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La spiegazione del finale di Derry Girls

Andata in onda su Channel 4 nella primavera 2022, la terza e ultima stagione di Derry Girls è finalmente arrivata su Netflix a ottobre, rendendo disponibile anche per il pubblico italiano la conclusione delle vicende tragicomiche delle adolescenti più folli dell’Irlanda del Nord. Questo capitolo conclusivo dell’irriverente gioiello di comicità irlandese creato da Lisa McGee conta sei episodi come i precedenti, ai quali però si aggiunge una puntata finale di lunga quasi un’ora e intitolata The Agreement, durante la quale proprio come ci saremmo aspettati il racconto della vita delle Derry Girls si fonde con la storia politica del loro paese, che si prepara a entrare in una nuova era di possibile pace dopo decenni di violenta guerriglia civile.

La conclusione di Derry Girls, come di fatto tutta la serie, è allora profondamente radicata nella storia recente dell’Irlanda del Nord e simboleggia la perfetta chiusura del cerchio: Erin, Orla, Michelle, Clare e James diventano adulti, entrando in una nuova fase della propria vita proprio nel momento in cui anche il loro paese cerca di ricominciare da zero. Conservando la freschezza e la comicità peculiare che la caratterizzano, la comedy di Channel 4 distribuita da Netflix ci regala un finale allo stesso tempo intimo, commovente e divertentissimo, che non stupisce lo spettatore ma lo emoziona profondamente e che rappresenta una conclusione perfetta che racchiude in sé tutta l’anima di Derry Girls.

Attenzione: come potete immaginare, il seguente articolo contiene spoiler. Evitate di proseguire la lettura se non volete anticipazioni sul finale della serie

Cos’è successo nell’episodio finale della comedy di Channel 4 ora disponibile su Netflix?

Orla (640×360)

The Agreement è ambientata un anno dopo gli eventi della terza stagione, nel 1998. Orla ha appena compiuto 18 anni e, insieme agli altri protagonisti di Derry Girls, si prepara a votare per la prima volta, prendendo parte a quello che è un momento storico per l’Irlanda del Nord: il referendum per l’approvazione dell’Accordo del Venerdì Santo, che avrebbe sancito la fine di un periodo di guerriglia civile nel paese. Il voto però non è l’unico evento importante della settimana, perché proprio quel weekend Orla e Erin (già maggiorenne da diversi mesi) festeggeranno il loro compleanno e anche Jenny Joyce ha in programma di organizzare una festa degna delle migliori star di Hollywood, alla quale parteciperà l’intero corpo scolastico. Inoltre, a seguito della morte del padre, Clare e sua madre si sono trasferite fuori Derry e la ragazza ha cambiato scuola.

La tensione per l’organizzazione della festa e per il clima di aspettativa e incertezza che riguarda il risultato del referendum in programma porta a una prima, devastante lite tra Erin e Michelle, che si scontrano sulle ragioni che le porterebbero a votare a favore dell’Accordo del Venerdì Santo. Erin sostiene che la pace sia necessaria perché vi sono state troppe vittime da entrambe le parti, mentre Michelle tende a vedere il mondo meno in bianco e nero, evidenziando come a volte la violenza sia un mezzo necessario. Come verremo a sapere nel corso dell’episodio, durante il quale la distanza tra le due amiche sembra farsi incolmabile, Michelle è segnata personalmente dalle possibili conseguenze dell’entrata in vigore dell’accordo: suo fratello Niall, che non vede da anni, è infatti in prigione per avere ucciso un uomo durante le azioni di guerriglia e qualora il sì trionfasse al referendum verrebbe liberato.

Derry Girls (640×350)

Man mano che la puntata procede vediamo la scena spostarsi dalla festa di Orla e Erin, alla quale non si presenta nessuno e che sono costrette a condividere con una serie di bambine che celebrano la loro prima comunione, a quella di Jenny, alla quale Michelle e James sono riusciti a imbucarsi. È proprio a questo party che avviene la riappacificazione delle Derry Girls, con Michelle che finalmente rivela cosa la tormenta riguardo ai risvolti etici della guerra civile irlandese e per la prima volta dall’inizio della serie si mostra vulnerabile, insicura del suo futuro e delle sue scelte.

Nel frattempo, Clare cerca in tutti i modi di raggiungere gli amici da Jenny, salvo poi scoprire che se ne sono andati. Ecco allora che, in un tentativo di rendere il diciottesimo compleanno di Orla ed Erin memorabile, fa saltare la corrente a casa della loro rivale e porta la festa da Orla, Erin, Michelle e James, che finalmente possono divertirsi e godersi quello che simbolicamente rappresenta l’ultimo momento della loro adolescenza.

