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Cosa rappresenta il ritorno di Boris per un vero fan di Boris

Un mese. Un mese circa è quel che ci separa dal 26 ottobre 2022, quando, a più di un decennio dalla sua chiusura, Boris, l’amatissima Fuoriserie italiana che aveva vinto i nostri cuori con la sua comicità e il suo anticonformismo, tornerà nelle nostre vite grazie a Disney plus. Un ritorno agognato da tanti e temuto da altrettanti, che, per forza di cose, sta creando un grandissimo senso di attesa tra gli storici fan della serie. Boris 4 è stata infatti scritta dagli storici autori della serie Giacomo Ciarrapico e Luca Vendruscolo (che dedicheranno questo ritorno al compianto Mattia Torre, con il quale avevano sceneggiato le prime tre stagioni) e vedrà il ritorno di moltissimi membri storici del cast.

Ma noi siamo davvero pronti a questa quarta stagione? Siano realmente pronti a scoprire le nuove disavventure di René Ferretti, di Arianna, di Stanis La Rochelle e di tutta la folle crew che ai tempi aveva fatto luccicare di gioia i nostri “occhi del cuore“? Una cosa è certa: siamo in fremente attesa, perché una nuova wave di Boris sta per fare capolinea ancora una volta nelle nostre esistenze da pesci rossi intrappolati in una boccia di vetro, e di questo non potremmo fare altro che essere contenti.

Prepariamoci dunque a rispolverare il nostro repertorio di dialoghi e citazioni, per farci catturare ancora una volta in quella che è la febbre da Boris!

Nando Martellone (640×360)

Sono passati quasi un paio di anni dalla prima conferma del revival della serie grazie a quel fantastico corto in cui il nostro adorato René Ferretti (Francesco Pannofino) annunciava il ritorno di (quasi) tutta la gang al completo. Anni in cui abbiamo provato a teorizzare sul suo possibile sviluppo, in cui abbiamo tentato di immaginarci come sarebbe stato rivedere questo sgangherato gruppo di folli creativi al giorno d’oggi, tra social e nuove tecnologie, ma soprattutto in un’Italia divenuta ancora più pazza e imprevedibile di prima. Come potrebbero affrontare i personaggi questo nuovo mondo fatto da influencer, sponsorizzazioni e piattaforme streaming?

Com’è ovvio che sia, gli spettatori sono come al solito divisi in due grosse categorie. Da un lato troviamo infatti chi non vedeva davvero l’ora di rivedere su schermo questi fantastici personaggi, speranzoso verso l’operazione e fiducioso riguardo alla sua effettiva qualità, dall’altro, invece, chi già chiama a un flop di proporzioni catastrofiche che rischierebbe di rovinare perfino il ricordo dei gloriosi tempi passati. Ma siamo sicuri che si tratti solo di questo? Di una semplice attesa di fronte a un normale prodotto seriale come tanti, in potenza stupendo quanto terribile?

Per noi Boris 4 è molto più di questo.

Pensare alla quarta stagione della serie in arrivo su Disney Plus è un vero e proprio uragano di emozioni contrastanti, che ci fa viaggiare indietro nel tempo a rivivere un’epoca che oggi ci sembra lontanissima e che ci spinge a rivivere ricordi e sensazioni che sono rimaste a lungo assopite dentro di noi.

Boris
Alessandro (640×360)

Iniziamo dal dire che, prima di tutto, le prime stagioni della serie (e lo spesso dimenticato film) sono stati per molti, noi compresi, un vero e proprio toccasana grazie a una comicità che ha permesso di ridere respirando italianità, cosa assolutamente da non dare per scontata, soprattutto se pensiamo al basso numero di serie a stampo umoristico presenti nel nostro Paese. Inutile negarlo: in Boris infatti si ride e lo si fa di gusto per i più svariati motivi. Dal grottesco al meta-seriale, dalle battute graffianti a quelle più assurde come quelle di Stanis, la serie ci ha accolto in un confortante abbraccio facendoci sentire felici e divertiti in una maniera che nessun altro show italiano aveva fatto prima, ma c’è di più.

