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Vi presento mio nonno: Pierce Hawthorne

Immagina di essere un bambino di sette anni. Immagina di dover fare un tema e di dover parlare di tuo nonno. Immagina quanto sai (poco) e quanto non sai (tantissimo). Immaginate tutto questo, riapriteli e vi ritroverete davanti la nuova rubrica di Hall of Series. Questa settimana ambientata in Community.

Tema – Parla di una persona della tua famiglia.

È difficile parlare di mio nonno, perché mi manca molto. Lui non è più con noi da un po’, e papà mi ha detto che è volato in cielo dove ora sta meglio.

Nonno Pierce è stato un papà per tantissime persone, e ancora non ho capito bene come. Mi hanno sempre detto che forse non voleva bene abbastanza a nessuno, ma secondo me non è così. Secondo me se hai così tanti figli con così tante mamme, vuol dire che hai un sacco di bene da dare a tutti.

Il mio nonno era speciale. Fare il nonno non è un lavoro semplice, e infatti papà mi ha sempre detto che non era bravo da subito. Ha imparato a fare il nonno in una scuola come la mia, ma per persone adulte.

Non so bene cosa possano imparare gli adulti in una scuola, ma lui ha detto di aver imparato a fare il nonno grazie ai suoi amici (e di motivi per amarli in Community ne abbiamo). Però è strano, perché i suoi amici erano grandi, ma non grandi quanto lui. Grandi quanto papà e mamma.

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Ricordo tantissime storie che mi raccontava il nonno della sua scuola: una volta ad esempio ha dovuto volere bene ad una maestra di spagnolo per aiutare i suoi amici. Lui ha detto che non è stata una cosa difficile e neanche a me lo sembra. Diceva sempre di essere bravo a condividere il suo amore con le persone.

Ad esempio ricordo che una volta mi stava raccontando di una storia successa in un bagno di un aeroplano, ma papà lo ha fermato. Credo perché pensava io avessi paura degli aeroplani, ma so benissimo che sono sicuri e divertenti da usare per i viaggi.

Il nonno mi diceva sempre che suo papà non era una brava persona, e che lui voleva esserlo. A volte faceva delle battute strane che non capivo, però provava a farmi ridere e si impegnava tanto. Diceva che non era stato un bravo papà e voleva rimediare dopo tanto tempo con me.

Con lui mi divertivo sempre: mi ha insegnato a giocare a questo gioco da tavolo chiamato “Dungeons and Dragons” che aveva imparato da poco anche lui. Praticamente tu sei un personaggio magico e devi imitarlo e puoi fare tantissime cose. Alcune però sono dei segreti che mi ha detto di non dire a nessuno per vincere più volte quando gioco.

Ha sempre detto che il mio nome lo rendeva felice. Diceva di essere fiero di avere un altro nipotino di nome Troy (E Donald Glover pare aperto al film di Community). Però io non conosco nessuno dei nipoti del nonno con quel nome. A volte era molto strano e buffo, ma mi piaceva ridere con lui.

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Il nonno ci ha lasciati qualche mese fa, ed ancora mi manca tanto. Ha avuto un brutto male da un giorno all’altro, e non ho potuto dirgli addio. Era il mio nonno simpatico ed ho pianto tanto quando l’ho saputo. Però voglio essere forte e crescere, anche per il nonno.

Perché non se n’è andato come tutti: lui era un mago, me lo diceva sempre. Era il suo ruolo quando giocavamo a “Dungeons and Dragons”, e forse sapeva veramente leggere il futuro. Infatti prima di andarsene il nonno mi ha lasciato un regalo che non devo far vedere a nessuno, neanche a mamma e papà.

Il regalo aveva un biglietto di addio del nonno con tante battute e frasi belle per me. Il regalo però è strano: è un tubo di metallo molto freddo, che non posso ancora aprire, ma che devo tenere per quando sarò più grande. Questo mi ha scritto il nonno. Non so cosa sia, ma quando lo scuoto sembra ci siano delle lacrime dentro: deve aver pianto tantissimo…

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