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I 5 momenti più assurdi della terza e ultima stagione di Baby

Anche Baby 3 è giunta al suo ultimo giro di boa: la serie prodotta e creata dal collettivo Grams è giunta alla sua terza e ultima stagione concludendo per sempre le storie di Chiara e Ludovica, le due baby squillo più chiacchierate dei Parioli, protagoniste di Baby 3 e di moltissime scene assurde che non avremmo mai voluto vedere.

Momenti che non abbiamo pienamente compreso, attimi di silenzio lunghi a tal punto da farci credere di aver dei problemi con l’audio del nostro dispositivo, ma soprattutto tante, troppe domande su quello che abbiamo visto.

Se anche voi durante la visione di Baby 3 vi siete trovati a guardare il vuoto alla ricerca di un significato trascendentale che non siete riusciti a cogliere, combattuti e contrariati, ma soprattutto confusi, vi diciamo fin da ora che questa lista non vi fornirà alcuna risposta, quanto piuttosto nuovo materiale su cui interpellarsi.

Se siete rimasti stregati dal logo della Al Palcini Investigation, o se avete appuntato ”Quanto c***o sono british” tra le citazioni fondamentali per la vostra crescita come individui allora sì, siete pronti alla ricapitolazione delle scene più assurde di Baby 3.

Capolavori concettuali o quintessenza del nonsense? A voi il giudizio definitivo.

1) Studiare o drogarsi, è questo il dilemma

Studiare o drogarsi, ecco l’eterno dilemma che affligge Ludovica.

Sola nella sua stanza, fissa quelle pagine tutte uguali facendosi immediatamente distrarre da un messaggio di Fiore: alle 10 dovrà incontrare un cliente, ma prima meglio mettersi a studiare.

Dopo aver sfogliato svogliatamente il libro, l’occhio di Ludovica cade dentro il suo astuccio dove delle caramelle colorate sembrano improvvisamente catturarla. Pasticche color arcobaleno che chiedono a tutti i costi di ricevere la sua attenzione. Un invito in prima linea nel fantastico mondo della dipendenza che Ludovica non sembra voler affatto declinare.

Apre la busta, ne scruta il contenuto ed estrae la pasticca verde: la osserva compiaciuta tra le mani, la poggia sulla scrivania come monito o incoraggiamento allo studio e apre finalmente il libro.

Fingendo di leggere, come solo il peggiore degli studenti saprebbe fare una volta spalancata la porta della propria cameretta da un genitore poco assertivo, Ludovica non riesce a controllare lo spasmo che le parte dalla nuca: come un giaguaro che punta la preda i suoi occhi si fanno più limpidi in direzione della pasticca verde. La vuole e non riesce a nasconderlo.

Nuovamente finge di apprezzare la lettura e ancora una volta il collo le si torce all’indietro creando i presupposti di un siparietto imbarazzante al quale non avremmo voluto prendere parte.

Come Willie il Coyote che con la stessa tecnica guarda prima a destra e poi velocemente a sinistra, indeciso su quale delle due strade percorrere per inseguire Beep Beep, così Ludovica guarda con determinazione l’una e l’altra scelta che la vita le pone davanti agli occhi: meglio studiare o drogarsi?

Ludovica ha scelto: chiude il libro e lo sbatte con forza sopra la pastiglia che si sgretola sotto il peso della cultura. Il resto è storia, il resto è danza.

Mentre la Dark Polo Gang, instancabile colonna sonora di Baby 3, fa da sottofondo a questo festino improvvisato composto da Ludovica soltanto, il ballo si fa scatenato e il passo a uno diventa una frenesia di coreografie che prevedono il salto sul letto e l’ammiccare al muro.

Luci a strobo, sudore e perdizione: il tutto in una cameretta di 6 mq, il tutto sotto i nostri occhi di colpevoli spettatori.

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