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Homeland e la stagione capolavoro come firma finale

Non avrei mai voluto scrivere questo articolo. La fine non è mai semplice da digerire e gestirla non implica solo le cinque fasi del lutto, ma rimane costante anche quando non sembra esserci più ricordo. E credo che questa fine rimarrà nel mio cuore per tutta la vita. Le infinite sfumature di questa serie negli anni, e in particolare di Homeland 8 hanno alimentato sentimenti che non possono essere cancellati e che in questo ultimo capitolo sono addirittura stati perno della trama.

Scrivo questa recensione con la stessa espressione di Carrie quando sta per piangere, con un tremolio del mento che non assomiglia neanche lontanamente al suo ma che esprime la stessa intensità. Con gli occhi lucidi abbasso lo sguardo e quello che immagino è un anno, il prossimo, senza Homeland. Se mi fosse stato chiesto due anni fa, avrei risposto che sicuramente mi sarebbe mancato tutto, ma che negli ultimi anni qualcosa era andato affievolendosi. Ora però le cose sono cambiate. E non perché la fine condizioni l’inizio, ma perché l’ottava stagione ha riportato qualcosa che mancava da tempo e che veramente è l’anima di questa serie.

Al di là anche di Brody, della sua figura, del rapporto con Carrie e dell’immagine della sua morte che abbiamo ancora impressa, addirittura io ricordo dov’ero e l’espressione attonita che ho avuto per tutta la durata dei titoli di coda. Brody ora non c’entra più, forse non è mai stato il fuoco principale della trama. Adesso Carrie, nell’ultimo episodio più di tutti, diventa quella figura che ha amato e che continua ad amare, diventa Brody e tradisce il suo paese. Ma come dice anche Saul:

Carrie non perde mai di vista ciò che è veramente importante

Homeland 8
Homeland 8

Il suo paese, la sua patria, per cui ha speso risorse, personalità e credibilità. Il suo lavoro è l’unica cosa che ci dice quanto Carrie sia leale. E lo rimane fino alla fine. Rimane sola, fa di tutto per rimanere l’unica, e ci riesce sempre, forse perché così è l’unico modo per lavorare bene, con discrezione ed efficienza. Dobbiamo anche dire che non le risulta difficile essere considerata sempre la donna di cui non fidarsi, che crea danni invece di risolverli. Eppure è sempre stata lei a evitare che tutto diventasse un disastro. Ha sempre avuto il coraggio e la fermezza per arrivare un secondo prima che la bomba esplodesse per disinnescarla, a costo della sua reputazione, a costo della sua vita.

Questa volta, alla fine, è stata capace di tanto altro. Non ha mai perso l’obiettivo ed è diventata tutto ciò di cui il suo paese ha bisogno. Ce l’ha fatta, da sola. Con il solo aiuto di un uomo che anche inconsapevolmente le ha insegnato ad andare avanti, nonostante tutto, nonostante tutti, nonostante sé stessa.

Homeland 8 ha rivelato non solo la forza di una donna, ma la forza di una ciclicità, degli eventi, della spettacolarità di una serie che ha vinto 5 Golden Globe e 8 Emmy Award. In tutti questi anni abbiamo visto come chiunque può essere sostituito, eccezion fatta per Carrie. Prende il posto di tutti, ciclicamente, della vittima, del carceriere, della manipolatrice, del capo di un governo in perfetto stile democratico americano. La verità è che non si può pretendere di essere perfetti senza poter conoscere sé stessi, i propri limiti e questo significa anche sbagliare, una, due, cento volte.

Homeland

Questa ottava stagione ha il merito di caricarsi sulle spalle tutte le altre. Comincerò a consigliarne la visione anche solo per arrivare a questo punto della serie, alla fine. Dove tutto è stato scritto, dove tutto prende posto e diventa opera d’arte.

Homeland 8 è davvero la stagione capolavoro di una serie che ha meritato otto anni di lavoro.

Tutto ciò che accade dalla morte di Brody è stato un modo per conoscere i contorni della persona di Carrie. D’altronde è sempre stata lei a essere protagonista. Ed è stato giusto così, nessun altro meritava quel posto, non Brody, non altri.

È la fine di un’era. L’epoca che ha consacrato Homeland come la pagina forse più interessante del panorama seriale del genere spy-thriller attuale. Adesso c’è da elaborare e da ricordare. Perché questo finale rimane uno dei più belli e significativi di tutti i tempi, rimane l’immagine di copertina di un album di ricordi che pesa quanto un’emozione sincera.

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P.s.: per chiunque l’abbia vista e sia arrivato fino a questo momento, dateci le vostre opinioni e suggerimenti. Non esitate a scriverci sotto il post. La voglia di discutere su Homeland è ancora tanta!