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Beth Harmon, il peso di essere un genio: la protagonista de La Regina degli Scacchi è il perfetto esempio di personalità INTJ, l’Architetto, secondo il test MBTI della personalità (che potete fare comodamente qui).

L’Architetto è uno dei tipi più rari di personalità, e le donne INTJ sono ancora più rare: proprio per questo Beth Harmon ne è la rappresentante ideale, dato che è difficile immaginare un personaggio altrettanto geniale e unico.

Fin dall’infanzia Beth ha dimostrato di possedere qualità intellettive straordinarie, che non l’hanno certo resa popolare, nel mondo chiuso e opprimente della Methuen Home, l’orfanotrofio in cui è cresciuta, né in seguito a scuola. Ma all’Architetto non importa essere popolare né piacere agli altri. Ciò che conta per loro è raggiungere i propri obiettivi ed essere a proprio agio nel loro personale universo privato: la loro mente.

Beth scopre per caso gli scacchi e ne rimane affascinata: ad attrarla, lo comprende lei stessa, è la potente metafora che si cela in quelle 64 caselle bianche e nere.

“Fu la scacchiera a colpirmi. Esiste tutto un mondo in quelle 64 caselle. Mi sento sicura lì, posso controllarlo, posso dominarlo ed è prevedibile. So che se mi faccio male è solo colpa mia.”

Proprio ciò che si può controllare, che risponde alle regole della logica, della pianificazione e della strategia, ciò che è controllabile, attrae irrimediabilmente gli INTJ: Beth, inoltre, ha nel suo passato violenza, solitudine e abbandono, perciò non stupisce che si rifugi in un mondo chiuso che solo lei può dominare.

Questo aspetto, nella mente dell’Architetto, è rappresentata dalla caratteristica dell’Intuizione introversa (Ni): una funzione cognitiva che si esprime in una volontà ossessiva di controllo, un impegno incommensurabile nel raggiungere gli obiettivi, la tendenza alla pianificazione a lungo termine e il ricorso alla schematizzazione e alla strategia. Trattandosi di una facoltà intuitiva, nell’Architetto questa funzione si esprime prevalentemente all’interno della sua mente, che non smette letteralmente mai di ragionare, pianificare, esaminare e cercare soluzioni.

Beth, insieme alla scacchiera, scopre anche le maledette pillole verdi: non ne diventerà schiava unicamente a causa di una fisiologica assuefazione, continuerà coscientemente a prenderle perché è convinta che solo così raggiungerà lo stato mentale necessario per essere concentrata al massimo sugli scacchi.

In effetti, sotto l’effetto delle pillole Beth Harmon riesce a visualizzare la scacchiera e ad analizzare le proprie mosse, cercando nuove soluzioni per vincere: ma questo tipo di scorciatoia può diventare un’arma a doppio taglio per una personalità come quella dell’Architetto, fortemente orientata al risultato e disposta a tutto per riuscire.

La forte attitudine al risultato, nell’Architetto, si esprime nella funzione del Pensiero estroverso (Te): ciò che produce effetti osservabili è frutto della logica e della pianificazione e ciò gratifica notevolmente l’INTJ. Il pensiero estroverso si realizza anche in una schiettezza quasi al limite del cinismo: Beth non ha paura di dire ciò che pensa, anche quando può risultare poco appropriato o sconveniente.

Ne abbiamo un esempio nella magistrale scena in cui rifiuta i soldi offerti dall’organizzazione cristiana Christian Crusade, che le avrebbero consentito di coronare il sogno di andare in URSS per sfidare i campioni sovietici. Non sottoscriverà mai le loro deliranti dichiarazioni, perché sono illogiche e arroganti: due cose a cui gli Architetti sono a dir poco allergici.

Anche quando affronta il suo padre adottivo Beth Harmon ci dà una dimostrazione di cosa significa essere INTJ: anche in un momento di difficoltà e dolore ha la capacità di fare un’analisi spietata e lucidissima della situazione, delineando la figura del padre per ciò che è. Un involucro vuoto, materialista, disinteressato alla moglie e a lei: in una parola, patetico.

