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You – Cosa c’è di buono?

You è una storia strana, disturbante, coinvolgente. 

E sconvolgente.

Non vi deve piacere per forza, non deve diventare mainstream come Game of Thrones, La Casa de Papel o Breaking Bad (tranquilli, non succederà). You è una serie tv che si può incanalare nel filone thriller adolescenziale in stile Pretty Little Liarse non a caso Shay Mitchell (una delle protagoniste di PLL) ha un ruolo centrale. Attrice che riesce a sembrare sempre identica a se stessa: la bella ragazza controversa.

You può piacere e appassionare – e a me sinceramente è piaciuta – ma ha un sacco di difetti.

È contorta, verbosa, superficiale e, per certi versi, un po’ stereotipata: ricche ragazze newyorkesi che si annoiano e hanno una marea di nevrosi irrisolte. Altre controverse ragazze di provincia che confondono il sesso con la panacea di tutti i mali.

Sì, lo so: niente di nuovo sul fronte occidentale.

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Eppure, c’è un bagliore in fondo al tunnel.

E quel bagliore, in You, è dato da Penn Badgley, che tutti di certo ricordano come il gossip-boy di Gossip Girl. L’ex Dan Humphrey, nei panni di Joe Goldberg, è il perfetto psicopatico. Il che è una contraddizione, perché nessuno potrebbe trovare affascinante la psiche di una persona disturbata come il protagonista di You.

È nevrotico, narcisista, egocentrico, terribilmente bisognoso d’amore. È insicuro, convintissimo, solo, perduto e disperatamente psicopatico. È innamorato della propria idea dell’amore, non ama davvero. La sua idea di amore è un sentimento tutto sbagliato che non ha nulla del significato vero della parola. È fragile, disperato, pronto a eroici slanci amorosi, ma anche allo stalking più bieco e terrificante. Ama un amore che si racconta, del quale si convince, in cui vuole disperatamente credere.

Penn Badgley, per tanti anni, è un po’ rimasto incastrato in un ruolo per certi versi iconico, per altri vincolante. Per anni è stato solo ed esclusivamente Dan Humphrey di Gossip Girl (ha fatto anche un horror del tutto dimenticabile nel frattempo). Esclusa Blake Lively (che tra le altre cose ha avuto la fortuna di sposare Ryan Reynolds, non certo il primo che passa per strada), nessun altro di quel cast aveva speranza di emergere.

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E onestamente pensavo la stessa cosa per Penn: affascinante ma non bellissimo, bravo ma non bravissimo, credibile ma non del tutto convincente. 

Poi è arrivata You e ha cambiato le carte in tavola.

Interpretare uno psicopatico stalker omicida non è una cosa facile, tantomeno uno che alla fine tendi quasi a giustificare. Un’impresa titanica. Verissimo che sia un pazzo narcisista, verissimo che sia disturbato, violento e traumatizzato, ma Joe è anche quello che si prende cura di Paco. Che non ha paura di affrontare le prove più terribili. Che cerca di cambiare, di aiutare tutti, a modo suo.

È buono?

Certo che no: Joe è uno psicopatico dal quale devi tenerti alla larga. Eppure non lo odi, anche quando dà il peggio di sé. Uccide Benji, ma Benji è un egocentrico che non ha capito niente della persona che ha deciso di prendere in giro. Uccide Peach, una manipolatrice che non sa accettarsi. Invade la privacy della sua ragazza e finge di essere qualcuno che non è. 

Ma è la stessa persona che si prende cura di un bambino abbandonato a se stesso, vittima di una famiglia disastrata che riesce sempre a prendere le scelte peggiori.

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Anche nel male c’è del buono e Joe Goldberg è lì a dimostrarlo, a patto di superare i suoi milioni di difetti. Detto questo, Penn Badgley offre la sua prestazione migliore: è un bravo ragazzo disturbato, un perfetto principe azzurro uscito dall’incubo peggiore, il fidanzato ideale… se non avesse ucciso il tuo ex.

In tutti questi chiaroscuri, questo attore a cui non avrei dato un centesimo riesce a rinnovarsi e a crearsi una nuova vita.

Chapeau!

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