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Game of Thrones nelle sue ultime tre stagioni si è notevolmente distaccata dai libri da cui è tratta, Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco. Un po’ per la mancanza di materiale (dannato Martin che non scrive), un po’ per la scelta degli sceneggiatori di farle prendere una strada diversa. A volte il risultato è stato comunque spettacolare: pensiamo alla straordinaria scena dell’esplosione del tempi di Baleor a opera di Cersei, o alla scena con cui si chiude la settima stagione, Vyserion trasformato in drago di ghiaccio che abbatte la Barriera.

Ma in un caso in particolare le scelte degli sceneggiatori si sono rivelate catastroficamente sbagliate: tutta la storyline riguardante Dorne e i suoi personaggi.

Ve ne avevamo parlato approfonditamente in questo articolo: la natura stessa dello spirito dorniano era stata tradita nel corso della quinta stagione, in cui conosciamo i personaggi principali e iniziano le prime perplessità.

Game of Thrones

Grande assente ingiustificata Arianne Martell: principessa ereditaria di Dorne, che nei libri si schiera dalla parte di Myrcella rivendicando il suo diritto di erede al Trono di Spade. Ingenuamente, la principessa non riesce a rassegnarsi al fatto che, ad Approdo del Re, la discendenza reale non consideri le donne. Le Serpi delle Sabbie invece sono fin dalla loro prima apparizione una delusione: così variegate e dotate di una forte individualità nei libri, così uguali fra loro e fortemente macchiettistiche nella Serie. Anche Doran Martell, principe di Dorne e fratello di Oberyn, è una mezza delusione: tanto carismatico e saggio nei libri, sebbene costretto in sedia a rotelle, quanto debole e ingenuo nella Serie.

Ed è proprio la scena della sua uccisione da parte di Ellaria Sand e di sua figlia Tyene, esperta di veleni, che riassume in pieno il declino che gli sceneggiatori di Game of Thrones hanno dato a Dorne.

Si tratta a mio avviso della scena più sbagliata presente nella serie. Probabilmente è stata girata per disfarsi velocemente di una storyline fino a quel momento abusata, tradita e ormai non più di interesse per gli sceneggiatori.

Ci troviamo nei giardini di Lancia del Sole, la capitale di Dorne, principato da secoli indipendente dal potere di Approdo del Re, e da anni in aperta polemica con il Trono. Motivo scatenante, l’uccisione della principessa Elia Martell e dei suoi figli, nel corso del sacco di Approdo del Re dopo la ribellione di Robert. Il tentativo di vendetta di Oberyn, fratello di Elia, nel corso del torneo che avrebbe dovuto decidere il destino di Tyrion, è finito tragicamente: Oberyn è stato letteralmente spappolato dalla Montagna. Del resto nemmeno quest’ultimo se la passa bene, essendo divenuto uno zombie al servizio di Cersei.

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Abbiamo già intuito che la scelta di Doran Martell di non fare nulla per vendicare la morte del fratello non ha destato particolare entusiasmo a Dorne. Infatti Ellaria ce l’ha fatto capire chiaramente nel corso della quinta stagione. Il vecchio patriarca, saggiamente, preferisce non avventurarsi in vendette fiabesche come quella che gli propone la madre delle Serpi: spedire a Cersei pezzi della figlia, in visita a Dorne (ironia della sorte) proprio per sfuggire al brutto clima che tira ad Approdo del Re.

Ma Ellaria, tanto aperta di mente e furba come ci era apparsa nelle precedenti stagioni, ora deve aver lasciato anche lei pezzi di cervello sullo stesso selciato sul quale sono sparsi quelli del compagno.

Infatti non si rassegna e ordisce la vendetta, con la complicità delle figlie.

Le ridicole Serpi sono rappresentate in versione “catena di montaggio”, tutte uguali, tutte feroci, tutte pronte a prendersela non solo con il loro Principe, ma anche con due ragazzi innocenti. Stiamo parlando di Trystane, figlio di Doran, e Myrcella, figlia di Cersei.

L’atto primo del tradimento è un vero scempio di tutti i valori dorniani di onore, cavalleria e libertà: uccidono Doran subdolamente, sfruttando la sua incapacità di muoversi, con la complicità delle guardie reali che non muovono un dito per salvare il loro principe. Ma fin qui si può anche arrivare a capirli. In fondo Oberyn era amato dai dorniani (non che Doran non lo fosse), e la mancata vendetta può aver infastidito il popolino.

Quello che è assolutamente inaccettabile accade subito dopo.

Le Serpi entrano negli appartamenti di Trystane, un ragazzino senza barba infantilmente innamorato di Myrcella, e lo assassinano a sangue freddo, impalandolo con una lancia. In questo modo non solo stroncano per sempre la discendenza Martell (Arianne non pervenuta), ma si dimostrano immensamente vigliacche, prendendosela con un ragazzetto capace appena di disegnare cuoricini su una pergamena.

Non contente di ciò, Ellaria e la sua Squadra Assassina Vipere Mortali decidono di eliminare anche Myrcella, facendola avvelenare per morire tra le braccia di suo padre Jaime, mentre ignaro credeva di portarla verso la salvezza.

“Questa sono io, all’apice del mio masochismo”

Questa citazione di Kill Bill starebbe benissimo in bocca a Ellaria, che non sa di aver appena commesso il più grande errore della sua vita. A Cersei si può fare di tutto: tagliarle i capelli, mandarla nuda in giro per la città, perfino farla giacere con Robert Baratheon ubriaco. Ma i figli non glieli devi toccare, o farai una fine atroce.

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Fine che puntualmente arriverà per la madre delle Serpi e le sue bisce da combattimento. Così finiranno tutte assassinate (seguendo un pattern preciso, che in Game of Thrones non risparmia quasi nessuno). Toccherà anche a lei una morte e un disfacimento eterno, a contemplare per sempre il cadavere della figlia avvelenata che si decompone.

Questa scena ai giardini di Dorne, quindi, è a mio avviso la più sbagliata che si potesse concepire.

Non solo per la storyline dorniana, che subisce il colpo di grazia, ma anche per Game of Thrones stessa. La serie si riprenderà solo grazie al colpo di genio del tempio di Baelor e della leggendaria Battaglia dei Bastardi. Purtroppo per Dorne non ci saranno altre occasioni di riscatto. I personaggi si sono letteralmente annientati con le loro mani, perseguendo scelte e vendette dettate più dallo stomaco che dal cervello. E ovviamente ne hanno subito le conseguenze.

La morte di Doran segna non solo il punto più basso della Serie, ma anche l’addio irrimediabile a una casata che, con una cura maggiore da parte degli sceneggiatori, avrebbe potuto dare a Game of Thrones molto di più di una variopinta ed esotica cartolina dal Sud.

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