La chiarezza di pensiero e analisi dell’INTJ potrebbe far pensare, a un osservatore esterno, che si tratti di persone fredde, sgarbate e con scarsa profondità emotiva. Non c’è niente di più sbagliato: l’Architetto è capace di provare sentimenti profondi, a volte così tanto da sentirsi travolto. Un linguaggio che non sa decifrare, che sfugge alla sua continua ricerca di schemi e soluzioni lineari, un rebus che lo fa sentire sopraffatto.

Il “problema” della personalità dell’Architetto (e Beth Harmon ne è un esempio lampante) è che fatica a esprimere i sentimenti che prova e, anche quando lo fa, tenta di schematizzarli e analizzarli come se si trovasse di fronte a una partita di scacchi. Si comporta così anche con le altre persone, con il risultato di sembrare distaccato e scarsamente empatico, mentre dal suo punto di vista quello è il modo migliore di rendersi utile: trovare una soluzione, risolvere i problemi del suo interlocutore come fossero un puzzle.

Il rapporto di Beth Harmon con sua madre (che, dal punto di vista della personalità, è l’esatto opposto di sua figlia adottiva) è un esempio di questa dinamica: Beth riesce a trovare un punto di contatto con lei unicamente parlando di scacchi (così come con chiunque altro, nella sua vita).

Ciò ci dice non solo che gli Architetti sono ossessivi monotematici geni, quando si tratta delle loro passioni, ma che sanno comunicare con il mondo, in particolare con le personalità più sensibili ed estroverse, attraverso il ragionamento e la spiegazione. Il che può trasformarsi in un’arma a doppio taglio, in un mondo in cui le emozioni e la sfera sociale hanno una rilevanza non da poco.

Beth Harmon, infatti, non si può certo definire un animale sociale: fin da piccola il suo unico interesse era riuscire negli scacchi e non aveva bisogno d’altri che di se stessa. L’Architetto, grazie alla funzione del Sentimento introverso (Fi), tende a selezionare chirurgicamente le persone da ammettere nella sua vita e ha una “batteria sociale” che tende a scaricarsi velocemente: il suo mondo è all’interno della sua mente, non al di fuori.

Per questo Beth è insofferente alle feste, alla mondanità, alle chiacchiere di circostanza e a tutti i codici sociali a cui bisogna sottostare: per personalità abituate ad andare in profondità, attratte da tutto ciò che rappresenta una sfida, ridursi a parlare di frivolezze per apparire socialmente accettabili è una vera tortura.

Ciò non significa che Beth, come ogni Architetto, non abbia bisogno degli altri: anche se la maggior parte delle sue amicizie sono costruite intorno agli scacchi, il rapporto con Jolene è una meravigliosa eccezione che mostra come l’INTJ consideri gli amici. Solo con lei Beth riuscirà ad aprirsi, commuovendosi fino alle lacrime per la morte del signor Shaibel. E non importa che non si vedessero da anni: la profondità del loro rapporto è tale da riallacciarlo subito, anche se sono diventate adulte, perché non è basato su frivolezze ma su sentimenti profondi, anche se si tratta di due persone molto diverse.

Il disinteresse dell’INTJ per le norme e le convenzioni sociali lo porta spesso a essere emarginato, a venire considerato un reietto o, nella migliore delle ipotesi, quello strano del gruppo. Un’altra interessante caratteristica dell’Architetto che ritroviamo in Beth Harmon è la tendenza a mettere in discussione l’autorità: regole, imposizioni e l’anatema “perché lo dico io” rappresentano una vera frustrazione per una mente caratterizzata da un’inarrestabile logica rivoluzionaria e creativa.

