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Desperate Housewives ha lasciato un segno profondo nella storia della televisione, un merito che troppo spesso non viene riconosciuto alla serie di Marc Cherry. A dieci anni dalla sua conclusione, non abbiamo mai più visto niente di simile alla serie che, insieme a Sex and the City, ha rivoluzionato completamente il modo in cui la donna è rappresentata sul piccolo schermo. Attraverso un universo di personaggi femminili complessi e straordinari, mostra tutte le contraddizioni della vita borghese a cui questi sono costretti, esplora e ridicolizza gli stereotipi a cui fino a quel momento erano stati ridotti. Il grande punto di forza di Desperate Housewives, ciò che la rende una delle serie più intelligenti che si siano mai viste, è proprio il modo in cui le protagoniste sono modellate a partire dagli archetipi femminili classici. Eppure questo punto di partenza viene mostrato come nient’altro che un’illusione, parte della complicata recita che ogni giorno le casalinghe disperate devono mettere in scena per sopravvivere in un mondo che le vuole ridotte a una maschera. Se quindi è facile individuare quale sia il preciso modello di riferimento per ciascuna delle donne di Desperate Housewives, ciò che è realmente importante durante la visione della serie è comprendere fino a che punto le protagoniste se ne discostino, liberandosi dalle catene le vorrebbero fedeli a ideali imposti dalla società.

Attenzione: L’articolo contiene spoiler.

1) Lynette Scavo – Artemide, la donna in carriera

Competitiva e indipendente, Artemide è la dea della caccia e della Luna. Le donne che fanno riferimento a questo archetipo sono concentrate sul proprio obiettivo e disposte a tutto per raggiungerlo, soprattutto in ambito lavorativo. Non ci si possono permettere mostrarsi vulnerabili e per loro non sono ammessi momenti di debolezza, perché il rischio è quello di perdere tutto il potere acquisito lavorando duramente, mettendo a repentaglio la propria vita. Proprio come è successo a Lynette Scavo.

Lynette è fin dal primo istante mostrata come la più disperata delle Desperate Housewives. Dopo aver versato sudore e lacrime per avere successo in un settore altamente competitivo come quello del marketing, la nascita di quattro figli nel giro di cinque anni l’ha vista costretta a rinunciare alla carriera per prendersi cura di loro, il tutto mentre il marito Tom continua a lavorare proprio nell’ambito in cui Lynette era destinata a eccellere. La contraddizione tra la natura profondamente competitiva e votata alla carriera della donna e la sua realtà di madre e casalinga infelice, costretta dalle circostanze a una vita che non la soddisfa, è il punto di partenza per l’evoluzione del personaggio di Lynette, che durante le otto stagioni della serie riacquista gradualmente la sua libertà e la capacità di realizzare i suoi obiettivi professionali, a costo tuttavia di sacrificare le sue relazioni personali.

2) Edie Britt – Atena, la stratega

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Edie Britt è non è una casalinga e non è affatto disperata. È una donna fiera della sua indipendenza e consapevole della sua sensualità, al punto da divenire quasi l’antitesi delle protagoniste di “Desperate Housewives”.

Molto più complessa da catalogare rispetto ai quattro personaggi principali della serie, Edie è solo apparentemente presentata come l’antagonista delle casalinghe, tanto che il suo addio è quello che si riserva a un’eroina e non certo a un villain. Edie Britt è un’abile calcolatrice, una stratega in grado di preparare le sua mosse con largo anticipo, consapevole delle proprie risorse e dei propri limiti in ogni istante, proprio come Atena, dea della saggezza e dei mestieri. L’archetipo di Atena è quello della donna pratica e obiettiva, che mette a tacere le sue necessità fino al punto di divenire insensibile ai sentimenti, incapace di stabilire legami profondi. La personalità di Edie e le ragioni che l’hanno portata a costruirsi la propria maschera ci vengono rivelate lentamente nel corso di Desperate Housewives, rendendo più umano il suo personaggio senza per questo snaturarlo, facendo sì che la sua immensa consapevolezza e profonda sensualità restino i suoi tratti distintivi in ogni istante. Ancora una volta un’archetipo femminile viene alla stesso tempo esplorato e rivoluzionato all’interno della dramedy ABC, mostrando tutte le contraddizioni che vengono a galla quando si costringe un personaggio a rientrare dentro uno schema predefinito.

3) Mary Alice Young – Estia, la portatrice di verità

Conosciamo davvero Mary Alice Young? È questa la domanda che mette in moto i complessi ingranaggi di “Desperate Housewives”, mostrando quanto il fittizio equilibrio iniziale della vita delle protagoniste non fosse mai stato altro che un’illusione.

Mary Alice comparare raramente nel corso della serie, eppure è la sua voce a orientarci nell’universo articolato e contraddittorio di Wisteria Lane. Non arriviamo mai a comprenderla del tutto, così come non ne avranno mai le possibilità le casalinghe disperate, eppure la sua presenza sottointesa è l’unico punto fisso in Desperate Housewives. Proprio come la dea del focalare Estia, Mary Alice non assume (se non raramente) sembianze umane, bensì è ridotta a voce narrante, è portatrice di verità onnisciente, nonché un rifugio simbolico per le amiche nel momento del bisogno. L’incorporeità di Estia la costringe alla solitudine e all’isolamento, due stati d’animo che definiscono anche la vita di Mary Alice, costretta a sopportare il peso di un segreto che diventa tanto ingombrante da spingerla a togliersi la vita, rimasta sola a vivere con il rimorso. In questo caso il ribaltamento dell’archetipo avviene quando viene fatta luce sul passato della donna, che per proteggere la propria casa, il proprio focolare, compie azioni destinate a sconvolgere la vita a Wisteria Lane per sempre.