La puntata si conclude con una scena di una potenza indescrivibile, cinque minuti che resteranno per sempre nel cuore di ogni fan di Derry Girls. Tutti i personaggi che abbiamo conosciuto durante le tre stagioni, dai protagonisti alle guest star (graditissimo il ritorno di Liam Neeson), si recano alle urne per votare finalmente per il referendum di approvazione dell’Accordo del Venerdì Santo. Sulle note di Dreams dei Cranberries, canzone già fondamentale nel corso della serie, ognuno degli abitanti di Derry mette una X sul “Sì”, chi con convinzione, chi con entusiasmo, chi sfiduciato e chi speranzoso, mentre in sottofondo Erin racconta di cosa si aspetta dal futuro e alle scene della serie si alternanano spezzoni reali di cosa è accaduto in Irlanda nel Nord dagli anni Settanta fino al momento dell’Accordo. Mentre i protagonisti di Derry Girls escono dal seggio tutti insieme, una voce fuori campo annuncia che il referendum è passato con il 71% dei voti a favore. È la fine di Derry Girls, ma (forse) è l’inizio di una nuova era.

Cos’è l’Accordo del Venerdì Santo e cosa significa per i protagonisti di Derry Girls

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Erin e James (640×360)

Come l’intera serie, anche l’episodio finale della serie di Channel 4 disponibile su Netflix è legato indissolubilmente alle vicende politiche che hanno segnato la storia dell’Irlanda del Nord nella seconda metà del ventesimo secolo. In particolare, la fine di Derry Girls corrisponde simbolicamente a quello che è considerato uno dei momenti più importanti nella storia dell’Irlanda del Nord: il referendum per l’approvazione dell’Accordo del Venerdì Santo. Per comprendere pienamente l’importanza storica di questo evento vi rimandiamo a fonti ben più autorevoli come la BBC, ma per quanto riguarda ciò che è necessario sapere per capire il finale di Derry Girls possiamo pensarci noi.

L’Accordo del Venerdì Santo, così chiamato perché siglato il 10 aprile 1998, nel venerdì che precedeva la Pasqua, segna di fatto la fine della fase di guerriglia civile che scosse l’Irlanda del Nord nei trent’anni dalla fine degli anni Sessanta al 1998, un periodo noto come Troubles nel quale hanno perso la vita circa 3600 persone appartenenti a entrambe le parti coinvolte. A scontrarsi per decenni sono stati i Repubblicani (in maggioranza cattolici che desideravano il ricongiungimento tra Irlanda e Irlanda del Nord) e gli Unionisti (protestanti e favorevoli a restare nel Regno Unito), in una guerriglia fatta di attentatati e omicidi politici che ha avuto il suo momento di massima recrudescenza nel cosiddetto Bloody Sunday del 1972. A partire dal 1994, l’IRA – principale organizzazione paramilitare repubblicana – annunciò di voler porre fine alla guerra e di voler cercare una via pacifica alla risoluzione della questione irlandese, dando di fatto il via a una lunga fase di negoziati politici che portarono quattro anni dopo alla firma dell’ Accordo del Venerdì Santo.

L’Accordo, raggiunto dopo anni di negoziati tra le due anime dell’Irlanda del Nord, il Regno Unito e la Repubblica d’Irlanda e ratificato tramite referendum sia in Irlanda che in Irlanda del Nord, stabilì un nuovo ordine tra le tre parti coinvolte. Pur rimanendo a far parte del Regno Unito, l’Irlanda del Nord aveva ora diritto a un’Assemblea elettiva nella quale nessun partito avrebbe potuto avere la maggioranza assoluta e quindi a delle competenze di autogoverno. Nonostante l’entrata in vigore dell’Accordo del Venerdì Santo, la questione irlandese non è mai stata del tutto risolta e restano presenti divergenze sia tra i partiti che all’interno della popolazione.

Non solo politica: il discorso di Erin come simbolo della serie di Channel 4

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Derry Girls (640×360)

Per comprendere pienamente il finale di Derry Girls è necessario conoscere almeno parzialmente la situazione politica e sociale dell’Irlanda del Nord degli anni Novanta, eppure la serie distribuita da Netflix non si esaurisce nella dimensione storica e anzi, trova forse il suo maggiore punto di forza nell’aver saputo dare spazio a personaggi con un punto di vista nuovo e brillante. Tra questi non possiamo non citare la protagonista assoluta di Derry Girls Erin Quinn, alla quale è affidato lo splendido monologo finale che conclude la serie. Le parole di Erin, sotto le quali scorrono le immagini dei personaggi al voto e del paese durante gli anni, racchiudono in sé tutta la grandezza di una comedy che ha saputo raccontare alla perfezione il complesso intreccio tra aspirazioni personali, difficoltà nel crescere e terrore della violenza nel quale è cresciuta un’intera generazione di nord-irlandesi, quella della creatrice della serie Lisa McGee.

Riferendosi alla sua vita, a quella del suo paese e anche un po’ alla nostra, ecco che Erin ci ricorda che “Dobbiamo crescere. Dobbiamo andare avanti”, non avere paura di seguire i nostri sogni né di fallire, consapevoli che il mondo sia un posto complicato e che si può sempre ricominciare a vivere. E che, nonostante tutto, resteremo sempre delle Derry Girls.

Quanto è importante raccontare oggi la storia di Derry Girls