Beth non ama regole e imposizioni ma vive per gli scacchi, un piccolo mondo chiuso che può dominare e che risponde a logiche rigidissime. Preferisce la solitudine alla mondanità ma ha un’alta considerazione dell’amicizia. Pianifica e rivede le sue mosse fin nei minimi dettagli ma la sua sicurezza, spesso, la acceca facendola perdere. Si sacrifica per raggiungere lo scopo di regnare sul mondo degli scacchi ma manda tutto all’aria con una lucidità disarmante dandola vinta ai suoi vizi.

Beth Harmon, come tutti gli Architetti, vive di contraddizioni apparentemente insanabili che, però, all’interno di una personalità così sfaccettata e complessa appaiono perfettamente logiche. Proprio da queste contraddizioni emerge tutto il fascino di questo personaggio, caratterizzato dalla funzione della Sensorialità estroversa (Se), sua croce e delizia. L’Architetto vive nella sua mente, ma non disdegna il mondo esterno: la sua insanabile curiosità lo spinge, soprattutto in situazioni di forte stress, a voler provare tutto e a indulgere nei peggiori vizi che si possano immaginare per una mente abituata a ragionare e schematizzare.

“Quelle come te non hanno vita facile. Sei due facce della stessa medaglia; da una parte il talento, dall’altra il prezzo da pagare. Avrai il tuo momento di gloria, ma questo non durerà, tu hai così tanta rabbia dentro, devi fare attenzione.”

Alcool, droghe, promiscuità: Beth prova di tutto per lenire il dolore dell’abbandono, della rabbia feroce che la divora e che la porta a voler dimostrare a tutti di essere la migliore. Quello che era cominciato come un modo per trovare la lucidità necessaria a migliorare le sue abilità di scacchista diventa una dipendenza che le fa rischiare di distruggere tutto quello per cui si era impegnata. Il nemico peggiore dell’INTJ, in sostanza, è lui stesso: quando decide di rivolgere la sua logica implacabile e la sua lucidità d’analisi su di sé, può arrivare ad auto-fagocitarsi.

“Creatività e psicosi spesso sono compagne”.

Beth Harmon, alla fine, riesce a riemergere e raggiunge i suoi obiettivi: e come atto finale, invece del riconoscimento alla Casa Bianca, sceglie di giocare a scacchi per strada, in Russia, come una ragazza qualsiasi. Una dimostrazione dello spirito anticonformista che caratterizza l’Architetto, ma non solo: per la prima volta nella vita Beth capisce che può giocare a scacchi anche solo per il piacere di farlo.

Che può finalmente rilassarsi, smettere di pensare e semplicemente giocare: è come se, in quel momento, Beth Harmon si togliesse per un attimo di dosso il peso del suo genio e diventasse una donna come tutte le altre. Una persona che, però, non può fare a meno di essere se stessa, e quindi continuare ad amare ossessivamente ed egoisticamente gli scacchi. Ma finalmente con la maturità e la leggerezza di chi ha fatto pace con se stesso.

“È il tuo destino, afferralo.”

Ed è proprio nel finale che Beth comprende una verità forse difficile da accettare, per un Architetto: gli scacchi hanno senso solo se hai qualcuno con cui giocare. La condivisione non avviene solamente durante il gioco, ma anche durante la fase di pianificazione che Beth ama tanto: è anche grazie ai suoi amici se ora lei è la Regina degli scacchi.

Beth Harmon, come tutte le donne INTJ, può intimorire: è talento puro, istinto, genialità incontrollabile. Nessuno può competere con lei e infatti tutti gli uomini che incontrerà nella vita soffriranno sempre di un insanabile complesso di inferiorità. Da Harry Beltik, serenamente consapevole della propria mediocrità, a Benny Watt, che da avversario imbattibile diventa mentore, a Townes, colui che forse accetta con maggiore maturità la propria inferiorità.

Sono tutti suoi alfieri, a volte addirittura pedine, ma mai e poi mai re al suo fianco.

Giulia Zennaro

Tra i personaggi delle serie tv che rientrano nella personalità INTJ – Architetto ricordiamo Walter White, Hannibal Lecter, Petyr Baelish, Wednesday Addams.