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Quell’episodio capolavoro di Buffy chiamato Hush

Buffy l’ammazzavampiri è tornato in onda sui nostri teleschermi dopo un’assenza decisamente troppo lunga. Le avventure della Cacciatrice, le sue sfide, i suoi amori (come quello proibito con Angel e poi con Spike), le sue amicizie, la sua crescita hanno intrattenuto milioni di persone in tutto il mondo. Questa serie tv è stata rivoluzionaria, con una protagonista che è l’emblema del girl power ma, allo stesso tempo, è fragile e piena di oscurità. I personaggi hanno mille sfaccettature, i dialoghi sono brillanti con richiami alla cultura pop e gli episodi rompono gli schemi televisivi, ribaltano le aspettative degli spettatori e trattano temi considerati tabù.

Tra tutte le stagioni di Buffy, la quarta non è decisamente la migliore. Però c’è un episodio innovativo, originale, fuori dall’ordinario. Insomma un autentico gioiellino.

“Hush” – in italiano “L’urlo che uccide” – inizia come una qualsiasi puntata dello show. Buffy si trova in uno dei suoi sogni e sembra che stia realizzando una delle sue fantasie: baciare Riley. Improvvisamente lo scenario cambia, cala la notte e una bambina recita una filastrocca inquietante:

Non puoi piangere, nemmeno gridar

Quei gentiluomini stanno per arrivar

Bussano alla porta, udire li puoi

Gliene servon sette e prendono i tuoi

Ti metti a chiamar, ma non servirà

Tu puoi urlar ma nessuno sentirà

Buffy

Chi saranno mai questi Gentiluomini? Non sono solo dei mostri delle favole. Sono gli esseri più spaventosi che l’universo di Buffy abbia mai potuto darci. Spaventosi al pari degli Angeli Piangenti di Doctor Who. Vestiti con un impeccabile abito vittoriano, i Gentiluomini sono silenziosi, scheletrici, pallidi. Joss Whedon si è ispirato a figure come Nosferatu, Pinhead di “Hellraiser”, il signor Burns dei “Simpson”, il Joker e al film “Il settimo sigillo” per creare questi demoni, oltre a un incubo che ha avuto da bambino.

Non toccano il pavimento con i piedi, fluttuano a mezz’aria. Ciò è stato realizzato grazie a una gru alla quale erano stati agganciati i fili che hanno sostenuto gli attori che interpretavano i Gentiluomini, attori scelti tra esperti di mimo. Questi demoni arrivano in una città, ne rubano la voce cosicché, quando strappano il cuore agli abitanti, loro non possono urlare.

Di conseguenza questo episodio, per la maggior parte del suo tempo, è senza dialoghi. La mancanza di suono, eccetto la bellissima colonna sonora di Christophe Beck, amplifica ulteriormente l’orrore della situazione. L’idea che qualcosa come loro possa fluttuare verso di noi e noi non possiamo urlare è semplicemente raccapricciante. Niente rende uno scenario da incubo più spaventoso dell’incapacità di chiedere aiuto e “Hush” raggiunge il suo apice nella scena in cui i Gentiluomini uccidono un ragazzo. Non ha nessuna possibilità di salvarsi, urla invano e sentire il bisturi che gli perfora il corpo è da brividi.

Ed è proprio questo a rendere “Hush” un vero capolavoro.

Whedon pensava di essere diventato troppo prevedibile e noioso nei suoi dialoghi, da sempre il punto di forza di Buffy. Inoltre, secondo lui, la TV limitava le possibilità della sua regia. In risposta anche a chi criticava Buffy per il successo avuto solo per merito dei dialoghi e non per la bravura dei produttori, ecco che ci viene presentato un episodio diverso e fuori dagli schemi. Un azzardo che Whedon era convinto non sarebbe stato capito. Invece si sbagliava di grosso.

Anche senza contare sulle sue armi abituali, Whedon è un grande regista e “Hush” non ha fatto altro che confermarlo dato che riesce a comunicare quanto e più di moltissimi altri episodi televisivi.

È chiaro il tema principale dell’episodio: la comunicazione. Quando i personaggi perdono la voce, in qualche modo riescono a comunicare davvero perché il linguaggio può essere limitante. A inizio episodio infatti parlano molto, forse anche troppo, ma non stanno realmente ascoltando l’altro. Trovano più facile comunicare senza parole, diventano più onesti gli uni verso gli altri attraverso i gesti, le azioni o un semplice sguardo.

Come accade in questi episodi sperimentali (lo vedremo poi anche nell’episodio musical ad esempio), la situazione insolita porta alla luce segreti e sentimenti nascosti. Buffy e Riley sono evidentemente attratti l’uno dall’altra, eppure nessuno fa un passo avanti. Cosa che invece succede quando, non potendo comunicare a parole, si scambiano un bacio per far sentire all’altro il loro amore in un momento così duro. Senza contare che i due scoprono le loro identità segrete. Xander si rende conto di quanto sia importante Anya per lui solo quando pensa che Spike l’abbia morsa. Tara appare per la prima volta e lega immediatamente con Willow. Il momento in cui si stringono le mani per muovere telepaticamente un distributore automatico è molto fisico, potente, con vibrazioni sensuali. Whedon l’aveva concepito proprio così.

L’incomunicabilità si lega anche ai momenti più comici dell’episodio. Ogni personaggio ha una reazione particolarmente divertente quando scopre di aver perso la voce. Ad esempio Xander accusa Spike ma come avrebbe potuto lui essere l’artefice di una cosa così? In fin dei conti è un vampiro, non una strega. Per non parlare dei malintesi che emergono, come nella memorabile scena dei disegni di Giles. Oltre all’iconica scena del paletto, Buffy si lamenta di essere stata disegnata con i fianchi troppo larghi, una battuta inizialmente non prevista nel copione ma aggiunta in seguito su suggerimento di Sarah Michelle Gellar.

Buffy

In conclusione, “Hush” esprime tutta la vena creativa di Whedon e, come in tutti gli episodi di Buffy, nasconde un messaggio di valore universale dietro la metafora del sovrannaturale. È una favola che ci spaventa e ci diverte, che porta avanti due storie d’amore e ne fa nascere un’altra. “Hush” è giustamente considerato uno dei migliori episodi nella storia delle serie tv oltre che uno dei più innovativi di sempre. Ricordiamoci che, paradossalmente, ha valso a Buffy le sue uniche candidature agli Emmy.

Sebbene “Hush” non avesse molti dialoghi, era tutt’altro che silenzioso.

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