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Dobbiamo assolutamente parlare di Jack Ryan

Amazon Prime Video ha deciso di rispolverare uno dei personaggi cinematografici più interessanti degli anni ’90. Jack Ryan è infatti il sesto adattamento delle avventure dell’eroe creato da Tom Clancy e reso celebre sul grande schermo soprattutto dalle interpretazioni di Harrison Ford (Giochi di Potere), Alec Baldwin (Caccia a Ottobre Rosso) e Ben Affleck (Al Vertice della tensione). Questa volta ci viene regalata una versione molto più giovane di Jack Ryan, interpretato da John Kransinki (The Office). L’attore di Newton ha avuto un anno eccezionale: ha centrato infatti un grande successo con “A Quiet Place”, il thriller che ha sceneggiato, diretto e interpretato con la moglie Emily Blunt. Il film ha guadagnato oltre 332 milioni di dollari in tutto il mondo ed è già previsto un sequel, programmato al momento per il 2020.

In questo nuovo Jack Ryan, creato da Carlton Cuse (Lost) e Graham Roland (Fringe), lo vediamo interpretare l’iconico personaggio di Tom Clancy dai suoi esordi. Ci appare da principio come umile e pacato analista, seduto dietro una scrivania, fino a divenire un agente operativo votato all’azione e a cercare di abbattere il mondo dei terroristi più pericolosi sempre per conto della CIA.

Jack Ryan

Per i due terzi della stagione la Serie riesce a differenziarsi da altri titoli di questo genere soprattutto per merito di un avvincente antagonista, chiamato Suleiman (Ali Suliman). È lui a contrapporsi ai due protagonisti. Jack Ryan, appunto, e James Greer interpretato da Wendell Pierce, nel ruolo del nuovo capo di Jack alla CIA. Verso la fine della stagione, tuttavia, la Serie si concentra principalmente nel solito “uccidiamo i cattivi terroristi“, mettendo da parte quegli elementi narrativi che avevano saputo rendere i primi 6 episodi interessanti e anche divertenti.

Uno dei motivi principali per vedere Jack Ryan è il personaggio di Suleiman. Un estremista islamico che è deciso a far pagare all’Occidente un crimine commesso contro il suo paese quando era ragazzo.

Invece di limitarsi a trasformarlo in una caricatura, gli sceneggiatori Cuse e Roland costruiscono intorno a lui un retroscena particolarmente intrigante, attraverso l’uso di flashback e le interazioni che ha con la moglie e i bambini di oggi.

Un’altra figura davvero ben riuscita è quella della moglie di Suleiman, Hanin. Interpretata dall’attrice saudita Dina Shihabi. Hanin ci dà una prospettiva interna di cosa significhi essere sposati con un terrorista. Aiuta anche a umanizzare suo marito, permettendo di mostrarci i lati amorevoli e teneri di Suleiman, alternati alla sua più crudele determinazione quando necessario.

Jack Ryan

Nei primi episodi ci viene raccontata buona parte della storia di Suleiman e se ne vorrebbe sapere sempre più tanto è affascinante questo personaggio. Negli episodi finali però gli autori si prendono una pausa dallo sviluppo del personaggio e si concentrano maggiormente su Jack Ryan. Qui la narrazione diviene, purtroppo, più scontata e classica. Indubbiamente eccitante se si cerca l’azione ma priva della profondità narrativa mostrata all’inizio.

Parlando di Jack, Kransinki si presenta con una faccia rasata e pulita, enfatizzando la giovinezza e la relativa inesperienza di Jack. A questo punto della sua carriera, Ryan non è ancora un veterano brizzolato come Ford e Baldwin ci fecero vedere nelle loro versioni cinematografiche. Ci troviamo invece davanti a un analista emergente motivato a voler fare la differenza. Il suo rapporto con James Greer è affascinante e sicuramente uno degli elementi migliori della prima stagione.

Le dinamiche tra i due permettono di generare situazioni divertenti che rendono godibile la visione. Jack Ryan ha infatti un background militare, ma è totalmente inesperto di politica. Ogni volta che lui e Greer si trovano a dover fare una riunione, si generano situazioni di divertente imbarazzo. Entrate fuori luogo, linguaggio inopportuno e incomprensioni sono rese e sostenute dai due attori in modo davvero efficace.

Jack Ryan

Ma ovviamente non sarebbe una storia su Jack Ryan se non ci fossero anche sequenze d’azione spettacolari. E lo show ce ne mostra tantissime, soprattutto negli ultimi episodi dove  i registi, gli stuntman e i coreografi  ci offrono una serie di combattimenti corpo a corpo frenetici e spettacolari. Altra nota pregevole sono le location che sembrano uscite da un film ad alto budget, chiarendo che Amazon non ha lesinato per regalare un’esperienza davvero cinematografica anche per il piccolo schermo.

Questo nuovo Jack Ryan fa molte cose bene, specialmente quando si concentra nello sviluppo dei suoi personaggi principali. La serie offre anche sequenze d’azione di successo solitamente riservate per il grande schermo. Forse la sola prima stagione non è sufficiente per considerarla un vero e proprio successo. In alcuni momenti infatti risulta troppo simile a un incrocio tra Homeland e Le avventure del giovane Indiana Jones, ma indubbiamente i primi 6 episodi sono una ragione più che sufficiente per ritenersi ampiamente soddisfatti dalla visione e per arrivare a volerne ancora.

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