uccidere l’agente (almeno non all’inizio), ma la incuriosisce e la attira in un’infatuazione al limite dell’ossessione. Nonostante Villanelle sia una donna brillante, divertente e carismatica, è indubbiamente affetta da problemi di psicopatia che la trasformano in un personaggio allo stesso tempo terrificante e incantevole. Ed è difficile anche per lo spettatore, come per Eve, resistere alle seduzioni di Villanelle.

Il suo personaggio infatti offre una vera e propria finestra in un mondo proibito e inaccessibile per molte persone normali: una vita definita dal puro desiderio e dalla possibiltà di sfogare le proprie frustrazioni e rabbie senza doversi preoccupare di problemi economici, obblighi e legami familiari oltre al latente pericolo di soccombere alla violenza di qualcun altro. In questo sia lo spettatore che Eve trovano in Villanelle un modo di evasione verso una vita fatta di eccessi.

Villanelle, d’altro canto, è attratta da Eve perchè è l’unica che riesce a vederla, a capirla. Dimenticandosi che l’obiettivo del lavoro di Eve, almeno inizialmente, è proprio questo, ma col fine ultimo di incarcerarla. Questa connessione porta Villanelle a sviluppare un affetto tale da renderla più umana e più fallibile, vedendosi riflessa in Eve come fosse di fronte a uno specchio.

La confusione e commistione dei contorni tra i due personaggi principali ci trascina verso una seconda stagione che, progressivamente, porta le protagoniste a stretto contatto: quando Villanelle viene assoldata per catturare un miliardario criminale, le due iniziano una relazione segreta (ma platonica) che si sviluppa nel non-detto della serie. Mentre la trama principale richiama i passaggi tipici della spy story, con un lento movimento vediamo Eve avvicinarsi sempre di più nel seguire le orme pericolose di Villanelle, perdendo il senso della misura e il controllo, creando problemi sia al lavoro che all’interno delle proprie mura domestiche.

Il tutto raggiunge il punto massimo di tensione nel finale di stagione, dove Eve si ritrova a uccidere un uomo: nonostante gli spettatori sperassero nella caduta del personaggio “positivo”, nel momento in cui diviene realtà l’atto ci sconvolge e ci angoscia.

Killing Eve, in questo, è una serie tv che permette di comprendere quanto possa essere difficile e pericoloso abbandonarsi ai propri istinti più violenti e distruttivi: è spaventoso rendersi conto delle proprie emozioni più oscure e ancora più scioccante vedere come da queste emozioni possano nascere azioni altrettanto violente e cruente.

In questo piacere al limite del voyeuristico, Killing Eve diventa un magnete irresistibile, una serie capace di costruire attorno a noi la propria tela fatta di allusioni, di metafore, di proposte diaboliche capaci, alla fine, di intrappolarci e costringerci a venire a patti con i nostri sentimenti. Riesce a far tutto questo e rimanere comunque una serie abbastanza leggera (sebbene costellata di black humor): un’impresa difficile, ma che viene portata a termine egregiamente.

L’obiettivo principale di Killing Eve è di trascinare i propri spettatori in una realtà familiare, ma comunque conturbante al fine di illustrare come sia facile cadere nelle tentazioni più oscure e come sia insito in ognuno di noi (maschi o femmine non è importante) l’impulso ferino per la curiosità, col rischio di perdere il controllo in un vortice di violenza e passione.

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