Sarà stata anche progettata come una comedy, ma tutti i veri fan della serie sanno infatti che Boris è questo e altro. È qualcosa che in Italia non avevamo mai visto: un prodotto talmente innovativo su così tanti fronti da aver mostrato al Paese un modo realmente diverso di fare una serie tv che si allontanasse dai soliti stilemi usati e abusati. Un tentativo di cambiamento che ha davvero colpito nel profondo facendoci sperare che una trasformazione fosse possibile. Con la sua struttura anticonvenzionale e il suo peculiare umorismo Boris è infatti riuscita a farci ridere a crepapelle e allo stesso tempo a spingerci a riflettere sulle incoerenze e i paradossi di un sistema profondamente sbagliato e marcio alle sue radici, provocandoci sincere e fragorose risate, capaci però di celare tanta amarezza. Questo il vero colpo di genio degli sceneggiatori, questo il cuore della serie, attorno alla quale molti spettatori si sono raccolti: ridere per superare situazioni critiche, ridere per cercare di affrontare un po’ più serenamente le difficoltà della vita.

René Ferretti (640×360)

Quello che, infatti, solo i veri fan della serie sanno è che, una volta vista e apprezzata, Boris ci è entrata dentro. Possiamo sentirla sotto la nostra pelle, nella nostra testa e nelle nostre parole, come un qualcosa di tanto radicata a ogni nostra fibra da essere divenuta parte integrante del nostro essere. Questo non si deve solo alla sua straordinaria iconicità della serie o ai suoi irresistibili protagonisti. Ad averci catturato in una rete dalla fitta trama non sono state infatti solo le indimenticabili citazioni di Stanis o le sfuriate di René Ferretti, i deliri di Biascica o i raggiri di Sergio, ma anche le idee che la serie ha veicolato con straordinaria schiettezza: satira dolceamara, disillusioni di giovani e adulti di fronte a un mondo di cui non si sentono davvero parte, desideri inattesi, porte sbattute in faccia e l’ironia della vita.

Questa è Boris: la consapevolezza che non siamo altro che piccoli ingranaggi di un sistema profondamente retrogrado che si ammanta di paillette ed esagerazioni. La frustrazione di chi cerca di trovare il proprio posto in questo mondo che non fa altro che deluderci, ma anche l’idea che pure in questo mare di marciume possiamo provare, anche se forse senza riuscirci, a cercare di cambiare le cose e che in questo non siamo soli.

Boris
Stanis La Rochelle (640×360)

Così, di fronte a una nuova stagione rumoreggiata per anni e ora finalmente reale, siamo spaccati davvero in due: perché l’attesa è davvero alta (e come potrebbe essere bassa potendo contare su tre stagioni tanto forti alla base), ma d’altra parte i timori sono alle stelle, soprattutto per il fatto che la serie ai tempi è stata avvertita dal pubblico come un vero e proprio piccolo miracolo, un’esperienza totalmente irripetibile, che da un alto avremmo voluto preservare immutata e inscalfibile per sempre. Perché, ammettiamolo: nel nostro cuore avevamo accettato che non saremmo mai più riusciti a trovare qualcosa che si potesse avvicinare alla serie, ritenendola un unicum nel suo genere, un esperimento irripetibile che non si sarebbe mai più ripresentato, ma forse avevamo parlato troppo presto. Eh già, perché Boris ci ha fregato ancora una volta facendoci rimanere F4 basiti annunciandoci il suo ritorno, un ritorno che per molti di noi è davvero molto importante.

Tra ansie e paure, timori di delusione e titubanze, però proviamo a scegliere di dare un’occasione a questa serie, di guardarla senza tronfi pregiudizi. Scegliamo di provare a fidarci di chi in passato è riuscito a creare qualcosa di straordinario, che ha sfidato i canoni per offrirci qualcosa che mai si era visto prima. Proviamo, quindi, a buttarci in questa nuova avventura su Disney Plus. Dopotutto, se allora qualcuno non avesse creduto in tre giovani creativi dalle folli aspirazioni, oggi noi non potremmo goderci il privilegio di poter gridare a squarciagola ridendo:”Smarmella tutto!“. Non trovate?

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