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And Just Like That 2×05 – La Recensione: una situazione in stallo

Ed eccoci di nuovo qui, dopo l’uscita della quinta puntata, a parlare della seconda stagione di And Just Like That. L’episodio diffuso su Sky e Now venerdì 14 luglio ci avvicina sì al giro di boa, ma non alla voglia di saperne sempre di più che si prova quando guardiamo una serie che ci piace, né tantomeno al pensiero che il sequel di Sex and the City si stia incanalando verso la direzione giusta. Carrie, Miranda e Charlotte continuano le loro vite in una New York che sembra non brillare più come prima, e per quanto il loro percorso sia ormai sempre più delineato, la strada da fare per smuovere le loro avventure sembra ancora lunga. Ma prima di tutto, parliamone in maniera più dettagliata.

La trama della 2×05 di And Just Like That

Come probabilmente già vi aspettate, partiamo da Carrie. Decisa a mettersi alla ricerca di un uomo single e mediamente ricco sfondato nel bar di un albergo di lusso, trova in realtà un potenziale partner in una strada di New York. Letteralmente sull’asfalto della pista ciclabile, dove lui crolla proprio a causa di una sosta sbagliata di Carrie. Diciamocelo, se invece di urlare avesse frenato non sarebbe caduto, ma vabbè. Nell’incontro/scontro tra i due c’è della chimica, si vede, ma per quanto single pare che tale George sia praticamente sposato con il suo lavoro e con il suo partner in affari, Paul. E noi sappiamo che Carrie Bradshaw non ha proprio voglia di fare l’amante.

Charlotte invece, più che nel presente, si ritrova a vivere un’esperienza che la fa tornare al suo passato da teen model quando Rock torna a casa con il contatto di un recruiter di Ralph Lauren che vuole sia protagonista di una nuova campagna. Mentre Charlotte è d’accordo fin dal primo istante, memore di una carriera che le si addiceva estremamente, Harry è molto più reticente e arriva addirittura a presentarsi sul set con tanto di parrucca per tenere sotto controllo la situazione. Questa storyline, sicuramente la più leggera e divertente dell’episodio, viene però troncata nel momento in cui ci si concentra più sulla percezione che i genitori vogliono avere di se stessi che sul modo in cui Rock vive questa nuova esperienza, con il risultato di farla percepire come incompiuta. Ci saranno sviluppi nel prossimo episodio? Magari. Intanto comunque possiamo sicuramente eleggere Harry il personaggio più divertente di And Just Like That, strappando lo scettro a uno Steve che in Sex and the City era l’uomo dei miei sogni e adesso è relegato a personaggio meno che secondario, trovando in questo episodio spazio solo in una breve conversazione tra Carrie e Miranda.

And Just Like That (640×360)

E a proposito di Miranda, qualcosa mi dice che la sua relazione con Che non è proprio rose e fiori come le piacerebbe pensare, e forse lei stessa sta cominciando ad accorgersene. Partendo dal presupposto che il personaggio di Che riesce a essere fastidioso entro i primi 2 minuti dell’episodio, il problema di questo rapporto è la sproporzione nella volontà di venirsi incontro. Nonostante il fatto che Che continui a dire a parole di voler stare accanto a Miranda, con le sue azioni dimostra sempre che i suoi bisogni vengono perennemente prima di quelli della sua partner. E certo, empatizziamo con lei per il flop della puntata pilota del suo show, perché sentirsi criticata nella propria più profonda essenza in un focus group non deve essere certo un’esperienza facile né piacevole, ma il fatto che il suo primo istinto sia quello di allontanare Miranda la dice lunga su quanto Che sia fan del sostegno reciproco. E per quanto Miranda sembri per l’ennesima volta acconsentire alle sue volontà, pare stia cominciando a rendersi conto delle disparità di una relazione che, se continua così, non può portarla da nessuna parte.

