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Chernobyl – La vera storia dell’eterno amore tra Vasily e Lyudmila Ignatenko

Raccontare la storia vera di una tragedia può essere complicato. La storia di un amore, ancora di più. Eppure Chernobyl ci prova e ci riesce, perché guardandola ci sentiamo toccati, emozionati, sconvolti. Questo non vale solo per lo scandalo dell’esplosione della centrale e delle sue devastanti conseguenze, ma anche per storie più di secondo piano, come quella tra Vasily e Lyudmila Ignatenko. Il primo, uno dei pompieri che fu chiamato la notte per intervenire vicino Pripyat. La seconda, la moglie. Una storia d’amore tristemente finita.

“Gli ultimi 17 giorni in cui mio marito ha vissuto dopo l’incidente, ero accanto a lui, ignara dell’irradiazione che stava colpendo me e il nostro bambino non ancora nato”.

Chernobyl

Come racconta anche Chernobyl, nessuno, né vittime né parenti, fu avvisato del fatto che le radiazioni da cui erano stati investiti i primi soggetti a intervenire sarebbero state mortali, nonchè nocive per gli altri. Nessuno infatti nell’ospedale sa come trattare questi pazienti a cui si sta letteralmente sciogliendo la pelle giorno dopo giorno, e le infermiere spaventate si rifiutano di prestare assistenza. Toccò, infatti, proprio a Lyudmila aiutare suo marito.

Ma scopriamo qualcosa in più su questa donna e quest’uomo coraggiosi. Lei arrivò a Pripyat per caso, mandata lì per meriti studenteschi dopo essersi diplomata alla scuola di cucina. A soli 17 anni trovò lavoro come pasticciera nella centrale nucleare di Chernobyl. Vasily invece era originario dell’odierna Bielorussia e, dopo aver prestato servizio nell’esercito, si trasferì a Pripyat, iniziando a lavorare come vigile del fuoco.

La loro storia d’amore inizia in un dormitorio, dove furono presentati da amici. Si frequentarono per tre anni e iniziarono a vivere insieme negli appartamenti dati in dotazione ai vigili del fuoco. Infine, si sposarono.

chernobyl

Poco tempo prima dell’incidente del 26 aprile, la donna racconta di aver avuto un incontro curioso. Una vecchia, che spesso si recava alla mensa in cui Luda lavorava per raccogliere avanzi da portare ai suoi animali domestici, le disse che suo marito avrebbe avuto, a differenza sua, un destino molto breve. L’infelicità li avrebbe invasi.

Come vediamo in Chernobyl, all’1.23 del 26 aprile scoppia l’incendio alla centrale: Vasily viene chiamato e rassicura la moglie che si tratta di una normale emergenza notturna.

Nessuno, infatti, aveva avvisato i pompieri che potevano esserci perdite di radiazioni: nessuno, dunque, indossò particolari tute protettive che sarebbero servite. Infatti, ben presto Vasily fu portato in ospedale.

Quando Luda lo raggiunse, venne spiegato dai medici che si trattava di un’intossicazione da gas. Tuttavia, l’aspetto dei pompieri era strano: carne e pelle erano particolarmente gonfi. Vasily le spiegò che non c’era pericolo di irradiazione, e che sarebbe stato trasportato a Mosca. La moglie partì con lui, nonostante fosse incinta di qualche mese.

All’ospedale di Mosca la situazione mostrò tutta la sua criticità. I dottori evidenziarono la presenza di irradiazioni nel corpo di Vasily, e consigliarono un trapianto di midollo osseo, altrimenti sarebbe morto. Fu proprio la sorella piccola dell’uomo, dodicenne, individuata come la migliore donatrice: riluttante, Vasily acconsentì all’operazione, che tuttavia fallì. Il suo corpo infatti aveva rifiutato il midollo.

Nelle settimane successive, Luda ebbe a che fare con tutta la mostruosità del destino del marito. Pezzi di pelle che si staccavano, vomito di parti di organi, decomposizione mentre era ancora vivo e soprattutto pericolo di irradiare chi fosse vicino a lui.

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Fu a metà maggio che Vasily morì. Lasciando Luda sola, con un bambino il cui destino non si è mai realmente saputo. C’è chi dice che sia nato e morto dopo pochi giorni, altri dicono che non sia mai nato, e chi ancora dice che è nato e cresciuto fino all’adolescenza. La serie Chernobyl inscena una versione secondo cui sarebbe nata una bambina, morta 4 ore dopo il parto. Luda, ma anche su questo le voci sono discordanti, si sarebbe rifatta una vita con un altro uomo e vivrebbe attualmente a Kiev.

Quello che è ora poco importa. Purtroppo, in questa tragedia, conta solo quello che è stato e che non sarà mai più.

Grazie a Francesca Gorzanelli (di seguito il report originale) per il racconto di questa drammatica storia.

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