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Scully e Hitchcock: per un pugno di panini

Forse la disposizione delle scrivanie in Brooklyn Nine-Nine è stata ingannevole per anni, o forse abbiamo aguzzato gli occhi troppo tardi.

Le cose viste dall’alto fanno sempre meno impressione

Così recitava Joe nel famoso cult di Sergio Leone. Di Hitchcock e Scully ci viene detto ben poco fin da subito: sono le due macchiette comiche del distretto, con poco sviluppo davanti a sé e molte domande irrisolte sul loro passato.

Amanti del cibo e del lavoro d’ufficio, veterani del distretto e pronti a mettere sempre la penultima parola su tutto, anche perché poi vengono zittiti da qualcuno. Potremmo dire di averli sottovalutati e ignorati per anni, ma a conti fatti Brooklyn Nine-Nine non ha mai voluto approfondire i due personaggi prima del dovuto.

Certo, abbiamo avuto un sempre maggior numero di apparizioni dei due dopo l’addio di Gina al distretto, ma queste si sono limitate a siparietti comici o comunque fini a se stessi.

Dalle relazioni di Hitchcock alla scommessa dei due contro Rosa sul rimanere seduti il più possibile.

Il tutto con una costante che ha riempito le loro giornate e le loro scrivanie di briciole: il cibo.

Li vediamo sempre rifocillarsi e riprendere delle forze mai perse, dimostrandosi più di una volta massimi esperti di perdita di tempo e conoscitori di ogni punto di ristoro nei dintorni del novantanovesimo.

Eppure pian piano, tra battute e mangiate sempre più in compagnia, Scully e Hitchcock sono stati preparati alla rivelazione della vita. E come diceva il buon Joe sopracitato: bastava cambiare prospettiva per andare oltre l’impressione.

È innegabile come i due fossero sempre stati rappresentati come una coppia di personaggi abbastanza grotteschi, quasi disgustosi a detta di alcuni colleghi. Ma la seconda puntata della sesta stagione ha regalato ai fan un qualcosa di indimenticabile.

Brooklyn Nine-Nine

Brooklyn Nine-Nine 6×02: Hitchcock & Scully

La perla che nessuno pensava avrebbe mai visto. Una puntata non solo incentrata sui due veterani del distretto, ma piena di flashback sui casi risolti da giovani, con una bella morale finale anche sulle loro capacità attuali.

Eppure la puntata non è stata un punto di arrivo, quanto più una meritata sosta per comprare alette di pollo. Questa volta ancora più meritate del solito. Da quel frangente in poi i due vicini di scrivania hanno iniziato a entrare ancora più fortemente nelle grazie dei fan.

Perché certo, i momenti d’amore tra Jake ed Amy ci scaldano il cuore, i discorsi da Leader di Holt ci caricano l’animo, ma vedere Hitchcock e Scully andare a braccetto a comprare alette di pollo durante una festa di divorzio non ha prezzo.

Infatti anche nella settima stagione (che abbiamo recensito qui) il loro percorso fa passi da gigante. Vederli apparire finalmente nella sigla ci scalda il cuore come un piatto di lasagne della nonna. Il loro è un ruolo nefasto: nati per essere quelli di cui ridere e da ignorare, non sono stati rivoluzionati per farli amare dai fan.

Sono cresciuti pian piano sotto i nostri occhi come due soufflé, imperfetti ma adorabili, anche se non li capiamo ancora in tutto e per tutto. Ma forse non ci serve farlo, e forse per Brooklyn Nine-Nine sarebbe troppo scontato cambiare il loro atteggiamento. È tempo di apprezzarli per come sono e non farci troppi problemi, esattamente come i loro colleghi.

E allora decantiamo questa ode a loro due: ode a quell’amicizia che nessuno nel mondo capisce ma che loro vogliono portare avanti perché li fa stare bene. Ode alla pigrizia di guardare i colleghi fare il lavoro sul campo mentre tu compili scartoffie sulla tua scrivania. Ode al mangiare in ogni luogo e in ogni momento in cui senti di volerlo fare, non importa se agli altri sembra inopportuno o insensato.

E ode alla serie che ha il coraggio di dirci “non tutti cambiano e non tutti devono cambiare” perché il semplice essere deriso dagli altri non è un buon motivo per spingerti ad agire in modo diverso. Nel momento del bisogno sappiamo che Hitchcock e Scully ci saranno, ma per quale motivo non dovrebbero poltrire nell’attesa?

Anche perché alla fine, se noi spettatori possiamo stare seduti e goderci l’azione mangiando e bevendo davanti a uno schermo, non vediamo il motivo per cui dovremmo criticare Scully e Hitchcock. Alla fine sono più simili a noi di quanto pensiamo.

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