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Il simbolismo di Westworld

Svegliati

Westworld risveglia i tizzoni ardenti che bruciano nel nostro inconscio. Scoppiettano cauti all’ombra della nostra consapevolezza e del nostro IO conscio e razionale. Le loro fiamme seppur invisibili logorano la nostra anima e tentano disperatamente di darci delle risposte a delle domande a cui non possiamo rispondere in questa vita. È un circo infernale di giocolieri dannati che giocano con la nostra mente. Ma chi sono questi giocolieri e quali domande fanno scaturire?

Probabilmente le più essenziali. Le domande più trascendentali della vita stessa. I quesiti che l’uomo si è posto fin dall’inizio dei suoi giorni in quanto essere senziente e “superiore”. Chi siamo? Da dove veniamo? Perchè siamo qui e in questo momento? I giocolieri altri non sono che gli esecutori di quella parte di noi dormiente, a stretto contatto con la nostra mente e quindi il concetto che abbiamo di noi stessi.

WestworldAl di sopra di tutto ciò esiste il concetto di Dio e ciò che esso rappresenta. Non solo per noi ma sopratutto per una Serie Tv come Westworld per la quale la storia di un parco a tema per ricchi annoiati è solo un effimero pretesto per raccontare molto di più. Il suo simbolismo è tanto potente quanto intricato, nascosto, misterioso e talvolta sfuggente. Tuttavia esistono elementi, connessi tra loro, che possono indicarci la via e farci percorrere la stessa strada che il regista ha voluto far percorrere ai suoi androidi.

Il suo forte simbolismo risulta strettamente legato al risveglio dell’essere umano. A sua volta in stretta connessione con le analogie presenti nel mondo distopico concepito da Nolan. Per comprendere tale concetto bisogna fare un viaggio, il più difficile e temibile di tutti: il viaggio negli abissi dello spirito e della psiche umana.  Analizziamo i vari elementi visivi e narrativi.

La fotografia

“Mi sento come intrappolata in un sogno”

A seconda di chi osserva il mondo e da quale prospettiva, il concetto stesso di realtà mutua. Appurato ciò, la realtà stessa è relativa e ne abbiamo il primo grande esempio con uno dei simboli più iconici di Westworld. La fotografia persa da William nell’ultima puntata della decima stagione è un ritratto di un mondo estraneo e totalmente sconnesso rispetto al parco a tema. Rappresenta la nostra realtà, non quella degli androidi, schiavi della loro misera e inerme condizione. Una condizione di burattini governati da un freddo e spietato burattinaio.

La fotografia appare come un bug nel sistema, un errore di programmazione per la mente. Il primo reale elemento per il risveglio della coscienza è rappresentato da un singolo scatto come tanti altri. Il padre di Dolores andrà in tilt osservando quel luogo così astratto dalla sua realtà e quotidianità. Risveglierà in lui un codice sopito e delle considerevoli reazioni a catena. Cosa potrebbe provare l’essere umano nel trovarsi davanti la foto di un posto appartenente a un altro mondo? Come reagirebbe la sua mente? Il nostro primo pensiero sarebbe un rifiuto, attivando dei meccanismi difensivi che non destabilizzino la nostra “concreta realtà”.

Il primo istinto primordiale della macchina è stato un rifiuto e poi il sentimento indotto: difendere a ogni costo la propria figlia. Il comportamento preimpostato non sarebbe differente in quanto il nostro cervello non si discosta troppo da una macchina. Con questo aspetto è interessante analizzare quanto sia importante la similitudine e come un semplice quanto apparentemente innocuo elemento possa cambiare drasticamente la realtà che percepiamo.

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