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The Walking Dead 11×20 – Quello che è stato perso

The Walking Dead 11×20 ha segnato la fine di un altro breve capitolo della strana storia del Commonwealth. Mentre il numero delle puntate che ci separa dalla fine di tutta la serie diventa sempre più esiguo, gli antagonisti principali cadono come mosche e lasciano spazio a sempre più interrogativi.

La caratteristica di questa ultima parte di undicesima stagione è l’introduzione degli episodi con la voce narrante di Judith che fa da sfondo a momenti chiave storici del passato di The Walking Dead che scorrono con scene in successione. In particolare questo episodio si basa sull’affidamento verso gli altri, verso quello persone che nel “mondo prima della fine del mondo” non si sarebbero mai conosciute e apprezzate, ma che con il passare del tempo sono diventate a dir poco fondamentali le une per le altre.

“Mia madre una volta mi ha detto che più pericolosi dei morti ci sono i vivi. Ma senza i vivi, saremmo morti anche noi. Tutti hanno bisogno di persone a cui affidarsi e non parlo solo di parole, ma di azioni, di avere la forza di mettere la vita di qualcun altro davanti alla propria. Se siamo disposti, allora forse riusciremo a riprenderci una parte di quello che abbiamo perso.”

The Walking Dead 11×20 – Carol ed Ezekiel

Affidarsi” è la parola d’ordine di questo episodio. I protagonisti indiscussi sono Carol, Daryl e Yumiko. I primi due devono fare i conti con l’allontanamento di tutti i membri del gruppo dal Commonwealth, bambini compresi, e con la liberazione di Lance. Le iniezioni di fiducia tra i due che si susseguono nel corso della puntata parlano di un rapporto in crescita fin dalla primissima stagione di The Walking Dead e mai messo davvero in discussione. Il rapporto esclusivo tra Carol e Daryl va immediatamente in netto contrasto con le sensazioni lanciate da Hornsby.

Neanche per un secondo i nostri sono disposti a dargli fiducia. Hanno bisogno di lui per conoscere la posizione del resto del gruppo, ma una volta chiarita quella sanno che lui non merita di vivere o di avere una possibilità. La sua sete di potere, la fiducia cieca nel destino e lo squilibrio mentale sono un pericolo per chiunque voglia ancora cercare di rimanere umano nel mondo The Walking Dead. Un passo falso per essere giustificati (il tentativo di prendere il fucile dai sedili) e per Lance è finita.

Lance muore da solo, affogato nel suo stesso sangue, conscio del fatto di aver fallito e di non avere più nessuno a cui affidarsi.

The Walking Dead 11×20 – Yumiko

Pamela Milton chiede a Yumiko, che ha un ruolo sempre più rilevante in questi episodi, di rappresentare per lei il bene del Commonwealth schierandosi apertamente contro Eugene Porter nel già evidentemente falsato processo. La sua richiesta viene fatta ovviamente sotto forma di ricatto usando come leva il fratello chirurgo, Tomi, e puntando su tutto ciò che più si allontana dal concetto di “fiducia”.

Il fratello Tomi non ha vissuto molto tempo all’esterno delle confortevoli mura del Commonwealth. Per lui, come per tanti altri, quella sicurezza vale più di tanti altri sacrifici. Non riesce ad affidarsi alla sorella e a darle la fiducia necessaria per farle compiere quel grosso atto di coraggio (ribellarsi alla famiglia Milton e ai suoi seguaci). Alla figura dell’insicuro fratello però si contrappone quella dei “fratelli acquisiti” nel corso della fine del mondo.

Stiamo parlando di Connie, che nomina Yumiko senza problemi come unica possibile esecutrice del salvataggio di Kelly e del resto del gruppo. E stiamo parlando dello stesso Eugene Porter che con un discorso impegnativo e pieno di significato sigilla ancora una volta quell’alleanza e quella fiducia che possiamo trovare solo all’interno del nostro gruppo di protagonisti.

“Ma ho bisogno di credere che possiamo ancora fare qualcosa. Altrimenti se i nostri amici sono scomparsi per sempre è un fardello con cui non posso convivere, anche per quel briciolo di tempo che credo mi resti. Possiamo solo restituire la salda fede che i nostri amici latitanti hanno sempre riposto in noi e credere che, per quanto ora la situazione sembri tetra, questa non sia la fine.

No. Questa non è la fine Eugene.

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