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Lord Petyr Baelish: astuto, manipolatore e sempre un passo avanti rispetto agli altri. Sin dal principio, il subdolo Ditocorto ha dimostrato di essere uno dei migliori giocatori al gioco del trono. Se non fosse stato per lui, molti degli eventi principali di Game of Thrones non si sarebbero mai verificati: la morte di Jon Arryn, la cattura di Ned Stark, la faida fra gli Stark e i Lannister. Tutti avvenimenti che hanno portato a delle conseguenze che hanno inciso su gran parte della storia. In un modo o nell’altro, questo maestro dell’inganno è sempre riuscito a raggiungere i suoi obiettivi, senza mai esporsi in maniera diretta. Basti pensare alla sua parte nella morte di Joffrey, o a quella nella fuga di Sansa da Approdo del Re.

In mancanza della forza bruta e della discendenza nobiliare, Ditocorto ha fatto dell’ingegno e manipolazione due delle sue armi più potenti. Il suo valore e successo derivano dall’abilità nel rendersi utile, nel sussurrare informazioni importanti nelle orecchie giuste e nel prevedere sempre le mosse altrui. È proprio per questo che, pur avendo umili origini, l’uomo è riuscito a migliorare continuamente la sua posizione, ingannando i propri nemici e stringendo le giuste alleanze. Ma pur stipulando accordi con le casate più potenti di Westeros, Baelish non ha mai pensato al bene di nessun altro se non al proprio.

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Mentre Varys, il suo più grande rivale e l’unico in grado di tenergli testa, sfrutta la sua rete di spie per il bene del popolo, Ditocorto è spinto da una filosofia ben diversa: la sua arte non è un mezzo con il quale migliorare le condizioni del reame, ma solo uno strumento con il quale conquistare ciò che desidera. Lo scopo del personaggio è sempre stato quello di servire se stesso, e il modo migliore per farlo è approfittare del caos che lo circonda. Il monologo su “Il caos è una scala” sintetizza perfettamente il suo approccio nella vita: Lord Baelish può prosperare solo quando intorno a lui c’è confusione e tumulto. È solo nel momento in cui regna l’incertezza che ha la più grande opportunità di migliorare la sua posizione.

Considerando quanto abbia costruito gran parte della sua vita e influenzato quella degli altri con le sue bugie, Ditocorto può essere considerato il più grande mitomane di Game of Thrones.

La sua tendenza a mentire e ad accettare quelle menzogne come realtà si protrarrà per 7 stagioni, creando così una rete di bugie nella quale rimarranno intrappolati diversi personaggi. Ingannevole, persuasivo e impassibile di fronte alla sofferenza altrui, Petyr Baelish mostra i tratti di un Disturbo Antisociale di Personalità, una patologia che trae origine dal contesto in cui è cresciuto. Il personaggio è così ossessionato dal potere perché non ne ha mai avuto mentre cresceva. Erede di una terra insignificante e discendente di un semplice mercenario, a 8 anni diviene il protetto di Hoster Tully a Delta delle Acque. Qui conoscerà Catelyn Tully, la donna che amerà per il resto dei suoi giorni. Desideroso di ricevere l’affetto di Cat, il giovane Petyr troverà il coraggio di sfidare a duello il suo promesso sposo, Brandon Stark, fallendo però miseramente. Questo scontro lo definirà per il resto della sua vita: in quel momento capisce che l’unico modo per ottenere il potere non è combattendo o sborsando denaro, ma raggirando i suoi nemici. Il personaggio perde quel briciolo di onore e umanità che ancora conservava e li scambia per il caos.

È così che inizia la trasformazione da Petyr Baelish, ragazzo ingenuo e innamorato, a Ditocorto, maestro della manipolazione.

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Tattico e strategico, l’uomo impara a riconoscere le forze e debolezze dei suoi nemici, così da sapere sempre come gestirli e in che modo assecondarli. Conoscendo i segreti di coloro che lo circondano, Ditocorto acquisisce un potere incredibile, che però non esercita mai in maniera palese. Piuttosto che cercare di convincere gli altri a fare qualcosa, presenta punti di vista persuasivi, installa il seme del dubbio nella loro mente e lascia che imbocchino da soli la strada che l’antagonista aveva previsto. Dal momento che prendere una decisione per conto proprio rafforza l’idea di essere sotto controllo, Baelish lascia credere alle sue pedine di essere responsabili delle proprie scelte.

