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Big Mouth 6: nessun argomento, nessun limite, un enorme successo

Il seguente articolo contiene spoiler su Big Mouth 6.

Per la durata di tutte le precedenti stagioni di Big Mouth ci siamo sempre concentrati sull’argomento principale introdotto in quella serie di episodi. Che le nuove aggiunte fossero il Gatto della Depressione, la Zanzara dell’Ansia o i Lovebugs, Big Mouth ci ha sempre accompagnati attraverso un percorso ben delineato e attorno alla nuova dinamica. Per la prima volta in sei stagioni non è stato così. Per la prima volta in sei stagioni possiamo confermare che non esiste alcuna aggiunta che renda la stagione incentrata su di essa ed è stata la vera prova di maturità in un prodotto che – ironicamente – racconta un periodo dove la si deve ancora trovare.

Le vicende di Nick, Jessi, Andrew e il resto degli amici sono state portate avanti come fanno le più grandi comedy del momento, basandosi sui personaggi che già conoscevamo e sviluppandoli in un ambiente che credevamo ormai completo. Il prodotto di Nick Kroll, Andrew Goldberg, Mark Levin e Jennifer Flackett ha lavorato d’intelligenza riuscendo a regalare uno sviluppo ai personaggi e le loro vite mai visto prima nella serie. Ormai tutto il macrocosmo delle creature emozionali era stato presentato al pubblico, serviva semplicemente fare la cosa più ovvia: continuare sulla stessa strada.

Big Mouth non aveva bisogno di cambiare

Era già da anni una delle migliori serie animate presenti sul catalogo Netflix e si è confermata tale: Andrew ha ottenuto anch’egli il suo Lovebug personale, Maurice e Connie hanno portato a termine la loro gravidanza creando un nuovo mostro degli ormoni e la nuova aggiunta Elijah ha avuto i suoi mostri degli ormoni personali. I personaggi hanno continuato a vivere le loro vite, affrontare drammi dell’adolescenza, dell’amore, dell’intimità e quelli relativi alla sfera della famiglia. Ci farebbe comodo dirvi quali siano le grandi lezioni cardine in una recensione, perché queste sarebbero perfette per creare un filo logico, quando la vita un filo logico non lo ha. Però delle piccole lezioni di vita le abbiamo viste e ci hanno scaldato il cuore.

L’intero episodio sulla conoscenza della vagina è andato ben oltre il semplice racconto della masturbazione, ricordando al pubblico quando l’organo sessuale femminile sia ancora un tabù in molti discorsi e sul quale continua a esserci una grandissima disinformazione in ogni aspetto. Aprirsi dinnanzi a chi ti è vicino permette non solo di abbassare i muri che ci creiamo, ma anche di poter trovare qualcuno che ci capisca e veda le cose da un punto di vista simile al nostro. Un po’ come Jessi e Kaitlyn nella scena che condividono in bagno. Proprio su questi due personaggi e il loro rapporto si è fatto un grande lavoro, trasformandolo da burrascoso a di supporto totale. La nuova matrigna di Jessi è riuscita a starle a fianco e a dimostrare amore per la figlioccia tramite gesti che l’hanno preparata a essere una madre anche per la nuova figlia in arrivo.

Molto bello è stato il discorso legato ai generi affibbiati alla nascita ai neonati. Da una prima parte il pargolo di Maurice e Connie viene definito dai pronomi they/them, dicendo allo spettatore che i mostri degli ormoni scelgono il proprio genere durante l’adolescenza. Un discorso molto semplice che ha strizzato l’occhio all’argomento con sagacia. Big Mouth avrebbe potuto fermarsi qui e saremo comunque rimasti soddisfatti che avessero accennato a questo tema, ma il fatto che torni fuori durante la gravidanza di Kaitlyn è stata una sorpresa molto piacevole. Jessi dice che i genitori non dovrebbero scegliere il genere della figlia solo perché il suo corpo ha una vagina e dopo qualche battibecco per i modi si arriva alla conclusione che Jessi potà chiamare il neonato con i pronomi they/them se questo la fa sentire più a suo agio. L’argomento ovviamente non è introdotto da solo, venendo supportato dalla critica agli stereotipi di genere come l’incapacità di aggiustare un lavandino per le donne o il nascondere i sentimenti per gli uomini.

