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Il vero significato della zuccheriera di Una Serie di Sfortunati Eventi

Attenzione: evitate la lettura se non volete imbattervi in spiacevoli spoiler sulla seconda stagione di Una Serie di Sfortunati Eventi e fastidiosi flash forward sulla terza

Sapete cos’è un MacGuffin? È un espediente narrativo ideato nel 1960 da Alfred Hitchcock, utilizzato in Psyco con una busta contenente 40.000 dollari. Non è altro che un motore virtuale e pretestuoso della trama, fondamentale per i personaggi coinvolti al punto da creare enfasi e azione, ma privo di un significato reale per lo spettatore. Potremmo fare molti esempi in questo senso (ricordate la valigetta di Pulp Fiction o la scatola blu di Mulholland Drive?) e scoprire, dopo un’accurata analisi, che i MacGuffin non sono solo una prerogativa del cinema. Li usa, infatti, Daniel Handler, autore di Una Serie di Sfortunati Eventi, il ciclo di romanzi che ha dato vita al film omonimo del 2004 e, ultimamente, alla serie tv prodotta da Netflix. Di cosa stiamo parlando? Avete presente la zuccheriera al centro degli intrecci della seconda stagione? Se ci si riferisce ai libri è un MacGuffin che ha impantanato milioni di fan, ma la serie potrebbe dargli un senso differente.

Una Serie di Sfortunati Eventi

L’affermazione parte da un presupposto semplice: quel genio di Handler ha lasciato per strada una miriade di misteri irrisolti, ora spiegabili (o forse no) grazie alla serie. Della zuccheriera, infatti, sappiamo solo che appartenne a Esmé Squalor, complice e amante del Conte Olaf, e che le fu sottratta, con ogni probabilità, da uno tra Beatrice Baudelaire, madre defunta degli orfani protagonisti di Una Serie di Sfortunati Eventi, Lemony Snicket, narratore delle storie e alter ego dell’autore, o entrambi. Come si nota a più riprese anche nella seconda stagione appena pubblicata da Netflix, Esmé, seppure affiancata da un Olaf disinteressato, intende recuperare ad ogni costo la zuccheriera, ma non è chiaro il motivo. Cosa cela di tanto importante? È solo una questione di orgoglio? Oppure nasconde al suo interno un macchinoso mistero che potrebbe dare un senso diverso alla terza e ultima stagione? È davvero una mela amara che non si può mandar giù?

I libri non danno una risposta all’annoso quesito. La zuccheriera è un MacGuffin, punto. Ma la serie come si comporterà? Lo spazio che ha avuto negli ultimi episodi non dimostra niente, ma a detta di Handler, spesso interpellato a riguardo, è un mistero risolvibile. E le ipotesi non mancano. Potrebbe essere, per esempio, il vaso di Pandora che, scoperchiato, offrirebbe delle importanti informazioni su Esmé, oppure sull’innocenza di Lemony Snicket (capirete questa affermazione con la terza stagione). Nell’universo di Una Serie di Sfortunati Eventi, d’altronde, la zuccheriera non è un oggetto come tanti altri. I libri ci fanno capire, infatti, che i Baudelaire non sono soliti utilizzare lo zucchero. E i membri del V.F.D. fanno altrettanto, seppure consumino ingenti quantità di caffè e tè (lo scambio delle informazioni avviene spesso durante i pasti). Vogliono forse dimostrare qualcosa? Oppure è una misura di sicurezza indispensabile per la società segreta?

Una Serie di Sfortunati Eventi

Molti fan teorizzano che le zuccheriere potrebbero contenere delle microspie e le precauzioni dei membri del V.F.D, protagonisti di uno scisma sfiduciante le cui conseguenze sono fin troppo evidenti all’interno degli intrecci di Una Serie di Sfortunati Eventi, andrebbero in questo senso. Altri affermano invece che la zuccheriera potrebbe contenere un antidoto che sarebbe utilissimo nel momento in cui i nostri Baudelaire arriveranno alla Grotta della Gorgone e si imbatteranno nel Mycelium Medusoide. Non sappiamo se queste ipotesi sono solo versi fluttuanti o validi fondamenti di quel che vedremo nella prossima stagione, ma una cosa è certa: la zuccheriera, prelevata nell’ostile ospedale da mani misteriose, potrebbe esser stata presa da Kit Snicket, personaggio che con ogni probabilità abbiamo intravisto negli ultimi minuti del secondo season finale (la donna che vedete nel frame), e ci farà dannare ancora. Come solo i MacGuffin, o presunti tali, sanno fare.

Antonio Casu 

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