Vai al contenuto
Serie TV - Hall of Series » The Walking Dead » Le migliori citazioni di The Walking Dead 6×13 – Nella stessa barca

Le migliori citazioni di The Walking Dead 6×13 – Nella stessa barca

Ci stiamo sempre più avvicinando allo scontro. In questo episodio di The Walking Dead (qui la recensione) ci ritroviamo con Carol e Maggie rapite dai Salvatori. Nel tempo passato insieme in attesa di accordi e decisioni hanno la possibilità di confrontarsi con le loro rapitrici in una marea di pensieri, gesti e dialoghi che lasciano spazio a incomprensioni, metafore e insegnamenti.

Vediamo insieme i migliori della settimana.
-Vi state chiedendo se c’è una via d’uscita? Non c’è.

In senso materiale poteva anche essere reale: Maggie e Carol vengono rinchiuse nella stanza di un edificio apparentemente senza via d’uscita. “Apparentemente”. Alla fine dell’episodio, infatti, riescono entrambe a trovare il modo di rivedere la luce e i loro compagni. Uccidono, sparano, accoltellano, rubano e alla fine ce la fanno. La frase scoraggiante della rapitrice suona quasi come una presa in giro perché, ormai si sa, nel mondo di The Walking Dead una via d’uscita c’è sempre. Può costare tantissimo, può sembrare irraggiungibile, ma c’è.

Di che cosa hai paura? Hai veramente paura di morire? Tutto questo..e tu hai paura di un pugno in faccia?

-Non importa che cosa mi succederà, ma non fate del male a Maggie, non fate del male al bambino.

Forse uno dei passaggi più importanti di tutta la puntata. Carol finge l’iperventilazione per riuscire a parlare per poter far presa sull’umanità delle loro rapitrici, ma non finge la preoccupazione per Maggie e per il bambino che porta in grembo. Il suo senso di protezione è tangibile e reale e lei è davvero disposta a qualunque cosa purché non succeda niente a loro. Carol non ha paura di morire, non ha paura di un pugno in faccia, non le importa che cosa potrebbero farle, ma è sincera quando le trema la voce al pensiero che a rimetterci siano Maggie o il bambino perché crede davvero che loro siano l’emblema della potenziale ricostruzione di una vita reale.

-L’obbiettivo qui è restare in piedi.

-No, quello lo fanno i vaganti. Io sto facendo una scelta.

Maggie sintetizza, in una semplice, acida frase, la diversità tra i due tipi di sopravvissuti nel mondo di The Walking Dead. Ci sono quelli che, come i vaganti, vogliono solo sopravvivere (restare in piedi) e non importa cosa debba succedere perché ciò avvenga; a loro non interessa. Sono le persone che non sono più persone, ma che si riducono a corpi con il solo infrangibile senso di sopravvivenza; sono loro i veri mostri del nuovo mondo. Poi ci sono gli altri esseri umani, quelli che hanno preso una decisione diversa, che hanno fatto una scelta. Questa non è solo una pura illusione, ma è una possibilità molto reale. Il voler costruire QUALCOSA, qualcosa di vero. A partire da una città in cui si possa abitare tranquillamente, a finire a una famiglia con cui stringersi la sera, passando per una comunità di persone su cui contare e in cui sperare. Molte volte, nel corso della serie, alcuni dei nostri protagonisti si sono persi nella strada da percorrere per arrivare a questa scelta. Primo fra tutti proprio il leader, Rick, poi Carol, Daryl, Sasha, ..prima o poi è capitato a tutti. La forza del loro gruppo sta proprio nel fatto di riuscire a mantenere l’obbiettivo in vista perché quando cede uno di loro, gli altri sono pronti a rialzarlo e viceversa. E’ questa la vera differenza tra loro e gli altri.

-Voi non siete i buoni.

E’ un controsenso dirlo alla persona che hai appena fatto prigioniera, no? Comunque, questa frase di Molly non è assolutamente messa lì a caso. In queste puntate in cui facciamo tutti fatica a capire chi siano i buoni e perché, ci vengono dati tanti spunti su cui riflettere. Il bello di The Walking Dead è che nessuno è davvero “buono” e questa è una cosa assolutamente reale. Non esistono eroi senza macchia perché ognuno dei protagonisti è umano, così umano da poter fare cose orribili e così umano da poter fare cose fantastiche anche in un mondo del genere.

-E che cosa credi di sapere su Negan?

-Ci è stato descritto come un folle, avevamo paura, andava fermato..

-Tesoro..tutti noi siamo Negan.

E’ da un po’ che parliamo di Negan. Ancora non lo abbiamo conosciuto, ma già tremiamo a sentirlo nominare. Tutte queste frasi, questi passaggi, questi gesti ci stanno facendo capire che quella che doveva essere una “missione normale” come le altre, si sta per rivelare una minaccia mooooolto più grande del previsto. Tutto quello che i nostri protagonisti pensano di sapere su di lui e tutto ciò che, di conseguenza, pensiamo di sapere noi..non è abbastanza. Non se lo possono/non ce lo possiamo neanche immaginare. La frase “tutti noi siamo Negan” non è solo minacciosa e indecifrabile, ma è molto significativa. Per come ne parlano i suoi seguaci questo Negan non è solo un capo, è un leader. Lo venerano, lo proteggono, lo giustificano, ne sono quasi attratti e questa è una delle cose che dovrebbe spaventare più di tutte.

The walking dead

Pagine: 1 2