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Moltissimi di noi cresciuti a pane e Una mamma per amica (che ancora non è chiaro se avrà un secondo revival) hanno vissuto una fase di adorazione per Rory Gilmore. Un po’ come Joey Potter in Dawson’s Creek, Rory offriva un’immagine diversa di adolescente: amante della lettura, non ribelle e giudiziosa, molte ragazze si rivedevano in lei e nei suoi interessi, non sentendosi rappresentate dalle Jen Lindley e Marissa Cooper della situazione.

Riguardando la serie una volta usciti dall’adolescenza, però, l’incantesimo per molti si è spezzato e in tantissimi hanno cambiato opinione sulla piccola Rory, un personaggio che da molti è ritenuto il peggiore di Una mamma per amica.

Fin da subito l’unica figlia di Lorelai ci viene presentata come una ragazza intelligente, particolarmente matura pe la sua età e molto saggia, tanto che raramente vediamo le due ragazze Gilmore litigare come normalmente accade in un rapporto madre-figlia. È evidente che Lorelai si fida molto di Rory e questa fiducia che la donna ripone nella figlia contribuisce a far sì che tra le due vi sia una dinamica simile a quella tra due migliori amiche.

E finché Rory è un’adolescente, durante gli anni della Chilton, alcuni scivoloni glieli perdoniamo, perché è pur sempre una ragazzina. È normale che non accetti di buon grado la disapprovazione di Lorelai nei confronti della sua relazione con Jess e passi anche l’assenza al diploma della madre, mancato per andare a trovare Jess a New York, ma quando Rory cresce la sua ipocrisia e il suo egoismo iniziano a essere meno giustificabili.

una mamma per amica

Nel corso delle stagioni di Una mamma per amica, infatti, ci rendiamo conto che Rory non è così matura come sembra.

Fondamentalmente, la piccola di casa Gilmore è matura e responsabile solo quando la madre le dà ragione, quando invece Lorelai la rimprovera o è in disaccordo con le sue scelte improvvisamente si mette a fare le bizze come i bambini, non accetta le critiche, s’impunta per avere l’approvazione della madre oppure se ne va. La sua incoerenza e il suo infantilismo emergono già alla soglia dei vent’anni, quando Rory finisce a letto con Dean.

Dean è sposato ed è abbatanza naturale che invischiarsi con una persona impegnata non porti con sé la benedizione della famiglia: infatti Lorelai si mostra fin da subito contraria. Passi un’iniziale momento di rifiuto in cui sappiamo che stiamo facendo qualcosa di sbagliato ma non vogliamo ammetterlo, ma Rory se ne va in Europa con la nonna per non dover fronteggiare la madre e il suo disappunto. Non solo, quando finalmente realizza che qualunque cosa sia rinata tra lei e Dean non può continuare, manda Lorelai a consegnare al ragazzo una lettera da parte sua.

Sorvoliamo su quanto il comportamento di Rory sia stato pessimo nei confronti dell’ex fidanzato, ma vogliamo parlare di quanto sia stata ipocrita nei confronti della madre? Senza contare che la ragazza dispensa spesso consigli sentimentali a Lorelai e a volte si arrabbia se questa non li segue, ma poi s’inalbera regolarmente quando la donna mette bocca sulle sue di relazioni (e, diciamocelo, Rory avrebbe un gran bisogno di ascoltarla ogni tanto).

Un altro dei momenti in cui Rory ha sferrato un colpo basso alla madre è legato all’abbandono di Yale.

Da un lato trovo comprensibile che Rory possa aver perso la bussola per un momento e possa aver messo in discussione il suo futuro: è difficile confrontarsi col fallimento quando nella vita sei sempre stata elogiata e hai scelto la tua strada ormai da tempo. Che fare se, invece, ti rendessi conto che non sei così brava come credi? Hai immaginato il tuo futuro nel dettaglio e poi ti accorgi che forse hai sbagliato tutto. Comprendo profondamente Rory e l’impatto che hanno avuto su di lei le parole del signor Huntzberger e comprendo anche lo spaesamento che provoca un futuro incerto.

