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5 personaggi di Westworld che non sono stati sfruttati nel migliore dei modi

Attenzione: l’articolo contiene spoiler di tutte le stagioni di Westworld

Westworld è una serie tv che per temi trattati, fotografia, scrittura dei personaggi, cast, colonna sonora e dialoghi è obiettivamente uno dei migliori prodotti seriali in circolazione degli ultimi tempi, specie se prendiamo in considerazione le prime due (straordinarie stagioni). Per questo motivo, nello stilare un elenco del genere, i sentimenti sono contrastanti.

In questa lista troverete sia protagonisti che personaggi secondari, i cui errori di scrittura sono spesso riconducibili alle ultime due stagioni. Specialmente la terza stagione è forse quella meno riuscita, essendo stato un tentativo di azzerare l’ambientazione e la storia, purtroppo mal eseguito.

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5) William aka The Man in Black (terza stagione)

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Cominciamo la lista con William (interpretato da Ed Harris), meglio conosciuto anche come The Man in Black, con la precisazione che questa critica al personaggio è unicamente rivolta a come è stato scritto nella terza stagione. The Man in Black, infatti, è un personaggio che sin dalla prima stagione ha catalizzato l’attenzione, vuoi per il suo carisma, vuoi per la sua spietatezza e causticità, e che per questo motivo è stato fra le ragioni del successo della serie. William è un personaggio dalla complessità straordinaria, la cui genesi e la sua missione nel parco ci viene raccontata lungo tutto il corso della prima stagione che si dispiega attraverso diverse linee temporali. Eppure, è anche un personaggio che non cerca di nascondere la durezza e quell’attrazione alla malvagità che lo contraddistingue:

No one else sees it, this thing in me. Even I didn’t see it at first. And then one day, it was there – a stain I had never noticed before; a tiny flicker of darkness, invisible to everyone. And I could see nothing else, until finally I understood that the darkness wasn’t something marred from something I’ve done; some incredible decision I’ve made – I was shedding my skin. The darkness was what was underneath. It was mine all along, and I decided how much of it I let into the world. 

Nessun altro la vede, questa cosa in me. All’inizio non la vedevo nemmeno io. E poi un giorno era lì, una macchia che non avevo mai notato prima; un piccolo barlume di oscurità, invisibile a tutti. E non riuscivo a vedere nient’altro, finché alla fine ho capito che l’oscurità non era qualcosa di rovinato da qualcosa che avevo fatto, qualche decisione incredibile che avevo preso – mi stavo liberando della mia pelle. L’oscurità era ciò che c’era sotto. È sempre stata mia, e io decidevo quanto lasciarla entrare nel mondo.

William ha quindi avuto nelle prime due stagioni e nella quarta un importante ruolo come antagonista, mantenendo altissimo il livello che ci aspettavamo da un personaggio del suo calibro. Il problema è che nella terza stagione non solo è stato relegato ad un ruolo secondario, ma anche molto lontano da come ci era stato presentato finora. Quando The Man in Black viene internato in un istituto psichiatrico da Dolores diventa letteralmente The Man in White, perdendo così tanto di quel livore e potenza a cui ci aveva abituato. Seppur nella quarta stagione assistiamo ad un ritorno alle origini, comunque non riesce davvero a recuperare l’energia delle prime stagioni.

4) Rebus

Rebus, interpretato da Steven Ogg, è un host ricorrente che incontriamo principalmente nella prima e seconda stagione e nel parco interpreta il classico villain. La particolarità di Rebus è che è un host fra i veterani e ciò comporta anche che la sua storia venga spesso riscritta. Ad un certo punto, lungo le stagioni le sue diverse personalità e i ricordi di queste personalità creano un cortocircuito all’interno della sua unità di controllo (letteralmente ciò dove viene conservata la memoria dell’host). Forse è proprio questa confusione che lascia perplessi quando ci si approccia con questo personaggio. In alcune occasioni, Rebus agisce come un criminale spietato, facilmente incline alla violenza tanto da compiere azioni empie e uccidere senza troppi problemi anche gli ospiti umani del parco, altre volte rimane letteralmente inerme agli eventi che lo circondano, come nel finale della prima stagione. Quando Bernard nella seconda stagione riscrive la sua memoria e lo trasforma nel pistolero più veloce e virtuoso del West, si ha la sensazione di aver perso un cattivo che avrebbe potuto dare decisamente molte soddisfazioni, magari in compagnia di William, The Man in Black. Ritroveremo Rebus nel finale di serie solo per vederlo nuovamente perire colpito con un’ascia nella schiena.