Proprio sulla difficoltà di esprimere i propri sentimenti da parte del genere maschile, la famiglia Glouberman e quella Birch trovano due ostacoli nei capifamiglia maschili. Nick scava nel passato del padre e scopre suo nonno, uomo meschino e senza amore che aveva creato una personalità molto più acida nel padre di Nick. L’aver mostrato di nuovo questo lato ha raccontato bene quanto sia facile ricadere in errore e in vecchie tentazioni quando abbassiamo la guardia. L’amore è tutto ciò che serviva a un rapporto tra padri e figli per far tornare la serenità in casa. Stesso amore che Marty Glouberman ha nascosto nei meandri del proprio cuore, arrivando quasi a uccidere il suo Lovebug. Un amore che aveva fatto distruggere il suo nucleo familiare in maniera irreparabile, ma finalmente la risoluzione dell’ultimo episodio sembra aver portato il personaggio di Marty otre l’ostacolo del suo carattere.

Quello che era stato quasi villain della serie

Non tanto nelle sue intenzioni, quanto nei modi e nelle sue azioni poco ragionate. Il suo carattere burbero non era mai andato oltre piccoli momenti di pausa solo per soddisfazioni sessuali con la moglie, tornando poi sulla vecchia strada. Eppure qui abbiamo visto qualcosa di diverso, dei veri insegnamenti, una comprensione completa dei suoi errori e del perché questi fossero così gravi. Di sicuro assistere al nuovo signor Glauberman le prossime stagioni sarà motivo di curiosità, anche perché questa serie tv Netflix sembra star andando verso una direzione tutta nuova. Le dinamiche in casa dei due protagonisti maschili sembrano cambiate per sempre e questo potrebbe metterli in situazioni sempre nuove.

La maturità anche per argomenti qualche passo avanti c’è, come ci ha dimostrato la storyline di Jay e Matthew, con un finale amaro legato all’essere sé stessi e come una relazione anche nata con le buone intenzioni possa mettersi in mezzo a questo obiettivo. Sono stati gettati ottimi accenni anche su argomenti come classismo, abbandono, sfruttamento dei soldi da parte dei genitori. Big Mouth 6 (così come in generale Big Mouth, e non solo Big Mouth 6) è lontana dalle 5 serie tv originali Netflix che hanno esagerato con il politically correct, qui ogni introduzione è funzionale al mondo e perfettamente presentata. Quelli appena nominati sono argomenti giustamente non portati troppo nello specifico data la loro lontananza col mondo ormonale in adolescenza, ma esistono ed è giusto farlo presente.

Big Mouth 6 non è comunque perfetta

L’aver cambiato da un argomento principale a un prodotto basato solo sui personaggi ha eliminato dagli schemi il grande combattimento nel finale di stagione contro il personaggio neointrodotto. Per quanto volutamente esagerati e per quanto il cambiamento ci piaccia, il climax creato negli scorsi finali di stagioni era stato decisamente migliore, riuscendo a darci la sensazione di completezza una volta conclusa l’ultima puntata. Anche in questa siamo rimasti soddisfatti per il finale, ma la gestione dei tempi era perfettibile: e se meglio diluiti, avremmo potuto assistere a scene molto più emozionanti e soddisfacenti. A volte i ritorni nel proprio corpo sono sembrati quasi troppo rapidi, senza che i personaggi avessero avuto veramente bisogno del cambio di punto di vista nelle loro vite. Semplificare un tema come questo è sempre difficile e Big Mouth in questo caso avrebbe potuto fare di meglio, ma non possiamo veramente lamentarci. La serie Netflix, esattamente come i propri protagonisti, sta maturando stagione dopo stagione e affrontando dinamiche sempre nuove e che la mettono a dura prova e finora Big Mouth è sempre riuscita a superarle. Se ha difficoltà durante il percorso o non tutto gira nel verso giusto, è semplicemente l’ennesimo momento che ci ricorda gli ostacoli della vita durante la crescita e in questo si che la serie non ha eguali.

Big Mouth: è una Serie Tv sull’adolescenza. Ma non è per adolescenti