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John Krasinski ci ha regalato un Jack Ryan veramente perfetto

Portare sul piccolo o grande schermo un personaggio letterario può essere una sfida estremamente complicata, lo sappiamo bene. Gli intransigenti amanti della carta stampata hanno ben chiaro in mente la loro versione del personaggio. Versione che hanno saputo costruirsi pagina dopo pagina, conoscendola e persino amandola, riga dopo riga, parola per parola. E quando un attore in carne e ossa assume quel ruolo, per un fan l’accettazione che il suo eroe abbia finalmente un volto e un corpo può essere un momento al quanto complesso.
Interpretare John Patrick Ryan, questo il vero nome del personaggio creato da Tom Clancy, è stata una sfida che John Krasinski ha volutamente raccolto e affrontato con gioia e deferenza.

Sono cresciuto con il mito di Jack Ryan. Prima quello dei libri e poi quello dei film. Quando mi è stato proposto di interpretarlo in una serie televisiva non stavo più nella pelle, ero contentissimo”, ha detto l’entusiasta attore già conosciuto per il ruolo di Jim Halpert in The Office nonché protagonista di pellicole come 13 Hours: The Secret Soldiers of Benghazi, diretto da Michael Bay, e A Quiet Place – Un posto tranquillo, in compagnia della moglie, Emily Blunt.

Su internet il nome di John Krasinski come futuro Jack Ryan non è stato accolto con molta positività dalla community di fan. Non solo per quello che dicevamo prima, e cioè la proiezione mentale dei lettori. Ma anche e soprattutto perché il personaggio letterario era già stato interpretato sul grande schermo, con più o meno successo, da attori del calibro di Alec Baldwin, Harrison Ford, Ben Affleck e, più recentemente, Chris Pine. Creando non poca delusione, a partire dal suo ideatore.

Lo sviluppo cinematografico del personaggio di Jack Ryan non ha mai soddisfatto del tutto i suoi fan. E nemmeno il suo creatore, convinto che “vendere i diritti del proprio libro a Hollywood è stato come affidare la propria figlia a un protettore“. Parole dure, di condanna. Alle quali replicò uno sconfortato Harrison Ford dopo la controversa seconda interpretazione dell’eroe clancyano in Sotto il segno del pericolo (1994): “le sue, erano critiche ingiuste. Sapeva a cosa andava incontro vendendo i diritti dei suoi libri. Se non avesse voluto correre rischi avrebbe dovuto tenerli per sé. Nessuno lo ha obbligato”.

Al di là della polemica tra lo scrittore e l’attore Tom Clancy (1947-2013) non è mai stato coinvolto nella stesura delle sceneggiature e, come ogni padre che si rispetti, ha sempre storto il naso sui prodotti usciti nelle sale cinematografiche. Comprensibile del resto. Quando uscì la trasposizione del suo primo romanzo, Caccia a Ottobre Rosso, pubblicato nel 1984 e proiettato in sala nel 1990, Tom Clancy era già un autore da milioni di copie, tradotto in tutto il mondo: “cedere i diritti dei miei libri non mi ha fatto vendere una copia in più. Ero già conosciuto“. Conosciuto e apprezzato. Persino l’allora presidente Ronald Reagan spese parole d’elogio nei confronti del suo romanzo d’esordio facendo schizzare le vendite alle stelle.
Tom Clancy, così come i suoi editori, aveva le idee chiare. Il personaggio dell’analista della CIA con un passato nei Marines, figlio di un poliziotto veterano della II Guerra Mondiale (nella Compagnia Easy della 101a Aviotrasportata, quella di Band of Brothers, per intenderci) e di una infermiera, entrambi di origine irlandese e cattolici, era perfetto per sfondare nel cuore del pubblico americano.

john krasinski
John Krasinski (640×360)

Jack Ryan è un personaggio nato quando la Guerra Fredda era ancora lontana dalla sua fine. È incredibilmente intelligente, tanto da diventare milionario nel giro di poco tempo grazie al suo lavoro di agente di borsa. Ma al tempo stesso ha il senso della misura tanto da lasciare il mondo degli affari per diventare insegnante di storia, sua vera passione. Ha una forte moralità per cui è quasi costretto a fare la cosa giusta. Ed è incredibilmente coraggioso per cui non si tira mai indietro gettandosi a capofitto nelle avventure più disparate. Sa cosa vuole per cui è in perenne lotta contro l’ottusa burocrazia di Washington DC che impedisce alla CIA di essere efficace e per questo, e altri motivi, si fa pochi amici e molti nemici, soprattutto in patria. Ha il senso della lealtà e del cameratismo, non lascia mai indietro nessuno ma soprattutto è fedele e ha un alto senso del dovere e della giustizia.
Ben lontano dall’archetipo classico dell’eroe d’azione il personaggio creato da Tom Clancy risulta essere un uomo complesso, padre di famiglia esemplare e marito devoto, che nel corso del tempo si adatta ai cambiamenti dello scacchiere geopolitico cercando sempre di dare il meglio di sé per la patria che rappresenta.