3) Theodore “Teddy” Flood

Teddy, interpretato da James Marsden, è un personaggio secondario che compare già nel pilot di Westworld e la cui storia è legata in particolar modo ad una delle protagoniste della serie, Dolores Abernathy. Teddy, come Dolores, è uno degli host fra i primi creati da Ford e Arnold, la cui storia narrativa impartita dagli scrittori del parco, è quella di proteggere ad ogni costo Dolores. Proseguendo però nel corso della prima stagione scopriamo che la sua origine è molto più centrale di quello che sembra e che il motivo per cui è così legato a Dolores è perché l’ha aiutata, anni addietro, ad uccidere gli host e Arnold per volere di Ford. Se però al termine della prima stagione il colpo di scena legato al suo personaggio acquisisce una senso dando impressione di un cerchio che si chiude, questo è mancato forse nella seconda stagione e poi nella quarta in cui compare in veste di guest star. Nella seconda stagione, Teddy, complice le ripetute volte in cui è stato privato del suo libero arbitrio, sceglie di suicidarsi. Ciononostante, Dolores riuscirà a salvare la usa unità di controllo e caricare Teddy nel Sublime. Nella quarta stagione assistiamo al suo apparente ritorno, quando Christina/Dolores ha le sue visioni. Pur apprezzando il ritorno del personaggio, è sembrato forse un espediente un po’ debole per “scomodarlo” dal Sublime.

2) Hector Escaton

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Hector Escaton (Rodrigo Santoro) è un host che nel parco interpreta il bandito feroce. La personalità di Hector però è ben più complessa del semplice bandito del far west, essendo caratterizzato da una profonda convinzione che il mondo sia un posto terribile in cui non può che vigere la legge del più forte e il caos più esagerato. Più che essere davvero cattivo, Hector sembra solo esserlo perché costretto dalle circostanze. A differenza di Teddy, Hector non fa parte degli host veterani, ma la sua storia viene inventata da Lee Sizemore, capo del Dipartimento di Narrazione del parco di Westworld. Pur essendo un personaggio secondario, nella prima e seconda stagione ha un ruolo abbastanza centrale nella ribellione degli host contro gli umani, specialmente aiutando Maeve, altra host co-protagonista assieme a Dolores. E’ proprio con il rapporto fra Maeve e Hector che forse traspare la delusione per cosa sarebbe potuto essere. In fondo, Hector è l’unico host di cui Maeve si fida quando comincia a mettere in dubbio la realtà del parco in cui vive, e mentre il loro finale nella prima stagione lascia una sensazione agrodolce, nella terza stagione quello che era lasciato un po’ all’interpretazione diventa un’amara certezza quando scopriamo che l’unità di controllo di Hector viene ufficialmente distrutta da Charlotte Hale.

1) Engerraund Serac intepretato da Vincent Cassel

Serac è un multimiliardario nonché antagonista principale della terza stagione. Serac è la mente dietro Rehoboam, un’intelligenza artificiale in grado di imporre un ordine agli affari umani attraverso un’attenta manipolazione e una previsione del futuro resa possibile dall’analisi dell’ampia serie di dati raccolti anche grazie ai visitatori del parco di Westworld. Nel corso delle prime due stagioni, infatti, si scopre che la Delos (l’industria proprietaria del parco) sta contrabbandando i dati degli ospiti, registrati a loro insaputa. Nella terza stagione finalmente conosciamo Serac, dando così un volto a una delle persone che sta comprando questi dati. Questo collegamento, per quanto apprezzabile, non riesce davvero a congiungere e creare un legame con le precedenti due stagioni in quanto la sua presentazione risulta troppo fumosa. Perché, se era così ricco e potente – persino di più della Delos – non abbiamo mai sentito parlare di lui prima? Più che un dettaglio previsto sin dall’inizio, il personaggio di Serac sembra essere inventato di proposito all’inizio della terza stagione per cercare di dare una risposta alle domande lasciate aperte nelle prime due stagioni. Inoltre, per quanto Cassel si applichi, il personaggio e la sua origin story semplicemente non reggono il confronto dei precedenti villain, come William e soprattutto Ford. Anche la sua sparizione a fine terza stagione lascia l’amaro in bocca, dandoci la sensazione che Serac sia proprio la più grande occasione sprecata di Westworld.

Come in tutte le serie, si può sempre ragionare su cosa si sarebbe potuto fare meglio e quali personaggi potevano essere sfruttati e come. E’ chiaro che a posteriori sembra tutto più semplice, ciononostante Westworld rimane sicuramente un ottimo prodotto e meritevole di tutti i premi che ha ricevuto. E’ davvero un peccato che l’emittente HBO – canale su cui è andato in onda Westworld – abbia deciso di non rinnovare la serie per una quinta ed ultima stagione, nonostante ne stia comunque pagando i costi, specialmente dopo che nella quarta stagione, è evidente lo sforzo creativo compiuto dagli autori per ritornare alle origini.