Attraverso questo approccio subdolo, Ditocorto riesce a nascondere sempre le sue vere intenzioni, uno dei suoi più grandi punti di forza. Come spiegherà a Sansa, “un uomo senza moventi è un uomo che nessuno sospetterebbe mai. Se i tuoi nemici non sanno chi sei, che cosa vuoi, non potranno mai sapere quale sarà la tua mossa successiva“. Ed è proprio per questo che il personaggio non si farà mai offuscare dal suo ego. Nel corso delle stagioni verrà deriso e sottovaluto numerose volte, ma tutto ciò non lo scalfirà mai. Sapendo che prima o poi prevarrà su ognuno di loro, non mostra mai apertamente il suo odio. A differenza dell’impulsiva Cersei, Baelish porge l’altra guancia e non lascia mai che il suo istinto prevalga sui suoi interessi.

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Mentre altri personaggi cercano il rispetto, i titoli e la possibilità di agire senza dover affrontare le conseguenze, Petyr ha un unico obiettivo in mente e tutto il resto è una distrazione.

In quanto sociopatico, Ditocorto prova molta empatia cognitiva (la capacità di riconoscere e comprendere le emozioni altrui), ma poca empatia affettiva (la capacità di entrare in contatto con le emozioni altrui). L’uomo sa cosa pensano e provano gli altri riuscendo così a manipolarli, ma non ha alcun rimorso per ciò che gli fa passare a causa delle sue infamie. Gli atti violenti di Lord Baelish sono diversi da quelli di altri personaggi di Game of Thrones. Prendiamo Cersei e Jamie: entrambi agiscono per amore dei propri cari, ed è proprio per questo che le loro azioni, per quanto deplorevoli, lasciano spazio a una possibile crescita o a un percorso di redenzione, che invece Petyr non avrebbe mai potuto intraprendere.

L’antagonista manca infatti di sentimentalità. Non ha problemi a mentire, non sente alcun tipo di attaccamento verso le sue pedine. Niente è sacro per Ditocorto, neanche principi come l’onore o la morale. Tuttavia, alla fine saranno proprio i sentimenti a far incrinare la corazza dell’astuto Baelish. Ancor più che il suo amore per Cat, sarà l’ossessione per Sansa a condannarlo: non solo la istruisce per farla diventare un’ottima giocatrice, ma la spinge più volte a rivendicare il suo potere e a vendicarsi di coloro che l’hanno tradita. Inoltre, le rivelerà il suo desiderio più profondo: il trono di spade, con lei al suo fianco. Un primo, enorme errore tattico che gli costerà la vita.

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Pur avendo sempre cercato di prefigurare gli scenari peggiori, Lord Baelish non riuscirà a prevedere la strategia di Sansa, che userà contro di lui le sue stesse armi. Dopo anni di manipolazioni ben riuscite, l’uomo è così sicuro di sé da aspettarsi che nessuno veda le sue vere motivazioni o lo batta nel gioco. E questo sarà esattamente ciò che segnerà la sua fine.

Ditocorto muore prima di raggiungere il suo obiettivo, ma anche se avesse ottenuto l’agognato potere molto probabilmente si sarebbe trovato a desiderare altro. Non avrebbe mai rinunciato alla sua natura narcisistica o alla scarica di adrenalina generata dalla manipolazione e dalla distruzione. Esaudire il proprio desiderio avrebbe significato ottenere pace e stabilità, veleno per un individuo con tendenze sociopatiche come quelle di questo affascinante antagonista. In un modo o nell’altro, Baelish non avrebbe mai abbandonato il gioco del trono, e in un certo senso è proprio così che andrà. Manipolerà e giocherà fino alla morte, quando i fratelli Stark gli daranno per la prima e ultima volta un assaggio della sua stessa medicina.

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