Nel corso del tempo. Parole chiavi per spiegare il successo di John Krasinski nel ruolo di Jack Ryan. A differenza delle versioni cinematografiche, sia quelle basate su storie di Tom Clancy, sia quelle inventate di sana pianta come Jack Ryan – L’iniziazione (2014), con Chris Pine nel ruolo del protagonista, il personaggio di Jack Ryan non ha uno sviluppo. Non vengono evidenziate tutte quelle parti nelle quali il personaggio cresce, cambia, si modifica e si adatta al mondo che lo circonda. Ci ha provato Harrison Ford in Giochi di potere (1992) e nel già citato Sotto il segno del pericolo (1994), senza riuscirci.
Sebbene tutti gli attori abbiano dato qualcosa di proprio e unico al personaggio nessuno ha avuto il tempo di dare continuità alla figura iconica inventata da Tom Clancy. Nessuno è stato in grado di catturarne completamente la profondità e la complessità. A parte John Krasinski.

John Krasinski (640×360)

Quando Amazon Studios, nel 2015, annunciò una serie televisiva sull’eroe di Tom Clancy la notizie fece tremare le vene e i polsi a milioni di fan. Gli Studios commissionarono diverse sceneggiatura al duo di scrittori composto da Carlton Cuse e Graham Roland, non proprio sconosciuti dato che entrambi avevano già collaborato sul set di Lost. I due si dissero felicissimi di poter creare una versione televisiva di Jack Ryan confidando sul materiale dello scrittore ma allo stesso tempo con il dovere di creare un personaggio nuovo, adatto ai tempi attuali: “partiamo con delle basi molto solide ma non vogliamo semplicemente adattare qualche libro per il piccolo schermo. Vogliamo qualcosa di più perché Jack Ryan è un personaggio leggendario in grado di essere sempre attuale“.
Alle spalle del duo, in collaborazione con gli Studios, si piazzarono colossi come Paramount, Skydance e Platinum Dunes. Mentre la prima detiene i diritti dei film su Jack Ryan, l’ultima appartiene a Michael Bay che ha diretto John Krasinski nel film d’azione dedicato ai tragici fatti accaduti in Libia nel 2012. Con una produzione del genere le aspettative erano più che alte: stratosferiche.
Per il ruolo di protagonista non abbiamo mai avuto dubbi. Volevamo John Krasinski. Il suo è un volto comune, ha tutte le caratteristiche per essere il nostro Jack Ryan“. Gli autori non hanno avuto dubbi puntando subito sull’attore. Nessun altro, infatti, è stato provinato per il ruolo dell’agente CIA. “Siamo sempre stati convinti che per il personaggio ideato da Tom Clancy fosse necessario un eroe comune, un uomo disponibile a sacrificare anche la propria vita per un bene superiore. In questo John Krasinski è stato davvero perfetto. Ha interpretato il ruolo alla perfezione partendo da semplice analista e trasformandosi nel tempo in perfetto agente segreto“.
Gli elogi degli autori sono stati in seguito convalidati dal pubblico che ha apprezzato l’interpretazione rimangiandosi l’iniziale scetticismo.

La prima stagione ha avuto un ottimo riscontro. La seconda, invece, decisamente meno. Ma la terza e la quarta hanno sorpreso più che positivamente superando ogni più rosea aspettativa. Dando così alla saga un finale di serie più che buono capace di soddisfare tutti: fan e non.
Molto del successo è chiaramente dovuto al personaggio e alla sua interpretazione. John Krasinski ha sorpreso tutti e spazzato via ogni dubbio sulla sua capacità di interpretare al meglio un eroe come Jack Ryan. L’attore, con immensa modestia, ha ringraziato gli autori, i registi e i suoi compagni di avventura affermando, com’è d’obbligo, che senza di loro “tutto questo non sarebbe potuto accadere“. Ringraziamenti di rito a parte, l’interpretazione dell’attore americano ha messo tutti d’accordo: col dovuto rispetto verso colleghi del calibro di Alec Baldwin e Harrison Ford, questo è, finalmente, Jack Ryan.
Scelta sorprendentemente ispirata, la sua interpretazione è stata l’unica capace di catturare alla perfezione la moralità e l’intelligenza del personaggio. L’attore è poi riuscito a cogliere e trasmettere al pubblico quell’umanità intrisa di vulnerabilità che traspare dal personaggio letterario rendendolo ancora più coinvolgente. Il suo Jack Ryan, pur immerso in un mondo tecnologicamente avanzato, non è immune dall’errore e per questo fallace, lontano anni luce dal classico eroe invincibile già visto nelle serie di spionaggio. Nel corso delle stagioni affina lentamente il suo intuito riuscendo così a dimostrare ai suoi capi di essere un ottimo analista ottenendo in cambio sempre più maggiori responsabilità.