Rory, però, vive una fase di ribellione in ritardo: ruba uno yacht, viene arrestata e decide di lasciare Yale. Dopo tutti i sacrifici fatti per permetterle di avere l’educazione che merita, Lorelai non accetta in silenzio la decisione di Rory, una reazione comprensibile (anche se ammetto che in questo scontro è mancato un po’ di dialogo da entrambe le parti), così com’è comprensibile che Rory rimanga ferma sulla sua posizione. Quello che non è comprensibile, e che rinconferma l’infantilismo della ragazza, è il fatto che la piccola Gilmore decida di trasferirsi dai nonni per non dover sopportare il disappunto della madre (una fuga, di nuovo, come quella in Europa dopo la notte passata con Dean).

una mamma per amica

Il gesto della ragazza, oltre che piuttosto infantile, è stato anche molto scorretto nei confronti di Lorelai: andare dai nonni, le persone con cui la madre è costantemente in conflitto perché l’hanno sempre fatta sentire non all’altezza di essere una Gilmore, è stato davvero un colpo basso da parte della saggia e matura Rory.

La cosa che più di tutte mi ha fatto arrabbiare, però, avviene nel revival di Una mamma per amica.

In Una mamma per amica – Di nuovo insieme Rory ha trent’anni, ma la sua carriera non ha preso la piega che sperava e Jess le dà l’idea per dare una svolta alla sua vita scrivendo un libro sulla storia della sua vita e quella di sua madre. La decisione di Rory, però, genera una controversia tra le due ragazze Gilmore, perché Lorelai non ha piacere che alcuni dettagli della sua vita finiscano sulla pubblica piazza.

La frustrazione di Rory per essere arrivata alla soglia dei trent’anni e aver visto il suo sogno di fare la giornalista sfumare non è affatto criticabile, così com’è comprensibile l’emozione generata da un nuovo progetto, soprattutto se è un progetto che ha le carte in regola per avere successo. Però è indubbio che la ragazza abbia mancato di rispetto alla madre, alla quale non ha neanche chiesto il permesso per scrivere della sua vita: quando Rory le parla del libro, infatti, la decisione sembra ormai presa, i primi capitoli sono ormai stati scritti e Rory non ha alcuna intenzione di rinunciare alla possibilità di rilanciare la sua carriera, pretendendo l’approvazione della madre.

Lorelai: “Okay, sai che ti dico? Fai come vuoi, Rory. Sei grande, ormai, non ti posso fermare”.

Rory: “No, non è così che funziona fra noi. Noi non siamo passive-aggressive. Quelle siete tu e tua madre. Tu dovresti essere dalla mia parte. Ne ho bisogno. Perché non riesci a capirlo?”

Lorelai: “Sì che capisco. Io capisco sempre, Rory. Per questi 32 anni sono stata la regina della comprensione”.

Rory: “Mamma, smettila, per favore. Dimmi di sì”.

Per quanto Rory venga dipinta come un personaggio positivo, molto spesso non lo è.

È indubbio, però, che le difficoltà che dimostra nell’affrontare le critiche, ammettendo i propri errori, o nell’accettare che non può sempre averla vinta siano strettamente legate all’educazione che ha ricevuto. Rory Gilmore è una pessima figlia, ma la colpa è della sua famiglia che l’ha sempre messa su un piedistallo, dandole spesso più responsabilità di quelle che le spettavano (per quanto Lorelai si sforzi di essere un’ottima madre, non è la madre perfetta e ogni tanto è Rory a dover essere l’adulta della casa).

Rory, da un lato, è una ragazza un po’ viziata, abituata a sentirsi elogiare per la sua maturità e intelligenza e che raramente si scontra con il dissenso dei genitori o dei nonni. Dall’altro, viene comunque da una situazione familiare abbastanza complessa: cresciuta da una madre adolescente con il padre che entrava e usciva dalla sua vita; adorata dai nonni in costante conflitto con la mamma, spesso oggetto di contesa tra le due parti. Non proprio lo scenario ideale per diventare la figlia perfetta che inizialmente ci aveva fatto credere di essere.

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