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What We Do in the Shadows 4 – La recensione della folle e spassosa quarta stagione

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È arrivata su Disney Plus senza fare molto rumore, ma siamo sicuri che le risate di chi l’ha già vista si sono fatte già sentire in lungo e in largo: parliamo di What We Do in the Shadows 4, la nuova stagione dell’irriverente comedy senza freni inibitori, un prodotto unico nel suo genere che non ha mai smesso di farci divertire con le sue folli trovate. Dopo un cliffhanger che ci aveva lasciato con il fiato sospeso per il destino dei protagonisti e che ci aveva spinto a interrogarci su come la quarta stagione avrebbe potuto ricomporre i pezzi del puzzle, ritornare nella nostra magione preferita di Staten Island è stato davvero magico!

Tra nuovi interessanti sviluppi, scenari inediti, appaganti e rivoluzionarie dinamiche, ma con lo stesso inconfondibile e pazzo stile, What We Do in the Shadows 4, con i suoi dieci episodi non solo ha saputo presentare esilaranti puntate dallo stampo verticale in cui poter sperimentare e giocare con la serialità stessa, ma ha anche portato avanti dei filoni narrativi orizzontali che dessero coesione alla stagione, riuscendo, seppur nel surrealismo che abbraccia lo show, a veicolare lo sviluppo psicologico di alcuni dei suoi protagonisti.

Senza ulteriori preamboli, ecco a voi la nostra recensione di What We Do in the Shadows 4, che potete recuperare su Disney Plus: buona lettura!

NB: nel seguente articolo troverete spoiler solo per quanto riguarda il primo episodio della quarta stagione della comedy.

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What We Do in the Shadows, solo su Disney Plus (640×360)

Iniziamo col dire questo: What We Do in the Shadows 4 è stata un trionfo, una stagione che gli amanti della serie adoreranno sia per quanto riguarda il suo umorismo completamente fuori da ogni schema e capace di regalare dei momenti di puro nonsense e di scorrettezze tipiche del black humor, sia per le inaspettate svolte di trama. Esse hanno infatti portato la narrazione a evolversi e a cambiare costantemente rispetto alle stagioni passate, così da offrire una ventata di freschezza laddove, dopo tre stagioni, l’aria avrebbe rischiato di rarefarsi, cosa che, però, d’altra parte, ha in parte tolto drammaticità al quasi “drammatico” finale con cui si era chiuso la terza stagione.

Se avevate creduto che Guillermo, Nadja, Nandor e Laszlo sarebbero rimasti separati almeno nei primi episodi della quarta stagione, vi eravate sbagliati di grosso.

Dopo un salto temporale di un anno circa, scopriamo infatti che Nadja ha deciso di abbandonare il Supremo Vampiresco Concilio per noia, desiderando ora aprire un Night Club per Vampiri, e che Nandor ha fatto ritorno dal suo viaggio in solitaria. L’Implacabile non sembra serbare rancore per non essere stato raggiunto dal famiglio Guillermo (che comunque era stato costretto da Lazlo a badare a Nadja a Londra) e ha in mente un nuovo proposito: investire ogni risorsa per trovare la propria anima gemella. Aspirazioni non semplici da portare avanti se si pensa che la villa padronale in cui risiedono da decenni è ridotta malissimo e si trova a pochi passi da un definitivo crollo strutturale.

Il piccolo Colin Robinson (640×360)

Ma non è finita qui, perché, come anticipato sul finale della terza stagione, la sorpresa più scioccante ci viene data da Lazlo, che ha passato da solo il proprio tempo a crescere quella piccola e tanto dolce creatura quanto incubo degno di rientrare tra i più disturbanti abitanti della Uncanny Valley che è “il piccoletto strisciato fuori dalla cavità addominale del defunto Colin Robinson“. L’effetto visivo nel vedere l’adultissima testa dell’attore Mark Proksc sul corpo di un bambino dalla crescita accelerata non era un qualcosa di cui non sapevamo di avere bisogno finché non lo abbiamo effettivamente visto. Un effetto straniante (e perturbante) a cui non siamo mai riusciti ad abituarci pienamente e che ci portava automaticamente a ridere o a sorridere a ogni sua comparsa. La storyline legata a Lazlo e al suo rapporto con il piccolo “Indovina un po’ Colin Robinson” è tanto divertente quanto dolce e riserva parecchie sorprese anche dal punto di vista emotivo.

Perché, paradossalmente, questo mockumentary di stampo comedy-horror, riesce a farci empatizzare con assurdi protagonisti vampireschi più di quanto altre serie commedia riescano a fare in contesti decisamente più sobri e pettinati.

Guillermo (640×360)

All’interno di questa quarta stagione, inoltre, ognuno dei personaggi trova il modo di emergere e di brillare con storyline volte ad approfondire aspetti della loro caratterizzazione e le dinamiche che li legano agli altri personaggi di questo strambo e molto spesso confuso nucleo familiare allargato in cui, tra ipnosi, pozioni magiche, incantesimi e particolari creature, tutto è lecito. Oltre ai sempre strabilianti Natasia Demetriou (Nadja), Kayvan Novak (Nandor), Matt Berry (Laszlo), Harvey Guillén (Guillermo) e Mark Proksch (Colin), che hanno ancora dimostrato di avere tra loro una pazzesca chimica e di essersi davvero divertiti un mondo nel girare sul set, una menzione d’onore è da riservare alla comica Kristen Schaal, nei panni della Guardiana, perfetta spalla per Nadja e ai VIP che, come di tradizione si sono prestati ad alcuni spassosi cameo.

Quando diciamo che in What We Do in the Shadows 4 tutto è possibile, è perché effettivamente a consentirlo è la serie stessa.

Con la sua impareggiabile cifra stilistica, capace di non prendersi sul serio e di giocare con i suoi grotteschi costumi e scenari, con make up prostetici e ambientazioni surreali in cui ormai ci aspettiamo di poter trovare davvero di tutto, non c’è davvero niente a cui la serie non potrebbe convincerci. Una libertà che si ravvisa non solo a partire da una scrittura tipica della commedia nera, sboccata e senza freni inibitori, in cui si può scherzare di tutti e di tutto, ma che si può anche permettere finissimi esperimenti meta-seriali, come avvenuto nella 4×08, Vai a quel cantiere, parodia dei tanti programmi legati alla compravendita e alla ristrutturazioni di immobili che tanto sono in voga su tanti canali tv di oggi.

What We Do in the Shadows solo su Disney Plus (640×360)

Per il resto, What We Do in The Shadows 4, non delude affatto le aspettative e tiene premuto l’acceleratore su tutti quegli aspetti che avevano reso le prime tre stagioni dello show, uno spettacolo davvero senza pari nelle televisione di oggi e che si conferma uno dei gioielli di punta sul catalogo nostrano di Disney Plus: attori perfettamente in parte e dallo spiccato talento comico, una regia dinamica resa interessante dal caro vecchio effetto da finto documentario e una sceneggiatura che non rischia mai di annoiare grazie alla costruzione di un meraviglioso world building in continua espansione.

Assurda, demenziale, esilarante, ma capace inaspettatamente di farci emozionare per vampiri assetati di sangue (o energia), What We Do in the Shadows rappresenta il perfetto esempio di una serie che riesce sempre a trovare nuovi modi con cui far divertire il proprio pubblico. Già rinnovata per una quinta e una sesta stagione, non vediamo l’ora che questa vampiresca serie torni presto sui nostri schermi: dopotutto, la puntata 4×10 ha sganciato una bomba che potrebbe cambiare per sempre il corso della sua storia. Noi non vediamo l’ora, e voi?