John Krasinski
John Krasinski (640×360)

Anche il passaggio dalla poltrona alle armi segue un determinato percorso di crescita mai completato del tutto in modo che fino all’ultima scena lo spettatore sia in tensione per le sorti di Ryan, divenuto ormai un eroe qualunque e non un invulnerabile supereroe.
E a proposito delle scene d’azione John Krasinski ha detto in una intervista che era ben felice di riprendere il discorso interrotto dopo le riprese di 13 Hours: The Secret Soldiers of Benghazi. “Mi ero divertito molto a interpretare un ex militare, le scene delle battaglie erano spettacolari. L’idea di riprendere quel tipo di personaggio, tra l’altro i due hanno molto in comune, interpretando Jack Ryan è stato uno stimolo in più a dare il massimo“. In effetti le scene d’azione della serie targata Prime Video sono molto intense e ben coreografate, risultando verosimili. L’intensità che l’attore ci mette traspare attraverso lo schermo dando al pubblico un senso di forte immedesimazione.
Un esempio lampante è la scena dell’attentato. Da questo massacro il Jack Ryan di John Krasinski ne esce con le ossa rotte ma con una nuova forza interiore. La potenza che traspare attraverso la rabbia è possente, dominante. Occupa spazio e si prende tempo per farci comprendere che quanto accaduto ormai ha cambiato le carte in tavola. Krasinski si impone maestosamente senza mai dare l’impressione di essere immortale. Tutt’altro.

Ma la storia raccontata nei trenta episodi non si limita ad analisi e sparatutto. Al di là della storia d’amore con Cathy, della quale forse si poteva fare a meno ma che anche in questo caso rende davvero giustizia al personaggio femminile letterario, nel Jack Ryan televisivo c’è l’oscuro lato della politica e della corruzione ai piani alti. Anche in questo caso l’attore è molto bravo a sottolineare il passaggio dall’ingenuità alla consapevolezza che non sfocia mai in un inutile cinismo né tanto meno in un’arrogante saccenza. Nella quarta stagione, quando Ryan incontra la commissione del Congresso per confermare la sua nomina a vicedirettore della CIA, di fronte ai politici altezzosi John Krasinski trasmette un forte pragmatismo mischiato a un malcelato scettisimo nei loro confronti senza mai esagerare, senza mai essere sprezzante. Che i politici siano gli avversari è chiaro. Ma ciò che risulta davvero efficace è la capacità di controllo e di concretezza che trapela dalle parole pronunciate dall’attore.

A conclusione di tutto, quando le cose sono più o meno sistemate, ci attende la più grossa sorpresa di tutto lo spettacolo. Jack Ryan chiude la sua carriera (lasciando forse uno spiraglio per ruoli minori in spin off?) senza rimorsi, senza rimpianti, con serenità. Nelle battute conclusive, quando si ritrova con i suoi amici fuori dal Campidoglio dove ha denunciato l’inqualificabile comportamento di certi politici americani, conniventi, dimostra ancora una volta il suo percorso di crescita chiudendolo. Ora è un uomo maturo che ne ha viste di tutti i colori. È arrivato il tempo di dedicarsi ad altro, magari di mettere su famiglia. Il nodo alla gola dello spettatore che si stringe lentamente è sinonimo di quel sentimento forte e sincero che si prova quando ci si affeziona a qualcosa che piace davvero tanto.
Già finito? Purtroppo sì. Ma è stato bello. Inaspettatamente bello. Grazie soprattutto a John Krasinski che ha saputo regalarci un Jack Ryan davvero perfetto. La sua interpretazione del personaggio è stata capace di portare nuova linfa vitale a un’icona della letteratura rendendole, finalmente, giustizia.
Nel viaggio appassionante ed avvincente al quale abbiamo assistito l’attore americano è riuscito a coinvolgere un vasto pubblico e convincere i fan più restii portando il personaggio di Tom Clancy a una sua identità. Ora, Jack Ryan ha un volto e nessuno potrà più cambiarglielo.

Jack Ryan merita la nostra attenzione?