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Gotham 4×02 – Punto di svolta

Questo secondo episodio di Gotham ci ricorda quanto la determinazione di Jim Gordon sia infantile, anche se spinta da motivazioni nobili. La città è ormai vicina al punto di rottura della bilancia che regola il bene e il male.

Tutta colpa di Oswald Cobblepot e della sua licenza che giustifica i crimini commessi dai vari banditi che popolano Gotham. Ma Jim non ci sta e cerca un qualsiasi movente per poter giustificare la nullità di questa malsana idea che rende legale il crimine.

Per dimostrare che la GCPD è ancora potente, Jim Gordon punta la sua attenzione su Jonathan Crane, aka lo Spaventapasseri.

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Ahimè, non tutti la pensano come il detective, tanto che si ritrova la stazione di polizia completamente indifferente alla sua chiamata in azione contro il crimine. Una spaccatura da non lasciar passare inosservata, soprattutto perché anche Harvey è intenzionato a non rompere questa specie di equilibrio vizioso che la metropoli sta attraversando.

Tuttavia, una volta al manicomio di Arkham, Jim finirà per trovarsi a combattere nuovamente contro i propri demoni evocati dal siero dello Spaventapasseri. Demoni che vedono portare nuovamente a galla il suo amore per Lee, ma soprattutto il suo senso di colpa per ciò che le ha fatto passare nella stagione precedente.

Nel frattempo, la città non perde il suo animo benevolo tanto da riportarci indietro un altro personaggio scampato (assurdamente) alla morte: Barbara Kean. Questa volta il suo personaggio sembra essere più pacato, calcolatore e ossigenato.

La sua volontà è quella di riunirsi a Tabitha, e coinvolgere Selina in un’azienda di armi. allo scopo di far risorgere quel team molto Girl Power che manca nella Serie Tv. A restarne fuori è la povera Ivy, che si ritrova ad essere la quarta Destiny’s Child di cui nessuno ricorda il nome. Come rimediare? Per ripicca la nostra erbetta velenosa ingurgita pozioni su pozioni per diventare più forte (sembra quasi una prova stile Mean Girl).

Eppure ciò che ci preme di più sapere non è come andrà a finire tra le quattro sexy matte, ma chi c’è dietro la resurrezione di Barbara e chi ha finanziato tutta la baracca di armi. Prima cosa che Oswald ha notato, entrando nello studio. Al pinguino non lo freghi, neanche con una parrucca nuova.

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Parallelamente a tutti questi avvenimenti, Bruce Wayne sembra inarrestabilmente votato a diventare, in men che non si dica, il difensore della sua patria. Ci si impegna tanto da dimenticare di essere ancora un fanciullo e di creare casini a cui il (santo) Alfred deve porre rimedio.

Le motivazioni saranno anche nobili, ma Bruce ha bisogno di allenare di più il cervello che i muscoli al momento. Fortuna che è circondato da un “team” valido: da Alfred che gli salva le chiappe (di nuovo) a Lucius Fox che comincia a farci vedere i primi giocattolini del vigilante.

La scusa del Rock Climbing non ha propriamente funzionato e il caro Lucius ha ben capito che il ragazzo ha bisogno del suo aiuto, per non ritrovarsi in un obitorio nell’arco di due puntate (ma questo non accadrà mai, lo sappiamo tutti). Ecco dunque che torna la mitologia di Batman con tutti quei piccoli riferimenti che arricchiscono la puntata e creano quell’alone di eccitazione nel vedere la genesi del vigilante più famoso di casa DC.

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In fin dei conti questa puntata ha lasciato tanti piccoli pezzi di puzzle da scoprire nel corso della stagione. Ha disseminato sottotrame interessanti e ha dato una leggera svolta allo stesso programma. Se nel pilot questa sensazione era assai leggera, nel secondo episodio è più forte il sentore che i produttori di Gotham stiano cercando di rinnovare la caratterizzazione dei personaggi, per evitare di ripetere l’errore delle stagioni precedenti. Evitare di ricadere in una trama che soffre l’immobilità e lo stagnamento nelle stesse tematiche, portando a non sviluppare quasi per niente determinati personaggi, ci fa ben sperare in un miglioramento generale dello Show. Anche se gli ascolti negli USA continuano a non essere dei migliori.

Lreggi anche – Gotham: la recensione della 4×01

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