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8 film romantici che ho trovato tremendamente stressanti

Film romantici: sì o no? Ci sono persone che si emozionano e si appassionano alle storie dalle tinte rosa e non appena è possibile si spaparanzano sul divano davanti a un bel filmetto d’amore, così come ci sono persone che trovano questo tipo di intrattenimento troppo sdolcinato e noioso, al punto da fuggire a gambe levate ogni volta che sullo schermo compare un’opera di questo genere. Io mi trovo nel mezzo: ci sono momenti in cui ho voglia di guardare qualcosa di romantico e momenti in cui è proprio l’ultima tipologia di film con cui mi voglio confrontare. Sono affezionata ad alcuni film romantici come l’intramontabile Orgoglio e Pregiudizio del 2005, che riguarderei all’infinito per le sue atmosfere e i dialoghi accattivanti; I Guardiani del Destino (2011), che mostra come alcuni sentimenti possano essere più forti del destino stesso e La La Land (2016), per il suo mix di musica, sogni, obiettivi e il finale inaspettato. Altri film del medesimo genere, invece, non li ho proprio sopportati e oggi voglio parlarvi proprio di questi (correndo anche il rischio di scatenare ire funeste, perché alcuni tra essi sono in realtà molto amati).

Ecco dunque 8 film romantici che ho trovato tremendamente stressanti.

1) Le pagine della nostra vita

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Iniziamo proprio da una unpopular opinion che mi è già costata reazioni costernate in passato. Le pagine della nostra vita è un film del 2004 che molto spesso viene annoverato nella lista dei film romantici più belli di sempre. Diretto da Nick Cassavetes, tratta della storia d’amore di Noah Calhoun (Ryan Gosling) e Allie Hamilton (Rachel McAdams), una storia che si dipana nel corso di svariati anni e letta in un diario da un anziano in una casa di riposo dei giorni nostri (da qui il titolo originale, The Notebook). Se molti spettatori sono rimasti affascinati dalla longevità di questo sentimento che ha saputo contrastare le intemperie più dure della vita, non si può proprio dire lo stesso di me.

Ho trovato questo film esageratamente lento e sdolcinato, al punto che durante la visione ho continuato a sbuffare e alzare gli occhi al cielo. Credo di essermi pure messa a fare altro a un certo punto e…no, non l’ho nemmeno finito, mi dispiace. Di sicuro ha contribuito l’ampio arco temporale in cui si snoda la storia, solitamente preferisco trame che vertono su un periodo di tempo più corto. Mi perdonate?

2) One Day

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La problematica dell’arco temporale troppo lungo – per il mio gusto personale, perché può essere invece una modalità narrativa che incontra il favore di altri spettatori – la ritroviamo in One Day (2011). La trama di questo film verte su una data particolare, il 15 luglio 1988, che segna l’incontro tra Emma e Dexter. Da quel momento, i due si incontreranno lo stesso giorno ogni anno, costruendo il loro rapporto di amicizia (o altro) poco a poco, mattoncino su mattoncino. Ed è proprio questo procedere a passettini che rende la visione del film piuttosto stressante.

È un incedere lento ed estenuante verso il finale. In ogni caso, comunque, nulla da togliere alle interpretazioni dei due attori protagonisti Anna Hathaway e Jim Sturgess, che hanno saputo dare vita a due personaggi molto credibili e li hanno saputi declinare in tutte le loro sfaccettature che emergono nel corso del tempo.

3) Scrivimi ancora

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Scrivimi ancora (Love, Rosie) è un film del 2014 che vede nei panni dei protagonisti due attori che apprezzo: Lily Collins, che intrepreta Rose, e Sam Claflin, che presta il volto ad Alex. Il tono è leggero e la commedia si intreccia molto con il genere romantico, dando vita a una storia che potrebbe essere indicata a passare quasi due ore di svago. La trama, però, sembra procedere in una catena di fraintendimenti, occasioni perse e tentativi di risolvere la questione che stanca presto.

Per arrivare al lieto fine ci vuole davvero tanto tempo (12 anni!), con un innesco di situazioni superflue e aderenti ai cliché che spesso troviamo nei film romantici di questo tipo. L’unica consolazione? Scrivimi ancora ci fa credere alla possibilità di uscire dalla friendzone (sempre che si abbia la pazienza di fare 12 anni di tentativi).

