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Le nuove Breaking Bad

È successo a tutti, almeno una volta, di trovarsi in mezzo a una conversazione in cui si sentono le parole “ho appena finito di vedere” seguite dal nome di una Serie Tv che è molto piaciuta e dalla descrizione del dispiacere provato nel non poterne più vedere altri episodi. Nel migliore dei casi queste conversazioni proseguono con qualcuno che, dopo aver sentito questo lamento, capisce che è in realtà una richiesta di aiuto, la manifestazione di un chiaro bisogno: trovare una nuova Serie Tv alla quale appassionarsi. E una delle Serie Tv probabilmente più gettonate in queste conversazioni è Breaking Bad.

Breaking Bad è stata una pietra miliare della serialità, in tempi non sospetti in cui proprio questa si stava avviando verso quel periodo d’oro che oggi stiamo vivendo. Anzi a dirla tutta, sono propri Serie Tv come Breaking Bad ad aver dato la spinta finale. Non c’è da sorprendersi quindi che in questi anni si cerchi disperatamente un sostituto, ma come abbiamo visto nell’articolo dedicato a Lost, un erede vero e proprio è impossibile da trovare, si può cercare piuttosto un pallido sostituto.

Che siate stati consigliati o consiglianti, noi di Hall of Series abbiamo provato a trovare qualche Serie Tv che, negli ultimi due anni, per vari motivi, potrebbe piacere ai fan di Breaking Bad.  Non sono uguali in tutto e per tutto, perché sono Serie Tv diverse. Poi i gusti sono gusti; e ancora peggio sono i gusti quando si tratta di mettere in relazione due diverse Serie Tv.

1) NARCOS 

Breaking Bad

Iniziamo parlando di una Serie Tv che ha davvero tanti punti in comune con Breaking Bad, non solo per il tema principale trattato, ovvero quello della droga e del narcotraffico, ma soprattutto per quel protagonista titanico che ne ricorda tanto un altro. In Narcos ci sono i filmati di repertorio, c’è la Colombia e, soprattutto, c’è  appunto lui: Pablo Escobar. È proprio nella rappresentazione dell’uomo dietro il narcotrafficante che la Serie Tv ci mostra il meglio della propria visione cruda e reale. Nessun flashback chiarificatore, nulla che per qualche motivo debba giustificare l’ansia di conquista e l’arrivismo sociale che domina il personaggio di Wagner Moura.Escobar che spende una fortuna per degli aironi che proprio non vogliono saperne di restare su un albero, che vuole passare per Robin Hood dei colombiani, che si pone come alternativa ai politici che schiacciano il popolo e che ha come aspirazione quella di diventare presidente.

Davanti a tutto rimane sempre il percorso, mai del tutto afferrabile e comprensibile nelle sue scelte, di un uomo spietato, che adora il suo Paese al punto da non poterne stare lontano, che predica la morte in tutte le sue forme, ma si aggrappa al riconoscimento sociale. Le tappe della scalata del protagonista segnano anche la caduta, ripetuta e inesorabile, dei vertici del suo Paese.
E tutto questo miscuglio che avrebbe potuto rivelarsi in qualcosa di indigesto, in un insipido Goodfellas in salsa ispanica, trova una sua strada personale e forte. Senza inutili scene madri, senza indulgenza o sovrastrutture: una storia secca, ben diretta e ben interpretata, che non ha bisogno di altro perché ha la misura della realtà che, per questa volta, è più straordinaria della finzione.

 Risultato è stato un quadro umano e storico affascinante e coinvolgente.

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