4) Bree Van de Kamp – Era, la moglie perfetta

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Nel primo episodio di Desperate Housewives, Bree Van de Kamp si presenta al mondo esterno come la madre perfetta, la moglie fedele che vive per rendere felice il marito, la casalinga che prepara cene degne del miglior ristorante in una casa perennemente immacolata. La Bree che conosciamo all’inizio è una donna totalmente identificata nel suo ruolo di moglie e madre, in una recita che porta avanti con tenacia e alti livelli di sopportazione, che tuttavia è destinata a mostrarsi ben presto per ciò che è realmente: una farsa, una maschera che nasconde un’infelicità profonda e l’assenza di amore all’interno delle dinamiche familiari.

Ecco allora che appare evidente il riferimento all’archetipo della dea Era, la madre degli dei, la moglie che pur di tenere unita la famiglia supporta l’umiliazione e l’infedeltà, che vive di costanti sacrifici pur di mantenere in vita l’ideale di famiglia perfetta che si era preposta di costruire. Eppure la bolla di Bree scoppia prestissimo, il ruolo che si era cucita addosso non le calza più ed è allora che la donna inizia il percorso che la porterà a diventare il personaggio più complesso e maturo della serie, disposta ad ammettere i propri difetti e a lavorare duramente per conquistare un’identità propria.

5) Katherine Mayfair – Demetra, la madre

Demetra, dea delle messi e madre di Persefone, è l’archetipo della nutrice, di colei che è disposta a qualsiasi cosa pur di proteggere i figli, persino a sacrificare se stessa. Fin dal momento in cui fa il suo ingresso nella quarta stagione di Desperate Housewives, Katherine Mayfair ci viene presentata prima di tutto come una madre, il rapporto con la figlia Dylan al centro del mistero principale di questo capitolo della serie. Con il procedere degli episodi capiamo fino a che punto il personaggio di Katherine fa riferimento all’archetipo di Demetra, quanto grandi siano stati i sacrifici che ha compiuto per la figlia, fino a che punto ha sopportato dolore e umiliazione pur di proteggerla.

Eppure, una volta che Dylan cresce e lascia il nido, Katherine crolla, perde la sua identità, il suo attaccamento all’archetipo di Demetra di affievolisce progressivamente fino a ribaltarsi. Rimasta sola, la donna perde ogni punto di riferimento, si sente vittima di una promessa tradita, è pervasa da un senso di gelosia che la rende pericolosa. Katherine allora diventa il simbolo delle donne che vedono tradite le aspettative che la vita aveva promesso, svuotate di ogni identità propria una volta che il loro ruolo sociale si esaurisce.

6) Susan Meyer – Persefone, l’eterna bambina

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Persefone nel mito è rappresentata come la figlia rapita e la moglie scelta, una donna che non ha il controllo della sua vita e che si limita a subire le decisioni altrui, una perpetua bambina che non si assume le sue responsabilità. Susan Mayer, la ragazza della porta accanto di Desperate Housewives, è stata lasciata dal marito e da allora vive in un limbo da cui non riesce a riscuotersi, costringendo la figlia adolescente Julie a prendersi cura di lei. Susan è fisiologicamente incapace di stare da sola, è dipendente dall’approvazione altrui (soprattutto quella maschile), sempre bisognosa di aiuto e protezione. Sebbene nel corso della serie cresca e trovi un suo equilibrio, Susan Mayer è senza dubbio il personaggio più statico della serie, tanto che solo il trauma e il lutto riescono davvero a scuoterla, allontanandola almeno parzialmente da un archetipo che la vorrebbe ridotta a un’infanzia perpetua, passata a subire passivamente le decisioni altrui.

7) Gabrielle Solis – Afrodite, (non soltanto) la femme fatale

Afrodite non ha bisogno di presentazioni e Gabrielle Solis non è da meno. La dea dell’amore e della bellezza scatena guerre con la sua sensualità e Gabrielle Solis non è da meno. Afrodite ama stare al centro dell’attenzione e Gabrielle Solis non soltanto non è da meno, ma addirittura lo ama di più.

Giovane, splendida e ricca, Gaby ci viene presentata come la classica moglie trofeo, imprigionata in un matrimonio infelice in cui il marito la trascura e lei lo tradisce con il giardiniere per ripicca. Consapevole della sua bellezza mozzafiato e amante del lusso, Gabrielle ci appare fedele allo stereotipo della modella stupida e superficiale, eppure non ci mettiamo molto a comprendere che in realtà il suo personaggio è molto più sfaccettato di quanto ci saremmo mai aspettati. Durante le otto stagioni di Desperate Housewives, Gaby cresce e con lei le sue relazioni, che finalmente diventano oneste e genuine. Riscopre l’amore del marito, diventa madre, impara a sacrificare se stessa per rendere felice chi ama, qualcosa che l’egocentrica ed egoista Gabrielle che conosciamo nell’episodio pilota non avrebbe mai fatto. Pur rimanendo fedele a se stessa e all’archetipo a cui fa riferimento, il personaggio interpretato da Eva Longoria espande i suoi orizzonti e le sue capacità, dimostrando che una donna può essere tutto ciò che vuole. A prescindere dal giudizio altrui.

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