4) Tre Metri Sopra il Cielo

Tre metri sopra il cielo

Qui facciamo un bel salto indietro nel tempo, quando spopolavano i libri di Federico Moccia ed erano tutti innamorati di Riccardo Scamarcio. Tre Metri Sopra il Cielo sembrava quel film da cui proprio non si poteva scappare: non avevi voglia di vederlo, perché le storie troppo romantiche con troppi cliché non facevano per te, ma in un modo o nell’altro ti ritrovavi lo stesso a tre metri dalla televisione a guardare questo film.

A me successe durante una festa di compleanno, quando la festeggiata voleva guardare un film e allora si è votato tra due DVD (l’altro era Twilight, vedete un po’ voi). Per me fu un’ora e quarantuno minuti di stress, tra situazioni stereotipate e una serie di vicende da cui non mi sono sentita per niente coinvolta. Sarà di sicuro un film che rientra nei ricordi carini dell’adolescenza di qualcuno, ci mancherebbe. Ma per me è un grande no.

5) Amore 14

Tratto da un altro libro di Federico Moccia, Amore 14 è un film del 2009 che racconta le (dis)avventure sentimentali di Carolina, detta Caro, una quattordicenne che esplora il mondo dell’adolescenza e si innamora perdutamente di un certo Massi. Io di anni nel 2009 ne avevo esattamente 14, perciò mi ero convinta che nel film avrei trovato le risposte alle mie molte domande dell’epoca.

Mi sbagliavo. Non era proprio un film per me, con una protagonista di cui non ho molto apprezzato la caratterizzazione e situazioni un po’ prevedibili e grottesche – tipo il telefono perso proprio tre secondi dopo averci segnato il numero del ragazzo, caspita che tragedia. Uno stress da inizio a fine, una fine che almeno però non è stata così scontata.

6) Ti presento Joe Black

Questo è un altro colosso dei film romantici e per certi versi mi è anche piaciuto (no, non solo per la presenza di un giovane Brad Pitt.

L’idea che non ci si debba accontentare in amore e che si debba cercare la persona che ci faccia provare emozioni travolgenti e uniche fa credere davvero al lato più magico e poetico del sentimento. Ma per scoprirlo sono davvero necessarie tre ore di film?

La lentezza con cui avviene qualsiasi cosa diventa estenuante, la si può sopportare per la prima oretta, ma per tre diventa decisamente troppo. Forse con un passo più ritmato e un’ora in meno, il film sarebbe stato più sopportabile. Ma anche qui nulla da togliere all’interpretazione degli attori che si è dimostrata senz’altro all’altezza.

7) Serendipity – Quando l’amore è magia

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La premessa di questo film del 2001 diretto da Peter Chelsom e interpretato da Kate Beckinsale e John Cusack è interessante: la serendipità indica la possibilità di fare scoperte sensazionali per caso, senza cercare direttamente qualcosa. Quando i due protagonisti, Jonathan e Sara, si incontrano a New York nel periodo natalizio e si rendono conto di avere un’ottima intesa, decidono di non scambiarsi i numeri di telefono e vedere se il destino ha in serbo per loro di far intrecciare di nuovo le loro strade oppure no.

Affascinante come idea, no? Però ce ne passa prima che questo destino decida di far attorcigliare nuovamente i due percorsi. La corsa al lieto fine diventa una maratona. Forse la scelta più giusta starebbe nella via di mezzo: lasciar fare sì al destino, ma nel frattempo dargli qualche strattone nella direzione da noi desiderata.

8) After

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È vero, questa me la sono proprio andata a cercare. Ho guardato After (2019) per mera curiosità, già immaginando che non avrebbe incontrato il mio gusto. È vero anche che sono un po’ fuori target per questo film, però ci sono dei teen romance che non mi dispiacciono. L’aspetto stressante della pellicola tratta dall’omonimo romanzo di Anna Todd è quello di raccontare una storia d’amore adolescenziale dalle forti tinte tossiche: il protagonista maschile, interpretato da Hero Fiennes Tiffin (che ha dato il volto al Voldemort bambino in Harry Potter) è un ragazzo che cambia umore alla velocità della luce, travolgendo nel suo vortice la protagonista femminile (Josephine Langford) che tende a giustificare qualsiasi atteggiamento dannoso di lui.

Non è un messaggio che darei a un pubblico di adolescenti o pre-adolescenti: non tutti sono in grado di riconoscere una relazione tossica e forse non è un grande insegnamento far credere che per amore si possa accettare tutto.

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