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House Of The Dragon ha imparato dagli errori di Game of Thrones sui Villain

House of the Dragon sembra aver imparato dagli errori commessi da Game of Thrones sulla figura del super-villain accentratore di tutti i mali. Se non state capendo a cosa ci riferiamo, nel corso delle prossime righe capirete meglio dove vogliamo andare a parare. Con la sua prima stagione, House of the Dragon ha già dimostrato che non ripeterà un errore che per certi versi ha creato molti problemi alla serie tv madre Game of Thrones. La produzione nata dalla mente di George R.R. Martin è una delle migliori mai apparse sul piccolo schermo, ma senza alcuni errori sarebbe stata sicuramente lo show televisivo di maggior successo di tutti i tempi.

Purtroppo, le ultime stagioni di Game of Thrones hanno suscitato un vespaio di polemiche. Una delle cause è stata la gestione del villain principale dello show: il Re della Notte. La sua trama è stata a tratti accentratrice e a tratti superficiale, ma ha comunque oscurato fin troppo alcune situazioni e soprattutto alcuni personaggi che avrebbero meritato un maggior approfondimento. Con la sua prima stagione, House of the Dragon, sembra star abbracciando una metodologia diversa di gestione dei personaggi. Il Re della Notte è stato un personaggio fondamentale per Game of Thrones. Come villain principale della serie tv, il Re della Notte ha fornito un punto nevralgico per la serie, un ultimo cattivo per il paese fratturato guerre intestine di Westeros contro cui unirsi, qualcosa che lo spin-off sulla guerra civile Targaryen sembra fermamente voler evitare.

Imparare dai propri errori

In sostanza, il Night King ha fornito un appiglio agli sceneggiatori su cui costruire una side story fatta di tutti vs uno. Tuttavia, il Re della Notte ha anche danneggiato Game of Thrones perché la sua importanza ha oscurato alcuni intrighi politici e conflitti umani, fondamentali per una produzione che fa del “gioco del trono” la sua base. Molti degli antagonisti più interessanti e malvagi di Game of Thrones, come Petyr Baelish, noto anche come Ditocorto, o Cersei Lannister, si sono ritrovati con finali un po’ affrettati e deludenti perché gli sceneggiatori sono rimasti con troppe questioni in sospeso.

La morte di Cersei Lannister è stata certamente drammatica, ma molti hanno ritenuto che la sua storia si fosse conclusa in modo superficiale. House of the Dragon, in questo, punta ad avere un cast corale di personaggi complessi, antagonisti tra loro, nessuno dei quali è completamente malvagio, il che significa che molto probabilmente la serie sarà in grado di sviluppare meglio quei personaggi ed evitare i finali affrettati che alcuni personaggi di Game of Thrones hanno avuto.

House of The Dragon (640x360)
House of The Dragon (640×360)

House Of The Dragon non ha cattivi, solo persone profondamente imperfette

Gli antagonisti in House of the Dragon sono molto più umani e complessi come personaggi. Sebbene anche Game of Thrones avesse molti di questi personaggi, il Re della Notte era un villain troppo accentratore che nella parte finale della serie è finito per oscurare tutte le altre vicende. House of the Dragon possiede un background molto più intimo e umano. Racconta la storia di una famiglia e del conflitto che nasce al suo interno: il rapporto padre-figlia tra Viserys Targaryen e la sua erede, Rhaenyra, fornisce un perfetto esempio delle complesse dinamiche interpersonali che guidano lo spettacolo. La relazione di Rhaenyra Targaryen con Alicent Hightower è un altro esempio eccezionale, per i drastici cambiamenti in essa contenuti. Nello spin-off non ci sono veri cattivi, ma piuttosto una raccolta di personaggi imperfetti tra cui il pubblico deve scegliere chi amare e chi odiare.

L’enorme forza di House of the Dragon è quella di aver saputo creare alcuni dei personaggi più complessi della televisione già in breve tempo, personaggi che riescono a sostenere la trama con conflitti personali che alla fine diventano enormi guerre emotive anche nel cuore dello spettatore. Questa scelta consente allo spettacolo di evitare l’eterna e forse scontata dicotomia tra bene e male, che ormai è un fattore banalizzante di qualsiasi produzione per il piccolo schermo. Un villain supremo come il Re della Notte risulta ormai scontato e non porta così tanti benefici come qualche anno fa. L’umanizzazione dei personaggi invece permette allo spettatore di calarsi nei panni dei protagonisti e lo fa vivere dentro le vicende narrate. Questo è uno dei segreti dell’enorme successo di House of The Dragon.

House of the Dragon
House of the Dragon (640×360)

Perché un super-villain come il Re della Notte non funzionerebbe in House of the Dragon

Il Re della Notte è un cattivo iconico: tuttavia, la sua presenza non funzionerebbe in House of the Dragon per diversi motivi. Per cominciare, l’esistenza di così tanti draghi, molti dei quali vecchi di decenni e quindi piuttosto grandi, rende la minaccia degli Estranei molto meno intimidatoria. Aemond Targaryen che cavalca Vhagar e Daemon Targaryen su Caraxes sono due condottieri carismatici che la serie tv madre non ha mai avuto. Inoltre, il pericolo rappresentato dal Re della Notte è stato reso molto più potente in Game of Thrones dalla frammentazione delle varie casate, impegnate a combattersi tra di loro, e allo stesso tempo a indebolirsi. Il Re della Notte non avrebbe senso e soprattutto non sarebbe una forza così dirompente nel mondo di House of the Dragon.

La serie tv la cui prima stagione si è conclusa una manciata di settimane fa sembra quindi aver imparato dagli errori di Game of Thrones. Sebbene abbia avuto la possibilità di mostrare gli Estranei, non lo ha fatto. Va detto che in Game of Thrones era impossibile non inserire le vicende del Re della Notte, ma va al contempo sottolineato che sarebbe stato facile anche per House of The Dragon inserire scene filler e di grande impatto in cui veniva descritta la situazione dei non-morti. Lo spin-off però ha avuto il coraggio di rischiare e di non inserirli nelle sue dinamiche, e mai scelta è stata più azzeccata. La decisione di utilizzare un gruppo di antagonisti moralmente più complessi e psicologicamente più vicini a noi permetterà alla serie di approfondire ulteriormente lo sviluppo dei personaggi e di seguire i loro archi narrativi in ​​un modo più soddisfacente di Game of Thrones, senza lasciare indietro nessuno.

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