Per quanto riguarda le nuove amiche del gruppo c’è poco da dire: sesso per Lisa (ho dovuto cercare su Google il suo nome perché continuo a non ricordarlo), finalmente di nuovo sesso per Nya e sesso così così per Seema, un personaggio che è decisamente troppo scritto per colmare il vuoto lasciato da Samantha, ma senza successo.

And Just Like That
And Just Like That (640×360)

Un tema sembra ricorrente in due delle tre trame principali: l’essere bloccati.

Lo stiamo dicendo praticamente dall’inizio della stagione, se non da quella precedente: And Just Like That non è mai decollata. Questa serie mi sembra un po’ come quei voli Ryanair sui quali saliamo, crediamo di star per partire e invece ci tengono bloccati per quaranta minuti lì, fermi e spazientiti in quei posti troppo stretti per le nostre gambe, ad attendere che la pista si liberi per poter finalmente spiccare il volo. Un volo tanto atteso, ma che sembra non arrivare mai. Eh sì, questa serie è palesemente in stallo. E lo è sia per la volontà di portare avanti delle storie che, possiamo ammetterlo, non sono poi così interessanti né approfondite. Ma lo è anche perché in stallo sono proprio le vite delle protagoniste.

La sensazione che ho avuto guardando la scena del saluto tra Miranda e Che è quella che si ha davanti a un addio che non si vuole ammettere essere tale. Che chiede spazio a Miranda proprio nel momento in cui la sua compagna vorrebbe e potrebbe starle davvero vicino; Miranda accetta, abbraccia Che, ma il suo sorriso ha una smorfia amara, come se non volesse ammettere di sentirsi in realtà delusa. Quando parlo di addio non dico che credo che dalla prossima puntata Che scompaia dai nostri radar, ma che è ormai palese il fatto che Miranda stia cominciando a notare che ciò che lei vorrebbe dalla sua relazione non è ciò che questa relazione le dà. Un animale notturno e una mattiniera possono provare a coincidere per qualche ora del giorno, ma restano un animale notturno e una mattiniera. Così come restano due persone che vivono i rapporti sociali e sentimentali in modo diverso, forse troppo. E se non si scende a compromessi, non si può andare lontano. Qui dunque lo stallo è quello di una persona che, pur rendendosi conto di non essere pienamente soddisfatta, non riesce a uscire da uno schema nel quale si è infilata forse troppo presto. E con tutte le paure del caso di ritrovarsi a essere una studentessa universitaria queer, sola e over 50.

And Just Like That
And Just Like That (640×360)

Ma Miranda non è l’unico personaggio di And Just Like That che sembra bloccata da ormai diverse puntate sempre nello stesso loop. Chiudiamo dunque il cerchio di questo episodio come lo abbiamo aperto, con una Carrie alle prese con il tentativo di andare avanti anche sentimentalmente dopo la morte di Big. George le piace, escono insieme, ma arrivata a concludere la serata a casa sua la situazione si trasforma in un disagio di dimensioni belle grandi, e Carrie decide di andare via. Ciò non significa però che si senta triste per questo, perché in qualche modo anche quest’esperienza le permette di fare un passetto avanti verso la sua nuova vita. Lo conferma anche la frase conclusiva dell’episodio: E fu così che tra me e George finì, ma almeno ero risalita in sella. Dov’è il problema allora? Il problema è che, a parte la metafora della bici, Carrie sembra risalire in sella alla fine di ogni puntata, per poi scenderne all’inizio di quella successiva. L’episodio tre si conclude con Carrie che prende il Covid per flirtare con un gruppo di giovani atleti; addirittura la prima stagione della serie termina con lei che bacia appassionatamente il produttore del suo podcast in ascensore. Carrie sembra sempre andare avanti, e invece resta lì. E solo Dio sa quanto possa essere difficile ricominciare dopo aver perso l’amore della propria vita, ma la sensazione è che la storyline della protagonista sia così ripetitiva non per trasmettere il messaggio che ognuno ha i propri tempi di ripresa, ma che sia stata semplicemente messa in stand-by dagli autori in attesa del ritorno di Aidan. E allora che dire, speriamo torni presto!